Coronavirus, Il nostro viaggio a Wuhan, la città da dove è partita la pandemia, e che si avvia alla normalità

A raccontarci la “città dell’inferno”, da dove è partito COVID-19, è il prof. Giancarlo Fortino “Guest Professor” alla University of Technology di Wuhan

(Prima Pagina News)
Martedì 31 Marzo 2020
Roma - 31 mar 2020 (Prima Pagina News)

A raccontarci la “città dell’inferno”, da dove è partito COVID-19, è il prof. Giancarlo Fortino “Guest Professor” alla University of Technology di Wuhan

Superare la crisi del coronavirus guardando alla luce di Wuhan - Mentre in Italia ci troviamo alle prese con una dura lotta contro il coronavirus, che da oltre un mese ha lasciato finora sul campo oltre diecimila morti, in Cina e precisamente a Wuhan, da dove l’epidemia è partita, dal prossimo 5 aprile la popolazione non avrà più l’obbligo di vivere in regime di quarantena in quanto già da oltre una settimana non si registrano casi d’infezione provocati dal virus Covid 19. Da quando è iniziata questa battaglia con il primo caso manifestatosi in quella città con un “tam tam” della comunicazione diffusosi nel mondo, la città di Wuhan, una tra le dieci città più importanti della Cina, sconosciuta ai molti, diviene nel male e nel bene (per i pochi) un luogo di perdizione ed invettive discriminatorie per il fatto di non avere una contezza chiara sulla sua dimensione ed evoluzione sociale, culturale, urbanistica. Tutto questo perché a primeggiare nei servizi di comunicazione era il luogo che veniva indicato come focolaio del virus, cioè il mercato degli animali vivi, senza dare una idea precisa del contesto della città. Allora sorge spontaneo conoscere oggi più a fondo quella città e quella comunità che dopo quattro mesi di sacrifici e sofferenze ne sono fuori e possono cominciare a godere della bellezza degli ambienti urbani e dei profumi primaverili degli alberi fioriti lungo le strade, nelle piazze e nei parchi, mentre noi continuiamo ad esserne coinvolti con un numero crescente di infettati, di morti e, comunque, di guariti, che superano di molto il numero di quelli che non ce l’hanno fatta. Guardare a Wuhan oggi è importante in quanto è il punto di riferimento, nonché la forza per potere uscire anche noi da questo dramma di sofferenze e lutti riconquistando il nostro futuro di serenità e grande umanità, per come ci ha incoraggiato l’amico Liù Ruting in questi mesi dalla Cina, da dove ci stanno arrivando aiuti di supporti sanitari, medici e ricercatori in uno spirito di grande amicizia e solidarietà, che nei giorni scorsi ci ha portato ad esprimere parole di orgoglio per il rapporto umano e professionale quarantennale costruito, grazie all’Università della Calabria, durante questi anni. Proprio per effetto di questi anni di collaborazione intercorsi tra l’Università della Calabria ed altre Università cinesi siamo certi che insieme, come è stato fatto nel passato, per il futuro si possono costruire cose importanti nel rispetto del progetto “Sulla via della seta”. Intanto cominciamo a conoscere la città di Wuhan attraverso il racconto che ci fa il prof. Giancarlo Fortino, ordinario di ingegneria informatica del dipartimento DIMES dell’Università della Calabria ed attuale delegato del Rettore, prof. Nicola Leone, per le azioni extra-europee e per i rapporti istituzionali con la Cina e l’Australia. E’ stato, infatti, il prof. Fortino, che per primo, fin dal 2010, ripercorrendo le strade dei rapporti instaurati dalla nostra Università con la Repubblica Popolare Cinese nel mese di ottobre 1979, ha stabilito ad Istanbul durante un piacevole ed amichevole colloquio, in occasione di una importante conferenza internazionale promossa dalla società IEEE Systems, Man and Cybernetics, con il prof. Wenfeng Li, vice direttore della Scuola di Ingegneria della Logistica presso la Wuhan University of Technology, una tra le top 50 Università cinesi su oltre 3000. Questo incontro ha portato, nel mese di novembre 2011, una delegazione della Wuhan University of Technology a visitare l’Università della Calabria, accolta