Rai, giornalisti idonei 2015: “Stop al nuovo concorso, illegittimità nel bando e spreco di soldi pubblici”

Maretta per le nuove assunzioni in Viale Mazzini.

(Prima Pagina News)
Venerdì 25 Ottobre 2019
Roma - 25 ott 2019 (Prima Pagina News)

Maretta per le nuove assunzioni in Viale Mazzini.

Mentre nelle prossime settimane la Rai si prepara a mettere in piedi e rendere operativo il nuovo “Concorsone per giornalisti” da assegnare poi alle Sedi Regionali sono stati appena depositati al Tribunale di Roma due ricorsi urgenti per bloccare subito la selezione già entrata nel vivo. “La selezione 2019 presenta numerosi profili di illegittimità, per questo abbiamo dato mandato al nostro avvocato Vincenzo Iacovino (in alto nella foto) di depositare due ricorsi cautelari contro di essa”.

È quanto dichiara il Comitato per l’Informazione pubblica, fondato da oltre 100 giornalisti risultati idonei alla selezione Rai 2015 e che evidentemente vedono nel prossimo Concorso Rai il rischio di dover chiedere per sempre le loro legittime aspirazioni di poter lavorare in Azienda.

“Da tempo abbiamo diffidato la Rai – prosegue il Comitato – dall’indire una nuova, costosa selezione mentre la nostra graduatoria è ancora vigente ai sensi del comma 1096 della legge 205/2017. Si tratta di uno spreco di risorse pubbliche da parte di una azienda che svolge servizio pubblico e che come tale è sottoposta alla Corte dei conti. L’azienda non ci ha dato ascolto e ha bandito la nuova selezione, costringendoci a reagire”.

“Abbiamo quindi depositato un ricorso urgente – precisano i giornalisti che hanno già partecipato al primo concorso Rai 2015 e secondo i quali esisterebbe oggi un diritto pregresso ad essere chiamati prima del nuovo Concorsone 2019- per censurare la decisione della Rai di bandire il concorso nonostante il nostro diritto di precedenza nell’assunzione, espressamente previsto dalla legge, e un altro ricorso per censurare il bando per i diversi profili di illegittimità, primi tra tutti la regionalizzazione delle procedure di selezione e l’obbligo di scegliere una sola sede regionale, quando la Cassazione ha già vietato pratiche del genere per realtà nazionali come è la Rai”.

È evidente che nulla può dirsi davvero scontato, e che ogni tipo di decisione futura in materia di assunzioni Rai rischia comunque di sollevare mugugni e malumori generali. Sarebbe curioso capire cosa farà ora il sindacato per difendere gli interessi di chi ha già regolarmente partecipato al primo concorso con la certezza che la graduatoria sarebbe stata fatta scorrere fino ad esaurimento.


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