Le tracce di sangue trovate sabato in casa di Martina Patti dai Carabinieri del Ris di Messina sono "da riporto", per cui "si può con certezza escludere che l'omicidio" della piccola Elena "sia avvenuto a casa". Lo rende noto la Procura di Catania.
Per la Procura, la 23enne e madre della bambina, di cui ha confessato l'omicidio, potrebbe essere rientrata in casa per lavarsi e cambiarsi, ma l'omicidio sarebbe stato compiuto nel punto in campagna dove il cadavere della bimba è stato poi ritrovato. Non è ancora chiaro se la piccola sia stata portata lì con la forza o con l'inganno, magari con la scusa di un gioco.
Inoltre, i Carabineri della Sezione Investigazioni Scientfiche, del Ris di Messina e del Comando Provinciale di Catania hanno setacciato la campagna, ma non sono ancora riusciti a trovare l'arma con cui la donna ha commesso il delitto.
Nella serata di sabato, il Ris ha eseguito una perlustrazione nell'abitazione della Patti, a Mascalucia (Ct). Nel corso della perquisizione sono state rinvenute tracce ematiche in alcune zone della casa e su un vestito, poi posto sotto sequestro. Il ritrovamento del vestito combacia con quanto dichiarato dalla stessa Patti, che agli inquirenti aveva riferito di essere rientrata in casa per lavarsi e cambiarsi, dopo essere tornata dal fondo in cui è stato ritrovato il corpo di sua figlia e prima di uscire per mettere in atto la messinscena del sequestro della piccola a Tremestieri da parte di un gruppo di persone armate.
All'interno dell'abitazione, inoltre, è stata trovata la parte di budino che la bimba non avrebbe terminato di mangiare per andare con la madre a vedere una zona dove lei era solita giocare quand'era bambina, che la figlia era curiosa di visitare perchè non c'era mai stata. Quello, stando alla ricostruzione della Patti, che tuttavia non riesce a ricordare l'esatta dinamica dell'accaduto, sarebbe proprio il punto dove la bimba è stata uccisa. In seguito, il suo corpo è stato inserito in buste di plastica e semi seppellito.
Attualmente, la donna è in carcere, sotto la stretta sorveglianza della Polizia Penitenziaria, per evitare che possa essere aggredita da altre carcerate o compiere gesti autolesionistici. Il suo difensore, l'avvocato Gabriele Celesti, che ha dichiarato che la giovane "non è serena", attualmente sta studiando le strategie difensive per i prossimi passi del processo, in seguito alla convalida dell'arresto e alla custodia cautelare in carcere disposte dal Gip, perchè la donna è ritenuta socialmente pericolosa e capace di commettere altri omicidi, inquinare le prove e scappare.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News