Uno stargate tra l’Uomo rinascimentale e la contemporaneità trasferita a Bangkok: Jacopo Gianninoto
Intervista ad un musicista, docente universitario, artista e creativo dai mille volti sempre tutti interessanti e coinvolgenti. Un italiano trasferitosi a Bangkok che è vanto dell’Italia e dei suoi valori artistici e culturali.
di Francesco Tortora
Giovedì 23 Giugno 2022
Roma - 23 giu 2022 (Prima Pagina News)
Intervista ad un musicista, docente universitario, artista e creativo dai mille volti sempre tutti interessanti e coinvolgenti. Un italiano trasferitosi a Bangkok che è vanto dell’Italia e dei suoi valori artistici e culturali.

Jacopo Gianninoto è uno scrigno prezioso, ricco di luce e tante sorprese, un pozzo senza fine di Cultura che affonda le proprie radici nel mondo della Musica, degli studi sul Buddhismo, nella realizzazione di spettacoli ed eventi culturali di caratura internazionale. Un vero regalo del Cielo, a tutto vantaggio dell’immagine e della Cultura Italiana in Thailandia. Lo incontriamo a Bangkok e lo intervistiamo sul suo punto di vista sullo stato attuale delle cose negli scenari dove agisce e lavora quotidianamente da anni. 

 

La tua è un'esperienza vasta e sfaccettata, che abbraccia diversi campi dell'arte e delle forme visive. Può descriverne la genesi e la natura? 

  

Nasco come musicista, con un percorso di studi tradizionale al conservatorio in chitarra, liuto, e composizione, ma al tempo stesso mi sono sempre interessato a tutte le forme d’arte in generale. Dal punto di vista accademico sono docente di Chitarra, Liuto e Storia della Musica alla Assumption University di Bangkok di cui sono stato anche direttore del dipartimento musica per due mandati, e ho pubblicato molte ricerche accademiche presentate in varie università in giro per il mondo, una ventina di libri per chitarra, e altrettante opere musicali di vario genere. Divido il mio lavoro artistico tra realizzazione della mia musica composta sia in forma tradizionale che elettronica, e progetti performativi che sono quasi sempre in collaborazione con altre arti. In entrambi i casi quando lavoro ad un'idea o un progetto mi interessa andare al di là della struttura e tendo a creare solo quando ho in mente un qualcosa di specifico da dire. Per mia natura ho sempre mille interessi e ho sempre bisogno di nuovi stimoli dunque posso tranquillamente passare dalla musica elettronica di stampo per così dire “classico”, alla composizione di musiche per Liuto barocco, ma poi magari fare un progetto di musica dance o di post-rock. Molti dei miei lavori sono collegati a opere letterarie, filosofie esoteriche oppure a personaggi storici: ad esempio ho fatto una serie di lavori ispirati ai libri di J.G. Ballard e William Burroughs, oppure alla vita di Caravaggio e Giordano Bruno e lavori ispirati ad alcuni aspetti del Buddhismo Vajrayana. E tra le altre cose, per differenziare uso diversi “personaggi” creati appositamente per proporre i vari lavori: a parte la mia identità principale di musicista e compositore per cui uso il mio nome, ci sono le mie identità secondarie come Anatole Trans che compone musica elettronica e techno/trance dal 1997, oppure come Johnny Pattern pensato come una esistenza virtuale che vive nei codici dei vari software musicali che uso e produce “Digital Dust from Virtual Suburbias”, o anche The Björn Bong Project che è pensato come un produttore vecchio stile che registra musica rock/post-rock usando apparecchiature vintage…e altri che lascio segreti nello spirito del movimento Luther Blisset degli anni ’90. 

