Carabinieri, Giovanni Nistri lascia il Comando Generale, il saluto solenne e il grazie del Presidente Sergio Mattarella
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale i Generali di Corpo D'Armata, Giovanni Nistri e Teo Luzi, rispettivamente Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri uscente e subentrante.
di Pino Nano
Giovedì 14 Gennaio 2021
Roma - 14 gen 2021 (Prima Pagina News)
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale i Generali di Corpo D'Armata, Giovanni Nistri e Teo Luzi, rispettivamente Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri uscente e subentrante.
Per il generale Giovanni Nistri, in particolar modo, domani sarà l’ultimo giorno di lavoro ai vertici dell’Arma dei Carabinieri. Poi, da sabato mattina, ad assumere la guida dell’Arma sarà il nuovo Comandante Generale Teo Luzi, questa mattina al Quirinale insieme a Giovanni Nistri per il saluto di rito al Capo dello Stato.

Un incontro solenne, come accade da sempre, secondo una tradizione ed un rituale immutato nel tempo, ma necessario per il Paese, perché sancisce il legame indissolubile e profondo tra la Presidenza della Repubblica e la Benemerita.

Saluti di rito, ma anche saluti tra uomini di Stato, che hanno servito il Paese e che hanno permesso al Paese di vivere stagioni più o meno tranquille.

Chi arriva, e chi parte. Chi entra, e chi esce. E questa volta, ad uscire con tutti gli onori del caso è Giovanni Nistri.

Lo stile, la classe, la preparazione, il rigore morale e il carisma del Generale Nistri rimarranno per sempre tassello fondamentale della storia della democrazia parlamentare di questi anni, ma il dettaglio forse più incisivo che questo alto ufficiale dell’Arma lascia a noi vecchi cronisti, e ai suoi uomini, è la modestia e la semplicità umana che hanno fatto di lui un vero galantuomo al servizio della Repubblica.

Al nuovo Comandante Generale dei Carabinieri Teo Luzi, il Generale Giovanni Nistri lascia una eredità importante, che è fatta di migliaia e migliaia di uomini e di servitori fedeli dello Stato, a cui spesso l’Arma chiede più di quanto non sia poi in grado di restituire loro.

Ma forse, la vera forza dei “carramba” sta proprio in questo altissimo senso della fedeltà e dell’ubbidienza che uomini di Stato come Giovanni Nistri e Teo Luzi hanno saputo trasferire e infondere sotto il proprio comando lungo il percorso della loro vita militare.

Ma è soprattutto per questo che non finiremo mai di amare e di rispettare questi militari in divisa, e al servizio esclusivo del popolo italiano.

In una intervista rilasciata ieri a La Repubblica Giovanni Nistri -di tutta questa sua esperienza importante alla guida dell’Arma- confessa di portarsi dietro un ricordo molto speciale.

“E’ la liberazione dei 51 bambini e dei tre insegnanti in ostaggio sull’autobus a San Donato Milanese nel 2019. Un’operazione che ha dimostrato l’efficacia del nostro dispositivo territoriale e della struttura di comando. Appena è giunta la segnalazione, l’operatore della centrale ha dato le disposizioni giuste: ha mobilitato 4-5 pattuglie attive sulla strada che in pochi minuti sono intervenute e hanno risolto la situazione senza usare la forza. Il momento più difficile è stato invece il guardare negli occhi vedove, figli e genitori dei caduti in servizio: una sofferenza intima, che non vorresti mai dovere affrontare nella vita”.

Questa invece è la meravigliosa eredità che il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri lascia da domani al suo successore Generale Teo Luzi: “Lascio un’istituzione solida, che mantiene il suo ruolo di riferimento indiscutibile nella sicurezza, che è tecnologicamente aggiornata e ha il desiderio di procedere sulla strada dell’innovazione. Dopo un periodo di riduzione, sta recuperando progressivamente il personale ed entro il 2026 dovrebbe arrivare a quasi colmare i vuoti nei ranghi, arrivati a toccare le 10 mila unità”.

Non deve essere per niente facile lasciarsi alle spalle un esercito come questo, così come non deve essere per niente facile doversi mettere da parte ancora così giovane e così prepotentemente protagonista, ma le stagioni della vita a volte ci vengono imposte dal tempo e non dagli uomini.

Ad un “uomo di Stato” come Giovanni Nistri, l’augurio più bello che oggi forse gli si può fare credo sia quello che lui possa ancora dare il meglio di sé stesso alla vita dell’Arma e del Paese, perché -pur dovendo lui domani lasciare il suo ufficio di comando per via dell’età - mai come in questo momento il Paese ha bisogno di punti di riferimento imprescindibili e di grande carisma morale come lui.

Giovanni Nistri, lo ripetiamo, è una di queste poche e rare “icone di Stato” a cui questa mattina il Presidente Mattarella ha giustamente reso gli onori della Repubblica, e ha detto “grazie per il servizio reso a nome di tutto il popolo italiano”.

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