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L'Ue, il Giappone e la Corea del Sud sono soggetti ad una tariffa di almeno il 15%.
L'Ue, il Giappone e la Corea del Sud sono soggetti ad una tariffa di almeno il 15%.
Sono scattati alla mezzanotte di Washington (le 6 di stamane in Italia, ndr), i nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti su moltissime economie mondiali, che andranno a delineare il nuovo ordine commerciale voluto dal Presidente Donald Trump.
"Miliardi di dollari, provenienti in gran parte da paesi che hanno tratto profitto dagli Stati Uniti con entusiasmo, inizieranno ad affluire negli Usa", ha scritto il tycoon su Truth, pochi minuti prima della scadenza.
Per le economie colpite, queste nuove tariffe andranno a sostituire i dazi del 10% applicati da aprile su tutti i prodotti in entrata negli Usa. Per Trump, l'obiettivo è quello di riequilibrare gli scambi commerciali tra gli Usa e i suoi partner, che "beneficiano" di Washington, la prima potenza economica mondiale.
I dazi rientrano in un range tra il 15% e il 41%. Tra i principali partner commerciali di Washington, l'Ue, il Giappone e la Corea del Sud avranno tariffe di almeno il 15%.
Nell'ambito dell'accordo sui dazi, l'Ue ha inviato all'amministrazione Trump "intenzioni aggregate in materia di spesa energetica e di investimenti delle aziende europee nell'economia statunitense", "questi impegni non sono vincolanti: la Commissione non ha il potere di imporli. Si tratta però di intenzioni trasmesse in buona fede, dopo aver consultato le nostre industrie e gli Stati membri per avere un quadro chiaro delle prospettive", ha dichiarato il portavoce dell'Esecutivo Ue per il commercio, Olof Gill.
"Abbiamo ottenuto un impegno per un tetto tariffario uniforme del 15% che si applica a tutti i prodotti, e si tratta dell'unico accordo con gli Stati Uniti che non impone tariffe aggiuntive rispetto alle tariffe della nazione più favorita. L'impegno" stabilito nell'accordo siglato lo scorso 27 luglio, "vale anche per farmaci e chip", ha continuato Gill.
Intanto, le Borse europee reagiscono ai dazi e sperano in una tregua tra Mosca e Kiev, dopo che il Cremlino ha confermato un incontro tra Vladimir Putin e Donald Trump: in particolare, Francoforte ingrana il turbo, con il Dax che, dopo un avvio debole per il calo della produzione tedesca (-1,9%, al di sotto delle stime previste, ndr) riesce ad allungare e portarsi sul +1,9%, per poi stabilizzarsi al +1,4%.
Bene anche Parigi, con il Cac40 che segna +1,1%, mentre l'indice Moex di Mosca fa un balzo in avanti e segna +4,7%.
Crescita più contenuta, invece, per Milano: l'indice Ftse Mib registra il +0,5%, con Interpump al top (+6%), seguita da Buzzi (+5,1%) , Prysmian (+3,8%), Stellantis (+2,95%). Male, invece, Leonardo (-5,98%) e Bper (-1,4%). Zurigo è in scia con il +1%, nonostante la Svizzera, il cui governo ha in programma per oggi una riunione straordinaria, debba fare i conti con i dazi Usa al 39%: sembra che la missione diplomaitca della Presidente elvetica a Washington non abbia avuto i risultati sperati.
In tutto questo, lo Spread è a quota 79 punti con il rendimento del decennale italiano che scende lievemente al di sotto del 3,44%.
In merito alle materie prime, il petrolio è ancora in rialzo con il wti a 64,8 dollari (+0,7%) e il brent oltre i 67,3 (+0,73%), mentre il gas perde lo 0,85%, con il prezzo che si avvicina ai 33 dollari al mw/h. L'euro è piatto sul dollaro e viene scambiato a 1,1665.
Il Presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, sentirà il premier indiano, Narendra Modi, per discutere dei dazi Usa. E' quanto ha fatto sapere il consigliere speciale della Presidenza della Repubblica del Brasile, Celso Amorim. Dopo Modi, Lula dovrebbe sentire anche il Presidente cinese, Xi Jinping.
Stando ai media brasiliani, Lula sta esaminando la possibilità di una risposta coordinata dei Paesi dei Brics ai dazi imposti da Trump, tema al centro dell'ultimo vertice, svoltosi a luglio a Rio de Janeiro.