#ServiziSegreti, #SilviaRomano e i veri Eroi dell’Intelligence Italiana: #Calipari, #LiCausi, #D’Auria, e #Colazzo.

C’è una Giornata della Memoria anche per i caduti dei nostri Servizi Segreti. Nel messaggio che il Presidente del Consiglio dei ministri Conte ha inviato per questa occasione così speciale ai familiari dei caduti nell’esercizio delle proprie funzioni, e al servizio dell’Intelligenze italiana, ha ricordato il loro ruolo, la loro funzione e soprattutto il loro sacrificio.

di Pino Nano
Mercoledì 13 Maggio 2020
Roma - 13 mag 2020 (Prima Pagina News)

C’è una Giornata della Memoria anche per i caduti dei nostri Servizi Segreti. Nel messaggio che il Presidente del Consiglio dei ministri Conte ha inviato per questa occasione così speciale ai familiari dei caduti nell’esercizio delle proprie funzioni, e al servizio dell’Intelligenze italiana, ha ricordato il loro ruolo, la loro funzione e soprattutto il loro sacrificio.

Un nome per tutti, quello di Nicola Calipari, eroe italiano morto per salvare la vita della giornalista Giuliana Sgrena, sequestrata dai terroristi il 4 febbraio 2005 dall'Organizzazione del Jihād islamico, mentre si trovava a Baghdad, in Iraq, per realizzare una serie di reportage per il suo giornale, e poi liberata proprio da Nicola Calipari, che sulla via del ritorno rimase ucciso.

Niente di più drammaticamente attuale dopo il rilascio di Silvia Romano. Ci sono infatti uomini, spesso invisibili, che ogni giorno garantiscono la nostra sicurezza a rischio della loro stessa vita. Di questi eroi dell’intelligence faceva parte Nicola Calipari, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, dirigente del Sismi che il 4 marzo del 2005 sacrificava la propria vita a un posto di blocco sulla Irish Route, la strada che collegava la zona verde all’aeroporto internazionale di Baghdad in Iraq, a conclusione di una delicatissima operazione che aveva portato al rilascio della giornalista italiana Giuliana Sgrena, rapita un mese prima.

Nelle parole dell’ambasciatore, e direttore del DIS, Giampiero Massolo, Nicola Calipari era un servitore dello Stato “dedito al suo compito sino all’estremo sacrificio, fedele difensore dei valori della piena libertà, un uomo amato e rispettato da quanti hanno lavorato con lui, “un Nord cui guardare sempre, un esempio di cosa significhi davvero servire lo Stato”.

Ma non solo Nicola Calipari. Il Premier Conte li ricorda così:“Vorrei ricordare personalmente i nomi di tutti loro, per non far mancare il mio contributo affinché rimangano per sempre scolpiti nella memoria di tutti i cittadini italiani: Vincenzo Li Causi, Nicola Calipari, Lorenzo D’Auria, Pietro Antonio Colazzo.

Quattro ammirevoli servitori dello Stato ai quali tutti siamo e saremo perennemente uniti, sia nel ricordo, che in un inestinguibile debito di gratitudine per il sacrificio estremo al quale sono andati incontro”. Il premier Giuseppe Conte questa volta ricorda i veri eroi dell’intelligence italiana, il fior fiore dei nostri servizi segreti, uomini di Stato che hanno pagato con la vita il prezzo più alto della loro missione istituzionale al servizio del Paese.

Uomini-eroi che hanno dedicato tutto quello che avevano nell’interesse della Nazione e poi sono morti a migliaia di chilometri di distanza dalle proprie famiglie: Vincenzo Li Causi in Somalia, Nicola Calipari in Iraq, Lorenzo D’Auria e Pietro Antonio Colazzo in Afghanistan. Era solo il 20 marzo scorso.

È ammirevole – sottolineava nel suo messaggio per la Giornata delle Memoria il Capo del Governo- che i loro colleghi per primi non li abbiano mai dimenticati ed avvertano costantemente la necessità di onorarli. “So che tutte le donne e gli uomini del DIS, dell’AISE e dell’AISI vivono questa ricorrenza con grande intensità emotiva e con partecipazione collettiva.

