Stravolto il turismo salentino

A Lecce un parroco mette alla gogna gli amministratori della città...

(Prima Pagina News)
Giovedì 02 Agosto 2018
Lecce - 02 ago 2018 (Prima Pagina News)

A Lecce un parroco mette alla gogna gli amministratori della città...

Sin qui non è stata una grande stagione. Si vedrà di rimediare in agosto, come sempre si spera. E, comunque, ogni anno la stessa litanìa. Sono tanti e tali i problemi del turismo di casa nostra da temere di non averli semplicemente compresi.

E a parlarne aspettiamo sempre l’estate o giù di lì, quando manca il tempo per programmare e soltanto quello di rimandarli alla prossima stagione. Il deficit di programmazione è sotto gli occhi di tutti e le tante debolezze servono soltanto a infarcire le pagine locali, con sindaci disperati e ansiosi, ma anche ottimisti e volenterosi che cercano di rimediare alla situazione.

Nel frattempo, non sono pochi gli operatori turistici, anche di Nardò, che si lamentano della situazione, di non ricevere aiuto (pensiamo ai tanti B&B che lavorano pochissimo). La situazione è complicata o, come anche si ama dire, complessa. Anche quest’anno gli allarmi non sono mai mancati ( l’ultimo, quello di Confartigianato che parla di furbi e dilettanti che operano nel turismo salentino).

Servizi e qualità degli stessi. Ma a che serve? Soltanto a rovinarsi il sangue e rassegnarsi. Prendiamo il trasporto in provincia di Lecce. Insufficiente su tutta la …linea. Gomma o rotaia non cambia la situazione. La gravissima situazione che si è venuta a determinare (negli ultimi decenni persi per strada il 70% degli utenti) sembra non interessare nessuno se non quei disgraziati che sono costretti a prendere una “corriera” (dire bus è termine eccentrico) o una carrozza-bestiame delle sgangherate Ferrovie del Sud-Est (oggi acquisite dalle Ferrovie dello Stato), per le quali, dopo il grave danno (truffa e ruberie varie della gang del commissario Fiorillo che pasteggiava a euro 2.600 (duemilaseicento) a bottiglia di vino pregiato, dopo aver lasciato un “buco” di 230milioni di euro), si è aggiunta la beffa della disponibilità del servizio su rotaia non oltre i 50/kmh per la mancanza de sistema di sicurezza denominato SMCT.

La cosa durerà per almeno due anni. Se non si prende il treno o il bus, restano le auto. Ma anche qui le cose non si mettono bene. In città o al mare che sia, tanti amministratori hanno scoperto (però, in ritardo) che servono i parcheggi per farle riposare. Altrimenti, finimondo (sempre a Gallipoli, Otranto, Torre dell’Orso. Santa Maria di Leuca). Anche a Nardò dovremo migliorare. Ma il cahier des doléances è troppo corposo per consultarlo una sola volta.

Partiamo dalle mille infrazioni dei concessionari di lidi (ovvio, per fortuna, non tutti), alle licenze a go-go rilasciate senza alcun criterio o, meglio, rilasciate su forte pressione che viene esercitata sulle varie amministrazioni. Temporalmente, pre e post- elezioni. Riguarda un po’ tutte e segnatamente Gallipoli (di cui ci siamo sempre abbondantemente interessati) e Lecce dove è bastata la voce forte e autorevole del Parroco della Cattedrale Don Antonio Bruno che, a proposito della città del barocco, ha parlato di un enorme suk, con la gente che pensa soltanto a mangiare e bere.

Ha esagerato? Conoscendo bene la città, sì e no. E’ vero, ci sono altre attività, come quella di portare il cane a spasso, assistere gli anziani o anche quella di dare decoro al poco verde urbano. Per il resto, cin cin e buon appetito! Niente di male, ovviamente, ma c’è chi ricorda un’altra città, con un bel centro storico dove si vedevano gli artigiani e altre attività produttive.

Tutto cambiato negli ultimi anni. Don Bruno ha colto nel segno parlando proprio delle licenze rilasciate a iosa e chiaramente facendo intendere a quali pressioni sono sottoposti gli amministratori. Un po’ tutti si sono detti d’accordo (col parroco), a cominciare dal sindaco Carlo Salvemini, enti e amministrazioni varie che hanno concordato, applaudito. Rimedieranno – hanno assicurato. Falsa coscienza. Colpiti nel segno hanno prenotato la confessione con Don Bruno, altri si sono spinti più in là , accennando a pratiche di autoflagellazione.

Due, non di più, considerazioni e una certezza: la prima è che i reprobi abbozzano e succede sempre così quando una voce autorevole (soprattutto dal mondo della Chiesa) interviene su una qualsiasi questione sociale. La seconda, riguarda il silenzio che calerà sulla questione dopo che per un paio di giorni i giornali locali hanno dato la giusta evidenza alle parole di Don Bruno.

C’è certezza, infine, sul punto che quelle parole hanno fortemente infastidito tanti amministratori e, al di là del plauso e della condivisione di un minuto, hanno poi pensato che sarebbe stato il caso per quel prete che si facesse i fatti suoi. (Luigi Nanni)


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