dal Rettore prof. Giovanni Latorre, avendo come obiettivo la firma di un accordo quadro di cooperazione in ambito della didattica e della ricerca scientifico-tecnologica. La delegazione, accompagnata dal prof. Giancarlo Fortino, era composta dal Chairman, prof. Wei Liu, e dal vice direttore dell’ufficio relazioni internazionali, Ms. Hongmei Huang. E’ l’inizio di un rapporto quasi decennale che porta il prof. Giancarlo Fortino a ricevere nel 2015 la nomina di “Adjunct Professor”, oltre quella di “Guest Professor” ricevuta nel 2012 dalla University of Technology di Wuhan (WUT), nell’ambito del programma nazionale “High-End Foreign Expert in China”. Chi meglio del prof. Fortino ci può parlare dell’organizzazione di questa metropoli: “Wuhan è una città di più di undici milioni di abitanti, anche se alcuni parlano di quattordici milioni, collocata sul fiume azzurro “Yangtze” (il terzo più lungo al mondo), considerata una delle principali città della Cina centrale nella provincia del Hubei. E’ stata fondata mettendo assieme tre nuclei urbani: Wuchang, Hankou e Hanyang; il nome Wuhan deriva dalle sillabe iniziali dei tre centri. Nel 2012 Wuhan, suddivisa in tredici distretti, viene supportata fortemente dal governo centrale cinese al fine di farla diventare la città di riferimento del centro Cina. In otto anni Wuhan diventa una città internazionale con una crescita “esponenziale” in termini di infrastrutture e servizi, nonché del sistema universitario”. “Prima del mio arrivo nel 2012 Wuhan – ci dice il prof. Fortino - si caratterizzava nell’ avere un piccolo aeroporto prevalentemente nazionale, con pochi ponti sul famoso fiume, nessun sistema di metropolitana, nessuna stazione per treni ad alta velocità, con una dimensione prevalentemente “nazionale”; nell’arco di questi pochi anni la città si è trasformata con un aeroporto internazionale importante (Tianhe), un sistema di metro con decine di linee diffuse su tutta l’area metropolitana, divenendo una delle più grandi città della Cina con più di 12 ponti, dei quali il ponte di Qingshan di quasi 7,5 Km è il ponte strallato più grande del mondo. Ci sono nuovissimi grattacieli (almeno quattro più alti di 300 metri), mentre si sta costruendo il grattacielo più alto dell’Asia che raggiungerà un’altezza di 670 metri, tre stazioni per treni veloci che la collegano con le principali città cinesi, e soprattutto un sistema universitario che include circa 50 università, tra pubbliche e private, con quasi un milione di studenti. Wuhan è anche conosciuta per la Yellow CraneTower costruita nel 223 A.D., la tipica torre di Wuhan,dove si va in massa a visitarla. La torre è imponente ed il parco che si snoda sulla collina è bellissimo con un vista su tutta la città di Wuhan. Al centro del parco c’e’una enorme campana, sotto la quale è situata una pentola che secondo la tradizione deve essere centrata con una monetina per avere fortuna. Tutti i visitatori la cercano. Intanto a Wuhan è tornata la luce passando attraverso una sana purificazione che non le ha risparmiato restrizioni, sofferenze e morti, da cui è uscito per il mondo un messaggio forte di riscoperta di una umanità vera e profonda, espressa attraverso tanta solidarietà, amore e carità per trovare una identità spirituale e religiosa, utile a dare un senso di universalità nella instaurazione dei rapporti tra esseri umani fuori dalle logiche di separatezze per effetti di razze e politiche, aprendo il mondo ad una cooperazione matura e sana. Da parte dell’Università della Calabria, nel momento in cui è scoppiato a Wuhan il focolaio dell’infezione sono giunti al Presidente dell’Università di WUT, prof. Zhang Qingjie, messaggi di vicinanza e solidarietà, ricambiati al Rettore, prof. Nicola Leone, non appena la pandemia si è diffusa in Italia. Un rapporto che va oltre l’amicizia trasformandosi in azioni di grande solidarietà, dal momento che nel campus universitario di Arcavacata risiedono per ragioni di studio diversi studenti cinesi.

Franco Bartucci


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