Calcio, serie A: tra Lecce e Cagliari finisce 2-2. Per i sardi sfumano vittoria e terzo posto.

  Un Cagliari nervoso e poco lucido si fa raggiungere nei minuti di recupero e butta via una grande occasione.

(Prima Pagina News)
Lunedì 25 Novembre 2019
Lecce - 25 nov 2019 (Prima Pagina News)

  Un Cagliari nervoso e poco lucido si fa raggiungere nei minuti di recupero e butta via una grande occasione.

di Maurizio Bistrusso

Protagonisti in negativo Olsen, che ha letteralmente perso la testa, e Cacciatore autore del mani costato espulsione e rigore. Gli uomini di Maran portano ad undici la striscia di risultati positivi e agganciano la Roma al quarto posto. I rossoblù con 25 punti si mantengono in piena zona champions ma oggi la delusione è grande. Per come si era messa la partita risulta complicato festeggiare dopo aver regalato in un modo davvero singolare vittoria e due punti. Molte ingenuità e un nervosismo ingiustificato hanno visto protagonisti, in negativo prima Cacciatore, con una giocata poco lucida e molto ingenua sfociata in un fallo di mano per evitare il gol, costato espulsione, rigore e gol. Poi ci si è messo Olsen caduto come un principiante nella provocazione di Lapadula. L’attaccante dopo aver dimezzato lo svantaggio e trasformato il rigore, per velocizzare la ripresa del gioco, ha cercato di prendere il pallone dalle mani del numero uno. Il nazionale svedese ha buttato fuori la sfera e da lì è nato lo scontro fisico col numero uno del Cagliari poi sfociato in una sceneggiata poco edificante. Entrambi sono stati espulsi ma da quel momento i cagliaritani sono rimasti in nove. In trenta secondi, al minuto 82, avanti 2-0 e con una vittoria in trasferta che sembrava in cassaforte, è successo di tutto. Gli uomini di Maran si sono complicati la vita da soli , hanno commesso troppi errori e hanno consentito al Lecce di riaprire la partita. Peccato davvero. Quella che poteva essere una grande festa si è trasformata in un incubo. Nel finale i rossoblù hanno rischiato addirittura di perdere. Risulta incomprensibile come giocatori esperti e di spessore internazionale come Olsen possano perdere il lume della ragione e possano reagire con poca lucidità compromettendo quanto di buono avevano costruito. È un limite caratteriale che merita di essere stigmatizzato e sul quale occorre lavorare con grande attenzione. La posizione in classifica e le imprese ottenute dal Cagliari, che viene definita a pieno titolo la squadra rivelazione di questa stagione, comporterà un atteggiamento diverso degli avversari e una pressione più forte che i giocatori dovranno essere in grado di sostenere e saper gestire. Oggi i rossoblù sono sembrati sottotono e meno brillanti di quelli visti e ammirati nelle ultime uscite. Riprendere dopo la sosta non è mai facile. E se questo accade dopo un rinvio per campo impraticabile, ci può stare un calo di concentrazione. A volte è inevitabile. I rossoblù fin dall’inizio sono apparsi lenti e sotto ritmo ma hanno tenuto il campo è concesso poco agli avversari. Il vantaggio è arrivato in modo casuale, grazie ad un rigore trasformato da Joao Pedro per un fallo di mano apparso evidente. Nel secondo tempo hanno raddoppiato con Nainggolan, dopo aver fallito il raddoppio pochi minuti prima con Nandez. Nel frattempo Olsen aveva evitato il pareggio dei salentini con due interventi straordinari. Niente di nuovo. E più passavano i minuti e più si evidenziavano le differenze e i valori tecnici tra le due squadre. Niente avrebbe fatto presagire un finale da incubo. Al di là del risultato la squadra comunque ha rinunciato a giocare troppo presto , ha subito il ritorno dei salentini e sofferto per l’ingresso di Farias, quasi incontenibile nell’uno contro uno per Cacciatore, che di fatto ha modificato gli equilibri. Uno degli ex entrato in campo con il dente avvelenato. Con l’Atalanta nelle stesse condizioni e sotto una pioggia battente si era visto un altro Cagliari. Quindi nessuna scusante. Una vittoria oggi avrebbe potuto cambiare la storia dei rossoblù. Ma nulla è perduto. Il campionato degli uomini di Maran supera ogni aspettativa e ci può stare un calo di concentrazione. Resta comunque una grande amarezza per non essere riusciti a gestire il doppio vantaggio, senza nulla togliere ai meriti della squadra di Liverani. Forse la scelta del tecnico di sostituire Simeone per inserire Ionita ha trasmesso un messaggio negativo e favorito una condotta troppo rinunciataria. Il Cagliari non è riuscito più a ripartire e si è chiuso dietro la linea della palla concedendo spazi e occasioni che hanno dato coraggio e morale agli uomini di Liverani. Peccato perché senza l’errore di Joao Pedro, autore di uno scivolone davanti al portiere dopo essersi involato in solitudine verso il possibile triplo vantaggio, la partita sarebbe finita lì. Sul tre a zero non ci sarebbero state discussioni. Purtroppo il sogno è svanito nella maniera peggiore. La crescita di tutta la squadra passa anche attraverso episodi come questo. Il Cagliari deve fare tesoro della dura lezione e lo può fare dall’alto della sua classifica e con la testa libera. Ora i rossoblù, sulla cresta dell’onda, verranno affrontati da tutti con grandi motivazioni. Ogni partita sarà una finale. È arrivato il momento di provare a fare un ulteriore salto di qualità e fornire una ulteriore prova di maturità. E l’occasione si presenterà lunedì 2 dicembre, alle 20.45, dove al Sardegna Arena arriverà la Sampdoria di Claudio Ranieri. Provarci non costa niente.


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