Renzi scende nei sondaggi. Dopo il voto a Bonafede perde credibilità? Forse.

Quanto ha influito la vicenda Bonafede? Vuole posti o fa politica?

di Gregorio Corigliano
Sabato 23 Maggio 2020
Roma - 23 mag 2020 (Prima Pagina News)

Quanto ha influito la vicenda Bonafede? Vuole posti o fa politica?

Occorre passare dalle parole ai fatti. Matteo Renzi, accusato di aver bocciato le due mozioni di sfiducia contro il ministro di giustizia Alfonso Bonafede esclusivamente per tornaconto personale, ha pubblicamente risposto di non volere poltrone.

C’è da credergli? Come si fa a dire? Non avrebbe potuto dire che ha trattato col presidente del Consiglio per un posto di ministro in favore di Maria Elena Boschi, o di sottosegretario per Gennaro Migliore o Luigi Marattin.

Avrebbe fatto la figura del pier cooker (perecottaro) quale non è, a giudizio di buona parte dei cittadini, o di fru-fru, secondo tanti altri.

E’ un fatto, però, che ad Annalisa Cuzzocrea, calabrese tosta, come me, ha risposto in maniera credibile, checché se ne possa dire. E non perché io sia (stato?) renziano della prima ora.

Eppure, continua a gridarlo ai quattro venti, che quello che a lui interessa, è la politica, sono i cantieri da aprire. Ed il fatto che anche il premier Conte lo abbia pubblicamente riconosciuto, lo ha gratificato. “Un piano shock che, tra l’altro, prevede commissari e corsie veloci per le opere strategiche per lo sviluppo ed il futuro del paese”.

Ed in più, l’adeguamento delle opere di edilizia scolastica, contro il dissesto geologico. Sarà realmente questo che vuole Renzi o è solo uno specchietto immediato per le allodole per poi passare ad “incassare” per Italia viva, il partito che ha fondato all’ultima Leopolda?

Sarà con qualche posto di governo o di sottogoverno che Renzi potrà salire nel gradimento degli italiani?

E, quel che altrettanto, o di più, conta, salire nei sondaggi del partito? Già, perché, mentre la gran parte degli italiani lo giudica credibile nei ragionamenti e nelle proposte, è sempre fermo al 3, al 4 o, forse, al 5%? Questo non si capisce proprio. C’è qualcosa che non va. Non c’è dubbio.

E’ più credibile quando dice a Bonafede “lei ha sbagliato tutto e dovrebbe essere rimosso” oppure quando al Senato afferma che “adesso inizia una fase molto delicata e difficile, e quindi, occorre passare dalle parole ai fatti?” E’ un fatto che, comunque, il senatore di Scandicci e leader di Italia Viva abbia detto che “il garantismo abbia dato una lezione di stile ai giustizialisti”.

Renzi ha dimostrato di fidarsi di Conte che ha pubblicamente riconosciuto l’importanza del piano delle infrastrutture. Ciò che comporta la necessità di liberare 120 miliardi sui cantieri, per poter affrontare la crisi post Coronavirus in modo diverso.

Strade, autostrade, ferrovie,edilizia scolastica, il tutto utilizzando il metodo dei commissari come si è fatto per il ponte di Genova e per l’Expo, per accelerare la spesa e realizzare le opere e, quindi, in questo momento di crisi, dare i posti di lavoro di cui il Paese ha assoluto bisogno.

E sul piano politico? Se avesse pensato all’interesse di Italia Viva Renzi si è detto del parere che gli sarebbe convenuto far cadere il governo, ma guardando agli interessi del Paese ha scelto la prosecuzione del governo di Conte.

Anche perché – e dico giustamente- con il lockdown appena terminato, trentamila morti, disoccupazione al 15 per cento, debito/pil al 160% sarebbe stato irresponsabile aprire una crisi al buio.

Ha dimostrato di avere la testa sulle spalle. Durerà, o troverà un motivo per mettere, ancora una volta in dubbio, la validità del governo? E’ scontato che al momento della nascita del suo partito, Renzi aveva creato molte attese, ogni giorno c’erano nuove adesioni di semplici cittadini, poi di consiglieri,assessori regionali, infine di parlamentari.

Al di là del caso ultimo di Francesco Scoma, un parlamentare siciliano irrequieto, non c’è stata la corsa che Renzi attendeva, diciamo la verità. Forse c’è un po’ di scontentezza? Delusione? Mancanza di credibilità nell’iniziativa politica? Non lo so: è un fatto che il senatore toscano sia comunque un punto di riferimento politico nel Paese.

Di lui, e non solo perché ha un buon gruppo di deputati e di senatori dalla sua parte, non si può fare a meno. E’ sempre presente nel dibattito politico.

E’ un leader, comunque, al di là degli immancabili difetti più personali che politici.

Difetti che influiscono, è scontato, sul piano politico. Come è scontato che non si riuscirà a fargli cambiare modo di essere.

Non lo dice, ma sembra dire: sono così. Prendere o lasciare. In pochi lo hanno preso, nessuno lo ha lasciato. Significherà qualcosa.


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