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Si dimettono il presidente dell'Anm, Luca Poniz, e il segretario generale, Giuliano Caputo. All'ordine del giorno del Comitato Direttivo Centrale di ieri sera c'era la mozione con la quale Magistratura indipendente chiedeva l'anticipo a luglio delle elezioni del Comitato, fissate per il 18, 19 e 20 ottobre prossimi .
Si dimettono il presidente dell'Anm, Luca Poniz, e il segretario generale, Giuliano Caputo. All'ordine del giorno del Comitato Direttivo Centrale di ieri sera c'era la mozione con la quale Magistratura indipendente chiedeva l'anticipo a luglio delle elezioni del Comitato, fissate per il 18, 19 e 20 ottobre prossimi .
Un vero e proprio tsunami anche ai vertici dell’Associazione Nazionale magistrati, alle prese in queste ore con un dibattito serrato su quello che potremmo chiamare lo “scandalo giustizia”, finito sui giornali per via delle mille intercettazioni telefoniche registrate sul telefonino di Luca Palamara, e da cui viene fuori uno spaccato torbido del rapporto che taluni magistrati hanno, e continuano ad avere, con taluni cronisti di giudiziaria, consapevoli o inconsapevoli megafoni delle indicazioni e dei diktat di taluni pubblici ministeri.
Una vergogna istituzionale senza tempo e senza precedenti, che meriterebbe un intervento diretto del Capo dello Stato, forse ancora troppo prudente - osservano in tanti- rispetto ad una vicenda così inquietante e che investe l’intero Consiglio Superiore della Magistratura. Serve chiarezza, una volta per tutte, perché a leggere le intercettazioni-Palamara c’è solo da restare scandalizzati, da inorridire, ma anche da temere per la tenuta stessa della democrazia.
Processi, nomine ai vertici delle procure decise nel chiuso dei salotti, ragionamenti istituzionali fatti esclusivamente nel corso di talune cene da vip, promozioni trasferimenti e procedimenti disciplinari dei magistrati discussi votati e decisi secondo la loro appartenenza a questo o a quella corrente interna alla magistratura. Insomma, irregolarità manifeste di ogni genere.
Chiunque può commettere degli errori nel corso della propria vita, ma qui siamo in presenza di un organo dello Stato che dimostra di fare acqua da tutte le parti. Solo il Ministro della Giustizia non se ne è ancora accorto, e continua a sorridere davanti ad ogni telecamera che gli si presenta davanti. Alfonso Bonafede fa finta di ignorare tutto quello che sta accadendo attorno a lui, probabilmente spera di andare avanti in questo modo per chissà quanto tempo ancora.
Ha ragione Renzi, non se ne può più, e se Renzi l’altro giorno fosse stato coerente fino in fondo con le cose dette in Senato, a quest’ora non avremmo più neanche un Ministro della giustizia. E forse neanche un Governo Conte, che ha ridotto il Paese in miseria.
Una colpa, chiamiamola così, che Renzi ha pagato cara in queste ore, perché i sondaggi più accreditati lo danno in coda alla classifica dei leader politici italiani. Persino Carlo Calenda risulta essere più popolare di lui. Ieri sera l’epilogo, di una telenovela che sembra destinata a segnare profondamente la vita della magistratura italiana nei prossimi mesi.
Si riunisce il Comitato direttivo centrale dell’Associazione Nazionale Magistrati e dopo dieci ore di dibattito e di discussioni anche violente si dimettono il presidente dell'Anm, Luca Poniz, e il segretario generale, Giuliano Caputo.
All'ordine del giorno c'era la mozione con la quale Magistratura indipendente chiedeva l'anticipo a luglio delle elezioni del Comitato, fissate per il 18, 19 e 20 ottobre prossimi dopo il primo rinvio legato all'emergenza coronavirus, motivandolo con la pubblicazione di alcune conversazioni del 'caso Palamara' che avrebbero di fatto delegittimato la Giunta, coinvolgendo direttamente alcuni suoi componenti.
Un dibattito quello di ieri sera -racconta chi c’era- tra i più sofferti di questi anni e che alla fine ha visto prevalere posizioni sempre più distanti, con la decisione degli interi gruppi di Area, di cui fa parte Luca Poniz, e di Unicost, di cui fa parte Giuliano Caputo, di uscire dalla Giunta. Nella votazione finale l'anticipo delle elezioni è stato respinto. 19 no, 7 sì e 8 astenuti, mentre il Comitato Direttivo Centrale è stato aggiornato a lunedì prossimo 25 maggio alle 19.
È evidente che il Caso-Palamara sia destinato a condizionare pesantemente la vita stessa dell’ANM. Giova ricordare che il presidente Luca Poniz, con la stessa chiarezza che ha sempre contraddistinto le sue battaglie morali, riferendosi in apertura del Comitato Direttivo Centrale del 9 maggio scorso, alle vicende legate al caso Palamara e alla richiesta di trasmissione degli atti alla procura di Perugia per consentire al collegio dei probiviri dell'ANM, davanti al quale erano stati deferiti tutti i magistrati a vario titolo coinvolti nella bufera nata dall'inchiesta dei pm perugini, di completare il proprio lavoro, aveva testualmente dichiarato: “Le indagini Perugia si sono chiuse, quindi abbiamo chiesto la trasmissione integrale degli atti.
Su questo ci era stato opposto un diniego da Procura e Csm per questioni di segretezza ora a indagini chiuse sono cadute le ragioni del segreto.
Siamo in attesa di una risposta per avere altri atti da trasmettere ai probiviri”. Carte che l’ANM non ha ancora ricevuto dalla Procura di Perugia. Anche se i mille segreti dell’inchiesta stanno fuoriuscendo dalle maglie strettissime detta rete, ogni giorno che passa. Presto tutto sarà pubblico e alla luce del sole.
Ne vedremo allora di belle, assicurano i vecchi magistrati che al CSM sanno tutto di queste cose interne alla vita stessa delle correnti.