Di questo, sono loro davvero grato e guardo a tale sensibilità come ad una riprova ulteriore che la struttura cui appartengono non si caratterizza solamente per abilità, professionalità e competenze: è anche molto di più, è una comunità che, nel suo agire, è guidata dai valori da cui è permeata e che non smette mai di testimoniare in prima persona gli ideali più alti dell’etica costituzionale e repubblicana”.

Alla forte commozione – aggiungeva il premier in quella giornata così speciale, “si unisce il ricordo assai vivo della Parete della Memoria situata nel salone d’ingresso della sede unitaria di Piazza Dante.

È un angolo immediatamente distinguibile per chiunque varchi la soglia di quel Palazzo. Ogni visitatore, e con lui ogni cittadino italiano, saprà che l’Intelligence ha portato a compimento il suo cammino verso l’unitarietà e verso la sua attuale, moderna fisionomia istituzionale anche e soprattutto in memoria del sacrificio di coloro i quali anteposero la loro Patria alla loro stessa vita”.

È scritto, in quella Parete, che la vera luce per il cammino futuro della nostra Intelligence è il rispetto per il loro esempio. Che l’essenza del bene della Nazione si rinviene nei valori che hanno incarnato. Che la speranza per il nostro futuro risiede nella loro testimonianza di vita. Il Presidente Conte dice ancora: “Ricordo anche che, così come, nel cuore di Forte Braschi, sorge una Stele commemorativa che si pone quale nobile tratto identitario di quel complesso architettonico, al tempo stesso quella Parete è volutamente trasparente, a sottolineare che il DIS, l’AISE e l’AISI lavorano nella dovuta riservatezza, ma senza che questa possa mai essere confusa con l’opacità, del tutto estranea alla cultura ed all’operato dell’Intelligence del nostro Paese”. Non ha nessun dubbio “l’avvocato del popolo”: “La nostra Intelligence si distingue anche per il capitale di fiducia che i cittadini nutrono nei suoi confronti, costruito e consolidato nel tempo.

E’ altresì patrimonio del Paese il fatto che i nostri Organismi informativi si collochino ai massimi livelli nel panorama internazionale, quanto a credibilità, efficacia operativa, nonché capacità di interlocuzione, collaborazione ed interscambio informativo negli specifici canali e formati”.

Nella Giornata delle memoria – sottolinea ancora il premier il Paese rende omaggio a quattro uomini valorosi che per la vita intera hanno coltivato con rigore e dignità l’orgoglio della discrezione e dell’anonimato, fieri di null’altro che della loro abnegazione al servizio, che nel loro caso li ha portati al sacrificio estremo.

“Il loro esempio, nell’essere testimonianza personale di lealtà alle Istituzioni nella sua forma più pura, serva a rammentare a tutti che l’etica pubblica è e deve essere sinonimo di discrezione, riserbo, integrità, legalità, coraggio individuale. In altre parole, della fede nei principi della Costituzione quale unica bussola per misurarsi con le difficoltà e le sfide del tempo che si vive”.

Vi assicuro che considero un privilegio – concludeva nel suo messaggio il Capo del Governo- “la possibilità di farmi messaggero di quel che Vincenzo Li Causi, Nicola Calipari, Lorenzo D’Auria, Pietro Antonio Colazzo sono stati, dei loro nomi e volti cui riserverò sempre un posto speciale nella mia mente e nel mio cuore.E’ un pensiero di ammirazione, dolore e gratitudine che non è certo episodico.

Mi accompagna costantemente e riaffiora con un particolare afflato di vicinanza e partecipazione in questa Giornata della Memoria, dal significato così solenne ed al tempo stesso così intimo e familiare”. Ci sembrava giusto riscoprire e rileggere insieme, oggi, dopo le mille polemiche scatenatesi sul rilascio di Silvia Romano, le parole del premier in occasione della Giornata della Memoria dei nostri eroi “invisibili”. Perché anche questa volta, dietro il rilascio di Silvia Romano, c’è il lavoro, difficilissimo, coraggiosissimo, e soprattutto assolutamente anonimo, dei nostri servizi segreti.

Nessuno, statene certi, saprà mai chi si nascondesse dietro quei passamontagna degli agenti speciali che hanno liberato Silvia Romano, e che poi l’hanno aiutata a scendere dall’aereo di Stato che l’aveva riportata a casa. Ma è giusto che sia così. Dei 4 milioni pagati invece per il suo rilascio, veri o presunti, oggi non vogliamo parlarne.


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