Unaprol: "Stop all'uso dell'olio extravergine come prodotto civetta"

In questi giorni, il prodotto viene venduto al dettaglio a meno di 6 euro al litro, mentre il prezzo all'ingrosso è pari a 9,50 euro.

(Prima Pagina News)
Lunedì 23 Giugno 2025
Roma - 23 giu 2025 (Prima Pagina News)

In questi giorni, il prodotto viene venduto al dettaglio a meno di 6 euro al litro, mentre il prezzo all'ingrosso è pari a 9,50 euro.

Bisogna smettere di usare l'olio extravergine di oliva come prodotto civetta sugli scaffali dei supermercati. E' quanto evidenzia Unaprol, il Consorzio Olivicolo Italiano, che riunisce più di 100.000 olivicoltori in tutta Italia, esprimendo la sua “forte preoccupazione” per il nuovo caso di promozione al ribasso dell'olio extra vergine di oliva 100% italiano: in questi giorni, infatti, viene venduto a meno di 6 euro al litro, un prezzo sorprendentemente basso e decisamente al di sotto del prezzo minimo all'ingrosso, che è di 9,50 euro al litro.

“Un simile scostamento tra valore reale e prezzo promozionale disorienta i consumatori e genera forti tensioni nel comparto olivicolo”, spiega il Consorzio in una nota.

“Siamo di fronte a una pratica ricorrente e profondamente lesiva – dice David Granieri, presidente di Unaprol – che vede l’olio EVO italiano utilizzato come prodotto civetta nelle logiche promozionali della GDO. Un comportamento che svilisce il valore del nostro lavoro e che altera la percezione del mercato, alimentando aspettative irrealistiche e penalizzanti per i produttori”.

In un momento delicato per la filiera olivicola italiana, caratterizzato da costi crescenti, scarsità di prodotto e instabilità di mercato, offrire ai consumatori un olio totalmente italiano a meno di 6 euro al litro “solleva interrogativi legittimi sulla sostenibilità economica e sul rispetto del valore della produzione nazionale”, prosegue Unaprol, che fa anche sapere di aver ricevuto molte segnalazioni da parte delle imprese associate, preoccupate per le ripercussioni che questo tipo di iniziative può portare sulla reputazione dell’olio italiano sul mercato interno e mondiale.

“È tempo di una riflessione collettiva. L’olio extra vergine di oliva italiano non può essere più ridotto a semplice leva promozionale. Merita, invece, di essere trattato per ciò che è: un’eccellenza agroalimentare frutto di lavoro, qualità e tradizione, che va rispettata e valorizzata. Non permetteremo che il lavoro fatto insieme ai consumatori in questi due anni liberando l’extravergine 100% italiano dalle logiche di Commodities siano depauperate dalla irragionevole rincorsa ai volumi di qualche azienda, porteremo il problema al tavolo olivicolo ministeriale il 26 giugno”, conclude Granieri.


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