Elezioni in Calabria. Agazio Loiero: ”Caro Roberto Occhiuto forse dimentichi qualcosa…”

"Sanità e lavoro versano in condizioni difficilissime".

(Prima Pagina News)
Mercoledì 27 Agosto 2025
Catanzaro - 27 ago 2025 (Prima Pagina News)

"Sanità e lavoro versano in condizioni difficilissime".

di Agazio Loiero* 

I calabresi, quasi tutti, posseggono un fondo dionisiaco. Amano l’autoesaltazione, l’ebbrezza. Roberto Occhiuto, di tale tendenza, è un caposcuola. Vi si faccia caso. La sanità versa in condizioni difficilissime. 

È dell’altro ieri l’ultima lettera scritta da una signora, nostra corregionale, sul tema drammatico della sanità calabrese a “Il Fatto quotidiano”. Una lettera che aveva toni inconsolabili, angosciosi. Quella stessa sanità che Occhiuto gestisce da quattro anni in un’autonomia e con una sicumera spaventose.

Anche per quanto riguarda il lavoro, l’occupazione, la Calabria si trova desolatamente ultima nelle classifiche europee. Si tratta di dati terzi non oppugnabili.  Occhiuto, incurante della situazione disperata in cui la Regione versa, probabilmente spaventato dal suo avversario, Pasquale Tridico (che sin dalle prime battute appare un personaggio politicamente dotato e soprattutto senza alcuna spocchia) ha cercato di caricare i suoi elettori con uno slogan sul manifesto elettorale, diciamo così, un po’ impegnativo per la sua stazza politica: “Occhiuto Presidente in 4 anni di più che in 40”. 

Sull’eleganza stilistica dello slogan nessun commento. Mi piace molto di più segnalarne la raffinatezza cromatica. 

Il “di più” è vergato in rosso, un colore che Forza Italia, per tacite disposizioni testamentarie del suo fondatore, dovrebbe avversare come nelle chiese si avversa un sacrilegio. 

Qualche lettore forse ricorda che giorni fa avevo stigmatizzato, in un mio articolo, quel “di più”, che mi sembrava lì per lì un’affermazione così trionfalistica da sfociare nella deriva di una comicità involontaria. Notoriamente la più perniciosa delle comicità. 

Confesso che mi ero anche pentito di aver scritto questa brutta frase perché, ripensandoci, mi ero convinto che al Presidente fosse sfuggita di bocca nella foga di un suo discorso improvvisato a Soverato. Certi infortuni verbali, agli oratori, talvolta capitano.

Ieri ho visto quel manifesto con lo slogan in questione, testualmente riproposto e ho trattenuto il respiro. Occhiuto fa dunque sul serio, mi sono detto. La frase non gli è sfuggita di bocca, come avevo immaginato. È il prodotto di un suo pensiero, diciamo così, profondo. 

Dopo essermi faticosamente ripreso, ho chiesto alla mia memoria uno sforzo improbo: tentare di riportare alla luce tutti i personaggi che in questi 40 anni, così gravemente incriminati, hanno guidato la Regione. Poi, compiendo uno sforzo ancora più titanico, ho cercato di riportare alla luce anche i nomi e i volti degli assessori che, sia pure in settori circoscritti, hanno in questi quattro decenni governato la Calabria.

Ricordare tutti i loro i nomi è apparsa subito un’impresa proibitiva. Sono innumerevoli. Alcuni sono scomparsi. Mi sono limitato giocoforza a ricordarne simbolicamente solo due, fra l’altro miei amici, Giuseppe Aloise, a Geppino Camo, assessori regionali e successivamente bravi parlamentari. 

I Presidenti che hanno fruito della legge costituzionale che consente l’elezione diretta, li ricordo a mente. A partire dal 2000 il primo è Giuseppe Chiaravalloti (centrodestra) e nell’ordine il sottoscritto (centrosinistra) Scopelliti (centrodestra) Oliverio (centrosinistra) Iole Santelli (centrodestra) quindi pensavo - da calabrese che ama la sua terra – “finalmente” Occhiuto.

Fin qui la contabilità degli anni non ha comportato problemi. Con l’elezione diretta il capo dell’esecutivo ha una vita politica stabile.

Le legislature di conseguenza durano cinque anni, a meno che non intervenga un evento esterno, come è capitato a Scopelliti, o addirittura non intervenga una morte prematura come è capitato alla sfortunata Iole Santelli, persona di qualità, che non è più con noi. 

Non uso questo termine elogiativo perché, come sosteneva Andreotti, “Se dei morti non si può parlar bene è preferibile non parlarne affatto”. Lo uso perché, da come l’ho vista muovere al decimo piano di quella bella sede, di cui la Calabria oggi dispone, mi è parsa sempre una persona equilibrata e lungimirante. 

Fin qui, dicevo, la contabilità degli anni e la ricerca dei nomi del tempo passato sono apparsi semplici da reperire. Solo che i Presidenti che hanno fruito dell’elezione diretta coprono solo 25 anni. Il bello viene dopo, nel momento in cui è necessario coprire gli anteriori 15 anni per arrivare alla quota dei 40 anni. Rispetto ai quali Occhiuto – in soli 4 anni, muovendosi come una folgore - ha compiuto atti di governo tali da cambiare il volto del territorio. Davvero? 

Purtroppo, i capi dell’esecutivo di questi 15 anni sono molti perché le Regioni, negli anni anteriori al 2000 fruivano di una minore stabilità politica e le Giunte spesso avevano tempi di vita non dissimili da quelli di un bacillo. 

Li ricordo partendo a ritroso rispetto alla Presidenza di Giuseppe Chiaravalloti: Luigi Meduri, G. Battista Caligiuri, Giuseppe Nisticò, Donato Veraldi, Guido Rhodio, Rosario Olivo, ancora Rosario Olivo, Cecchino Principe, Bruno Dominijanni. 

Insomma, se si tiene conto di tutti i Presidenti di centrodestra e di centrosinistra che in questi 40 anni si sono avvicendati alla guida della Regione, Occhiuto con lo splendore del suo governo ha compiuto una vera carneficina. Ha sterminato 19 presidenti e oltre un centinaio di assessori.

Peccato che abbia contraddetto un postulato, da oltre 2500 anni, basilare per chi fa politica. Un postulato breve ma illuminante che Tucidide ne “La guerra del Peloponneso (II,37-41) mette in bocca a Pericle: “Benché soltanto pochi siano in grado di dar vita a una politica, noi ateniesi siamo tutti in grado di giudicarla”. 

* Agazio Loiero è stato deputato alla Camera per tre legislature, senatore della Repubblica nella XIII legislatura, sottosegretario di Stato al Ministero per i beni e le attività culturali nel primo governo D'Alema, ministro per i rapporti con il Parlamento nel secondo governo D'Alema, ministro per gli affari regionali nel secondo governo Amato e presidente della Regione Calabria dal 20 aprile 2005 al 10 aprile 2010.


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