Covid-19, ‘Nessuno resti solo’: l’altruismo che combatte la pandemia

“Chi può metta, chi non può prenda”.

(Prima Pagina News)
Venerdì 01 Maggio 2020
Roma - 01 mag 2020 (Prima Pagina News)

“Chi può metta, chi non può prenda”.

Nell’emergenza da Covid-19, che il Governo coadiuvato da commissioni tecnico scientifiche monitora dettando ferreeregole per la nostra vita quotidiana, dimenticando però che se non è il virus ad uccidere sarà la povertà e l’indigenza nella quale sono già precipitate in questi due mesi di totale chiusura migliaia di persone, c’è un Gruppo creato per unire chi può aiutare e chi ha bisogno di un aiuto per le necessità più importanti.

Ha appena due giorni di vita, è nato spontaneamente dall’idea di una volenterosa ragazza al momento inoccupata come tante altre, visto che le attività non essenziali sono ferme da 8 settimane.

Sulla sua pagina Fb, il 28 aprile scorso ha lanciato la sua iniziativa spiegando che dopo aver aiutato nella spesa un paio di persone del gruppo IO RESTO A CASA – “persone che ho trovato a caso tra i vari commenti e che sicuramente non saranno state le uniche ad avere bisogno di una mano”, scrive Letizia Longo – e dopo essersi “scervellata per notti per cercare una soluzione, che purtroppo essendo da sola non posso trovare se non quella di continuare ad aiutare due persone a caso al mese”, alla fine ha maturato un’idea che in poche ore tra amici, conoscenti e non, ha raccolto diversi seguaci.

“L’idea è quella di raggruppare in un unico gruppo chi può aiutare con una donazione di 10 euro (la cifra è stata scelta convenzionalmente ipotizzando che con tre aiuti, quindi tre persone riusciamo a fare una spesa semi-sostanziale per una persona, quindi in questo caso il rapporto sarebbe 3 a 1) e chi ha bisogno” spiega la giovane imprenditrice che di solito si occupa di eventi con successo grazie anche alla dote che madre natura e la sua famiglia hanno serbato per lei. L’iniziativa è formidabile perché contempla due diverse realtà che si traducono in due possibilità per chi intenda entrare nel suo gruppo “NESSUNO RESTI SOLO” : chi può aiutare con una donazione, che dovrà scrivere solamente “IO POSSO” e verrà contattato in privato chi ha bisogno della spesa, che dovrà scrivere solo “IO HO BISOGNO”e la città dove si trova (es. Milano): verrà contattato in privato per ulteriori dettagli e per accertamenti sulla richiesta.

Le persone verranno aiutate in ordine di richiesta e ovviamente secondo la disponibilità delle donazioni che avverranno tramite un money box creato appositamente su PayPal dove chiunque donerà, anche in anonimato, potrà vedere la cifra raccolta, chi ha fatto le varie donazioni e quant’altro.

“Contestualmente saranno condivise sul gruppo le varie prove di acquisto per le spese fatte in modo che chi ha donato possa monitorare che i soldi siano stati usati effettivamente solo per questo scopo”, precisa Letizia su Facebook che ha ritenuto giusto informare anche i nuovi membri del gruppo dando loro la possibilità di leggere in qualsiasi momento anche la cronologia della chat precedente il suo ingresso. La giovane e spigliata imprenditrice figlia di medici, un po’ preoccupata del fatto di poter essere scambiata per una truffatrice, tiene a precisare: “Non posso invitarvi in nessun altro modo a fidarmi di me se non con le misure che ho scritto sopra, di lasciare aperta a tutti la visione delle donazioni e rinviare le ricevute delle spese”.

E così, ieri sono state soddisfatte le prime tre richieste impellenti: Miriam, 2 figli, in cassa integrazione minima (circa 300 euro, ancora da vedere); Eleonora, 3 figli minorenni, l’ultimo di appena un anno, marito artigiano messo in cassa integrazione da un’azienda che ha già annunciato che chiuderà per fallimento; a conclusione della giornata Lindita, 5 figli, 19-18-17-14 e 8 anni.

“Quando ha potuto è stata la prima ad essere in prima linea aiutando i più bisognosi facendo volontariato per un’associazione, ora è lei ad avere bisogno di noi”, comunica la leader del gruppo di auto-aiuto. Anche per Lindita la cassa integrazione ancora non è arrivata e il nucleo familiare è abbastanza grande. Il marito è un operaio/artigiano, al momento fermo per le ragioni che conosciamo bene. Lindita riceverà la sua spesa mercoledì 6 all’Esselunga di Soliera, in provincia di Modena. Come vedete, la solidarietà può viaggiare in fretta e andare lontano, mentre tutte queste storie iniziano ad assomigliarsi.

Ma è la triste realtà del momento. Una realtà che già prima dell’inizio della pandemia contava in Italia 6 milioni di poveri e che ora vede giornalmente aumentare questa cifra in maniera preoccupante, fino a raddoppiare a breve se gli aiuti governativi non arriveranno nella giusta e doverosa misura. Secondo un’indagine condotta da Save the Children, il 77% delle famiglie già fragili ha visto cambiare la propria disponibilità economica e il 63,9% ha ridotto l’acquisto di beni alimentari.

La metà dei 2,2 milioni di minori in povertà relativa stimati dall’Istat, rischiano di scivolare nella povertà assoluta senza misure tempestive per le famiglie.

Un milione di bambini in più rischiano di cadere in povertà assoluta, dopo l’emergenza Coronavirus. Fra queste famiglie, il 73,8% ha perso il lavoro o ridotto drasticamente il proprio impegno retribuito, il 17,6% è andato in cassa integrazione.

Le istituzioni, nazionali, regionali e comunali, in Italia non funzionano o funzionano male. D’altronde, quando ‘qualcuno’ chiede alle Banche di fare “un atto d’amore”, ovvero accogliere le richieste di prestiti, surroghe, deroghe e quant’altro…. vuol dire solo che lo Stato per incapacità o mancanza di volontà continua ad essere assente nel sociale. Quindi forza, chi può metta e chi non può prenda, NESSUNO RESTA SOLO.

Nessuno deve restare solo. Facciamola diventare una parola d’ordine.


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