Natuzza, Sergio Zavoli le stringe il volto tra le mani e lei lo riconcilia con Dio, uno straordinario incontro di fede

Oggi che Sergio Zavoli ha lasciato per sempre il mondo terreno, sono tanti i ricordi che ci riportano a lui e al rapporto speciale che aveva con la Calabria, dove un giorno viene invitato a parlare della sua esperienza e della sua storia professionale ai giovani che ruotano attorno alla Fondazione Natuzza Evolo. E’ un giorno memorabile. Zavoli arriva a Paravati, in quella che per anni era poi diventata la vera casa di Natuzza Evolo, accompagnato dall’ex presidente della Giunta Regionale Agazio Loiero, e la prima cosa che chiede, una volta arrivato è di poter salutare e incontrare Natuzza.

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Sabato 08 Agosto 2020
Roma - 08 ago 2020 (Prima Pagina News)

Oggi che Sergio Zavoli ha lasciato per sempre il mondo terreno, sono tanti i ricordi che ci riportano a lui e al rapporto speciale che aveva con la Calabria, dove un giorno viene invitato a parlare della sua esperienza e della sua storia professionale ai giovani che ruotano attorno alla Fondazione Natuzza Evolo. E’ un giorno memorabile. Zavoli arriva a Paravati, in quella che per anni era poi diventata la vera casa di Natuzza Evolo, accompagnato dall’ex presidente della Giunta Regionale Agazio Loiero, e la prima cosa che chiede, una volta arrivato è di poter salutare e incontrare Natuzza.

Sono passati esattamente quasi vent’anni da quel giorno. Era il 17 marzo del 2002, una domenica, e l’incontro che la Fondazione aveva organizzato tra Zavoli e i ragazzi della comunità di Paravati era in programma per le 16.30 di quel giorno.

Ma Zavoli si presenta al suo pubblico con un quarto d’ora di ritardo, perché forse nessuno aveva messo in conto il suo incontro riservato, e questa volta lontano dalle telecamere, tra Zavoli e Natuzza Evolo.

Sono in pochissimi in realtà a sapere dove è sparito Zavoli una volta arrivato a “Villa della Gioia” ma sarà lui, da vecchio e navigato cronista a raccontare ai ragazzi che lo aspettano di questo suo incontro così privilegiato e speciale.

Ai giovani ammassati in sala Zavoli racconta la “sua” favola: “Poco fa mi sono trovato di fronte - ad una figura straordinaria che esprime un’energia forte, che ha prodotto in me uno stato di pacificazione, che ha saputo rischiarare la mia vita, tanto che ad un certo punto ho quasi avuto l’impressione che tutti i miei problemi si fossero dissolti.

Questa donna è di una semplicità unica, basta dire che quando le ho chiesto se potevo sedermi lei mi ha risposto: Io sono la madre e tu sei per me un figlio”. Ma Zavoli, non soddisfatto di questo torna sull’argomento e sottolinea: “Il mio cammino lungo le vie della fede oggi in questo luogo si è rischiarato.

L’incontro con Natuzza Evolo mi ha fatto, infatti, avvertire la presenza di Dio, più di quanto non era mai accaduto in tanti anni di studi, di letture, di incontri con grandi filosofi e intelligenze del nostro tempo”.

Per la Fondazione Evolo fu un giorno memorabile- racconta oggi l’attuale presidente Pasquale Anastasi-perché la Fondazione era allora reduce da un incontro altrettanto speciale, avvenuto poco tempo prima tra il gesuita palermitano padre Bartolome Sorge e Natuzza, e perché il pomeriggio di quella domenica di marzo segnò per sempre la vita stessa della Fondazione.

Alla fine sia Sergio Zavoli che padre Bartolomeo Sorge, erano diventati, loro malgrado, testimonial più autentici della donna che “parlava con i defunti”, della mistica “che parlava con la Madonna”, che “faceva i miracoli” e che durante la Settimana Santa viveva il grande mistero delle stigmate.

Prima di lasciare Paravati Zavoli si rivolge per l’ultima volta ai ragazzi presenti in sala e li ringrazia in maniera quasi commossa, ma era questo Sergio Zavoli nella sua vita di tutti i giorni: “Devo confessarvi che non mi era mai capitato di vedere ad una conferenza tanti ragazzi così attenti e così partecipi, segno che qui si sta vivendo davvero qualcosa di straordinario: segno che qui si respira un’intensa religiosità e la salute dell’anima”.

Inutile chiedere a Padre Michele Cordiano cosa Zavoli e Natuzza si dissero quel giorno nel segreto della stanza della sua stanza da letto: Padre Michele sorride ed evita la domanda in questa maniera: “Quando Natuzza incontrava qualcuno, e chiudeva la porta della sua stanza, quegli incontri rimanevano assolutamente segreti.

Natuzza non parlava mai con noi di queste cose. Non ne parlava con nessuno, neanche con suo marito don Pasquale, e allora don Pasquale era ancora tra di noi.

Ma forse perché Natuzza considerava quegli incontri una sorta di confessione, e come tale da tenere per se stessa in eterno. Così fu con Zavoli. Se Zavoli non avesse raccontato da solo di avere incontrato Natuzza, nessuno avrebbe mai saputo del suo colloquio con madre Natuzza Evolo.

Di sicuro posso dirvi che Zavoli quando uscì da quella stanza sembrava un’altra persona. Era arrivato stanco e spossato, quasi nero in volto, e d’improvviso invece riapparve nei suoi occhi la luce.

E’ come se avesse un nodo da sciogliere quando è arrivato in casa da noi, e dopo l’incontro con Natuzza è come se lui avesse trovato il modo per scioglierlo quel nodo.

Ricordo un Sergio Zavoli emozionato, commosso, e quanto mai innamorato di Natuzza”. E prima di lasciare Paravati, Zavoli torna in camera a salutare Natuzza, consapevole che sarebbe stato difficile per lui rivederla in futuro, e la saluta prendendole il viso tra le mani e baciandola sulla fronte.

Immagine emblematica, ripresa per caso da un fotografo che in realtà seguiva Zavoli nel corso del dibattito con i giovani, e che oggi grazie alla Fondazione Maria Immacolata di Gesù abbiamo il privilegio di proporvi in esclusiva assoluta. (b.n.)


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