Coronavirus & Turismo, per Demoskopika “avremo una perdita di oltre 9 miliardi di euro, mai più recuperabili”

Il primo impatto negativo sarà a Pasqua, poi le vacanze estive. Per un italiano su tre la vacanza “non s'ha da fare”. 14 milioni di italiani restano a casa

(Prima Pagina News)
Martedì 31 Marzo 2020
Roma - 31 mar 2020 (Prima Pagina News)

Il primo impatto negativo sarà a Pasqua, poi le vacanze estive. Per un italiano su tre la vacanza “non s'ha da fare”. 14 milioni di italiani restano a casa

Nel 2020, l’emergenza Coronavirus potrebbe generare un segno negativo per l’incoming turistico italiano, con una contrazione della spesa in “viaggi e vacanze” di ben 9,2 miliardi di euro, pari circa al 9,7% per cento del prodotto interno lordo del settore. Le stime dell’Istituto Demoskopika sono state riviste al rialzo rispetto allo scorso 4 febbraio tenuto conto delle misure restrittive imposte dagli Stati e della diffusione del Coronavirus in tutte le realtà regionali italiane. La contrazione del consumo totale di beni e servizi da parte del viaggiatore (alloggio, pasti, intrattenimenti, souvenir, regali, altri articoli per uso personale ecc.), sarebbe diretta conseguenza della riduzione degli arrivi, quantificata in 15 milioni di turisti stranieri, che genererebbero, a loro volta, ben 52 milioni di presenze in meno rispetto al 2018. Un andamento generato principalmente dai 15 paesi top player dell’incoming italiano. Analizzando, in particolare, il quadro per singolo paese emerge che il rischio di contrazione più rilevante si registrerebbe in Germania: –2,8 milioni di arrivi e –13,3 milioni di presenze. A seguire, Stati Uniti con una contrazione pari a 1,4 milioni di arrivi e 3,6 milioni di presenze; Francia con una riduzione pari a 1,1 milioni di arrivi e 3,4 milioni di presenze. Rilevanti anche le possibili rinunce alla vacanza italiana per britannici e cinesi quantificabili rispettivamente in 908 mila arrivi e 3,3 milioni di presenze per i primi e in 790 mila arrivi e 1,3 milioni di presenze per i secondi. Sul versante della spesa turistica, lo scenario della contrazione muta di poco. In questo caso, a collocarsi in cima, sono gli Stati Uniti con ben 1.694 milioni di euro in meno di spesa turistica, immediatamente seguita dalla Germania con 1.253 milioni di euro e dalla Cina con 1.240 milioni di euro. Più a ritroso, il Giappone con 596 milioni di euro, il Regno Unito con 535 milioni di euro e, infine, la Francia con 372 milioni di euro. Ma veniamo alla prossima stagione estiva: per almeno 1 italiano su 3 questa vacanza “non s’ha da fare”. Almeno un italiano su tre avrebbe deciso di rinunciare a trascorrere fuori casa le prossime vacanze estive. Secondo la rilevazione, realizzata dall’Istituto Demoskopika lo scorso 11 marzo su un campione rappresentativo di oltre mille italiani, il peso della diffusione del Coronavirus si fa sentire e anche pesantemente: sarebbero almeno 14 milioni i cittadini che, al netto di una ulteriore proroga dei provvedimenti restrittivi, avrebbero, comunque, già deciso di non trascorrere più le vacanze “sotto l’ombrellone” nei due mesi dell’estate tradizionalmente più frequentanti dai turisti del Bel Paese: luglio e agosto. Un tasso di rinuncia che si ripercuoterebbe sul sistema turistico con una contrazione della voce “viaggi e tempo libero” di circa 5,8 miliardi di euro a cui si aggiungono poco più di 3 miliardi di perdita calcolata per le festività pasquali. Siamo insomma sull’orlo del baratro finanziario, lo è il Paese, lo sono centinaia di migliaia di famiglie italiane, lo è il mondo intero. (b.n.)


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