A Bangkok ho collaborato con la Siam Philharmonic Orchestra come performer e anche in veste di consigliere, partecipando tra le varie cose anche alla realizzazione dell’Otello di Verdi; Con il mio collega, amico e grande clavicembalista Alberto Firrincieli abbiamo creato il primo ensemble di musica antica su strumenti originali in Thailandia, Baroque Musike Bangkok, e anche il progetto di improvvisazione barocca Baroque Me Baby, oltre ad aprire sotto la mia direzione i primi corsi universitari di strumenti antichi del Sud-Est Asiatico. Poi ho lavorato con vari gruppi di teatro portando anche artisti thailandesi in Italia e vari artisti italiani qui in Thailandia per fare workshop, spettacoli e scambi culturali. Insomma in questi anni non mi sono mai annoiato. 

 

Da quanto tempo vivi in Thailandia e perché hai scelto di vivere proprio in questa Nazione? 

 

Sono Arrivato in Thailandia nel 2003, inizialmente in una parte molto isolata del nord-est e poi dal 2005 a Bangkok. La Thailandia fu una scelta legata un po’ al Buddhismo che pratico da molti anni, un po’ al luogo in sé che avevo visitato come turista e mi era piaciuto molto, ma in generale soprattutto al desiderio di confrontarmi con una realtà diversa. 

 

Quali sono i tuoi progetti nel tuo prossimo futuro? 

 

Negli ultimi anni sempre per la mia costante ricerca di cose nuove, ma anche per vari motivi personali, divido il mio tempo tra docenza universitaria, la mia arte e il business della moda a Parigi assieme a mia moglie che è una Fashion designer (in Italia si direbbe stilista), ma questa è un'altra storia… 

Tra covid e altre cose gli ultimi 2/3 anni non ho fatto molte performance ma mi sono concentrato nello scrivere musica e nel fare ricerca, e ora per quanto riguarda i progetti artistici, sto preparando un lavoro tra musica, teatro e arti visive sulla vita di Galileo Galilei e del suo babbo Vincenzo e il fratello Michelangelo che erano entrambi liutisti e musicisti di grandissimo livello, che verrà presentato con performance in Italia e Thailandia entro fine 2022. E poi sto registrando un nuovo lavoro di mie composizioni, e ci sono due libri sulla musica di S.L. Weiss in uscita entro l’anno. 

 

In base alla tua esperienza umana e culturale, cosa senti di poter consigliare a chi, in varie forme, decida di emulare una scelta come la tua, ovvero lasciare la propria Nazione di origine per decidere di vivere all'estero, in Thailandia, nello specifico? 

 

In generale mi sento di consigliare a tutti un'esperienza all’estero, e in particolare ai più giovani. Significa arricchire il proprio bagaglio culturale, migliorare la conoscenza delle lingue e soprattutto uscire dalla propria comfort-zone. Non è mai facile, ci vogliono molta apertura mentale e capacità di adattamento ma può essere molto gratificante. Per quanto riguarda la Thailandia nello specifico, come tutti i luoghi del mondo ci sono cose belle e cose meno belle e molte contraddizioni, non ci si deve mai aspettare di trovare il paradiso, e sicuramente l’immagine che può vedere un turista è molto diversa dalla vera Thailandia: ho visto due colpi di stato, nel 2006 e 2014, ho vissuto le repressioni politiche del 2010 e le varie proteste politiche di cui in occidente si parla poco. 

Se potessi dare un consiglio sicuramente direi prima di tutto di non venire con un approccio colonialista, che sia di tipo missionario o sfruttatore, e poi di non chiudersi nei circoli di italiani all’estero o expats in generale ma di farsi amici del luogo e connettersi con la società reale…c’è molto da imparare in tutte le culture del mondo. Poi ovviamente dal punto di vista pratico, a chi volesse fare investimenti o attività commerciali consiglierei di farli con attenzione e minimizzando i rischi, e magari di vivere prima per un periodo in Thailandia per capire bene la società con le sue regole, in modo da poter fare una scelta ragionata. E farsi una buona assicurazione sanitaria internazionale: in Italia abbiamo il privilegio di una sanità pubblica che diamo per scontata. 


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