Bimbi infelici, dopo un anno di #Covid il rapporto voluto da Unicef ci dà un quadro allarmante
Coinvolti più di 10.000 bambini e giovani tra gli 11 e i 17 anni all'interno e fuori dall’Europa. Un bambino su cinque nell'Ue che ha risposto alla consultazione riferisce di essere cresciuto infelice e di essere ansioso per il futuro. Circa 1 bambino su 10, consultato per il rapporto, riferisce di vivere con problemi di salute mentale o sintomi come depressione o ansia. Un terzo dei bambini intervistati ha vissuto discriminazione o esclusione.
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Lunedì 01 Marzo 2021
Roma - 01 mar 2021 (Prima Pagina News)
Coinvolti più di 10.000 bambini e giovani tra gli 11 e i 17 anni all'interno e fuori dall’Europa. Un bambino su cinque nell'Ue che ha risposto alla consultazione riferisce di essere cresciuto infelice e di essere ansioso per il futuro. Circa 1 bambino su 10, consultato per il rapporto, riferisce di vivere con problemi di salute mentale o sintomi come depressione o ansia. Un terzo dei bambini intervistati ha vissuto discriminazione o esclusione.
La pandemia da Covid-19 ha spinto bambini e giovani in Europa e oltre, verso stress e incertezza. Come rivela il nuovo rapporto di ChildFund Alliance, Eurochild, Save The Children, Unicef e World Vision, un bambino su cinque nell'Ue che ha risposto al sondaggio riferisce di essere cresciuto infelice e di essere ansioso per il futuro.

Per il rapporto, "La nostra Europa. I nostri diritti. Il nostro futuro", sono stati coinvolti più di 10.000 bambini e giovani tra gli 11 e i 17 anni all'interno e fuori dall'Europa.

Il rapporto ha rivelato altri risultati importanti: circa 1 bambino su 10, consultato per il rapporto, riferisce di vivere con problemi di salute mentale o sintomi come depressione o ansia.

Le ragazze coinvolte sono risultate molto più a rischio dei ragazzi, e i bambini più grandi hanno riportato maggiori problemi rispetto ai bambini più piccoli. Un terzo dei bambini coinvolti nella consultazione ha vissuto discriminazione o esclusione. Questa percentuale è salita al 50% quando sono stati consultati bambini con disabilità, bambini migranti, di minoranze etniche o ragazzi/e che si identificano come Lgbtq+.

Tre quarti dei bambini consultati si sentono felici a scuola, ma l'80% dei 17enni intervistati ritiene che la formazione ricevuta non li prepari bene per il loro futuro.

La maggior parte dei ragazzi e delle ragazze coinvolte vorrebbe fare dei cambiamenti nella propria vita scolastica: il 62% degli intervistati vorrebbe avere meno compiti a casa e il 57% vorrebbe avere lezioni più interessanti. Quasi un terzo degli intervistati vorrebbe influenzare il contenuto dei programmi scolastici, con più attività sportive (33%), approfondimenti sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (31%) e più materie artistiche (31%).

Ad ogni modo, quasi tutti gli intervistati hanno sentito parlare dei diritti dei bambini. L'88% dei bambini e dei giovani consultati erano consapevoli del cambiamento climatico e del suo impatto sulla loro comunità, l'8% più o meno consapevoli e il 4% non erano sicuri.

"Questa consultazione con i bambini -hanno dichiarato i rappresentanti di ChildFund Alliance, Eurochild, Save the Children, Unicef e World Vision- è una svolta per noi della Commissione europea e un passo importante verso una maggiore partecipazione dei bambini. I bambini sono esperti sulle questioni che li riguardano e questa consultazione dimostra ancora una volta che i bambini sono già attori importanti qui ed ora. Il nostro ruolo è quello di permettere e dare a tutti loro la possibilità di continuare a percorrere la strada che li porterà a diventare i leader di domani. Pertanto, la partecipazione, l'uguaglianza e l'inclusione sono i principi guida sia per la Strategia dell'UE sui diritti dei bambini che per la Child Guarantee nel 2021. Dobbiamo e vogliamo garantire che tutti i bambini abbiano un uguale inizio di vita e prosperino in questo mondo, liberi dalla paura e dal bisogno", ha dichiarato la Vicepresidente della Commissione europea, Dubravka Šuica.

"Questo è di per sé un rapporto storico, poiché è la prima volta che così tanti bambini e giovani possono influenzare e determinare direttamente la politica dell'Ue. Non potrebbe arrivare in un momento più importante, dato che i bambini stanno affrontando gli impatti psicologici e pratici della pandemia da Covid-19, dovendo adattarsi a una nuova realtà per gli anni a venire. Poiché si tratta del loro futuro, le loro opinioni devono emergere nelle decisioni prese dall'Ue". (L.T.)

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