Funerali di Pippo Baudo, Don Albanese: "Ha reso onore a Militello, alla Sicilia e all’Italia intera"

"È stato forse l’uomo più celebre d’Italia, egli è entrato sempre nelle case degli italiani".

(Prima Pagina News)
Mercoledì 20 Agosto 2025
Catania - 20 ago 2025 (Prima Pagina News)

"È stato forse l’uomo più celebre d’Italia, egli è entrato sempre nelle case degli italiani".

“In questa circostanza siamo tutti insieme come popolo di Dio per affermare una fraternità di cui il compianto Pippo è stato testimone esemplare.

Questa cittadina è orgogliosa dei semi di bene che ha sparso nel corso della propria vita, ha reso onore a Militello, alla Sicilia e all’Italia intera. È stato forse l’uomo più celebre d’Italia, egli è entrato sempre nelle case degli italiani”.

E' quanto ha detto il padre spirituale di Pippo Baudo, Don Giulio Albanese, nel corso dell'omelia per i funerali del celebre conduttore televisivo, a Militello Val di Catania (Ct).

“Siamo qui per rendere l’ultimo saluto terreno nella luce della fede che ci raduna, la liturgia esequiale ci invita a non vivere questo momento come un distacco senza ritorno – ha osservato – ma come un passaggio, un arrivederci nella speranza della resurrezione, del trionfo della vita e del bene”.

In questi giorni, ha proseguito il sacerdote, c'è “un’atmosfera di partecipazione e affetto, siamo nella sua terra natale, Militello, ed è stato commovente come la notte scorsa gli abitanti di questa cittadina hanno dato il benvenuto a Pippo quando ha fatto ingresso qui per poter concludere il proprio cammino terreno nella sua terra natale. È stata commovente l’accoglienza di questa gente che ha visto in lui un modello e punto di riferimento”.

“Poco prima di morire Pippo mi ha confidato che il successo, e lui ne ha avuto tanto, non basta a riempire i cuori, da solo non basta a rendere felici. Questa è una parola di verità che risuona in sintonia con il Vangelo”, ha proseguito. “Pippo ha conosciuto il favore del pubblico, ma al di là dei programmi e degli applausi ciò che resta è la sua capacità di comunicare vicinanza, dare spazio a tanti artisti e custodire rapporti umani sinceri. Molti lo ricordano come uomo generoso, discreto e capace di aiutare gli altri senza fare clamore”, ha ricordato.

Baudo ha capito che “più passano gli anni e più ci si rende conto che si ha un bisogno impellente di purificazione. L’esperienza che ha vissuto nelle ultime settimane di malattia, spesso con sofferenza e dolore, è stata anche un’esperienza di purificazione e liberazione. È stato commovente impartirgli l’assoluzione e trovo difficoltà nel descrivere quanto successo nel momento in cui gli ho chiesto se potessi comunicare il corpo di Cristo. Lui mi ha guardato con grande commozione, ha pianto, ha ripetuto per ben tre volte la parola ‘grazie, grazie, grazie'”. “È il trionfo della grazia santificata, della vita e del bene, perché in fondo siamo sempre in tempo per sperimentare il dono della vita nuova”, ha aggiunto il sacerdote.

“Il senso della giustizia è stato forte e sempre impresso nel suo animo, soprattutto nel coraggio manifestato in più circostanze contro la mafia, secondo lui un male da estirpare, ricercando sempre e comunque la legalità. Nella nostra società, inquinata da tanti virus – prosegue -, lui ha dimostrato di affermare sempre il bene e il dono di sé stesso, soprattutto nei confronti dei poveri. Chi ha avuto modo di conoscerlo lo può testimoniare”, ha concluso Don Albanese.

“Signore, ti affidiamo tutti coloro che operano nel mondo della comunicazione, dell’arte e dello spettacolo. Dona loro di vivere il proprio talento come servizio agli altri, con autenticità, garbo e rispetto. Fa’ che sull’esempio di Pippo, amico e maestro che ha saputo unire parola, passione e umanità, diventino strumento di verità, di amore, di bellezza e di speranza, preghiamo”. E' quanto ha detto il presentatore televisivo Salvo La Rosa, durante la preghiera dei fedeli per i funerali di Pippo Baudo, nella chiesa di Santa Maria della Stella a Militello in Val di Catania.

Un fiume di gente sta partecipando ai funerali di Pippo Baudo, in corso nella sua Militello Val di Catania (Ct).

Solo nel piazzale antistante il Santuario della Madonna della Stella più di duemila persone si sono radunate per dire addio al volto storico della televisione italiana, scomparso sabato scorso a Roma, all'età di 89 anni.

In chiesa, invece, ci sono più di 300 persone, a cominciare dai due figli Tiziana e Alessandro, per proseguire con i suoi stretti collaboratori, i concittadini e gli amici del paese natale, diversi personaggi e colleghi del mondo dello spettacolo e rappresentanti delle Istituzioni, tra cui: il presidente del Senato, Ignazio La Russa; il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani; il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, e il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno.

“La parola di Dio ricorda che i giusti splenderanno come stelle del firmamento. Carissimo Pippo, noi ti auguriamo di splendere come una stella non solo nel firmamento degli uomini, come già avviene, ma tanto luminoso anche e soprattutto in quello di Dio. Nel firmamento di Dio si splende solo per l’amore operoso e concreto che abbiamo ricevuto e vissuto, tutto il resto si dissolve perché solo l’amore resta", ha detto il Vescovo di Caltagirone, Mons. Calogero Peri, che celebra le esequie insieme al parroco del Santuario della Madonna della Stella, Don Giuseppe Luparello.

“Siamo qui per dare attestato di stima e gratitudine, ma anche ultimo saluto all’amico Pippo Baudo che ha terminato il suo percorso in terra, siamo qui per celebrare nella fede la Pasqua del Signore e la nostra Pasqua, l’unica capace di sfidare la morte e uscirne vittoriosa. Ma facciamo questo con dolore per il distacco che ciascuno porta dentro di sé, il mistero della morte, al contrario della vita, mette a tacere tutte le nostre parole e sicurezze”, ha aggiunto.

 Il carro funebre con a bordo la salma di Baudo è arrivato a Militello dopo la mezzanotte, ma molta gente era in piazza ad aspettarlo. L'arrivo del feretro è stato accolto da un lungo applauso.

Questa mattina, dalle 9 alle 13, è stata aperta la camera ardente nella chiesa di Santa Maria della Stella. Ad aprire il santuario è stato il parroco, Don Giuseppe Luparello. Sono state moltissime le persone, provenienti da diverse parti della Sicilia e d'Italia, che hanno detto addio al popolare conduttore televisivo.

Il Sindaco, Giovanni Burtone, ha proclamato il lutto cittadino: ha ordinato l’esposizione a mezz’asta delle bandiere su tutti gli edifici comunali e lo stop a qualsiasi attività ludica in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Alla prossima seduta del Consiglio Comunale, inoltre, sarà osservato un minuto di silenzio in ricordo del presentatore. 

“Sarò in chiesa a salutare mio padre, nella sua Militello. Un luogo speciale a cui è sempre stato legato da un affetto profondo e sincero. Anni addietro papà mi ci ha condotto, all’epoca mio figlio Sean era un bambino che attraverso i racconti del nonno si appassionava alle meraviglie della sua terra d’origine. Ne conservo ricordi bellissimi che porterò sempre con me”, ha detto il figlio di Baudo, Alessandro, arrivato dall'Australia per partecipare ai funerali del padre.

“La triste notizia mi ha raggiunto mentre mi trovavo in Australia, paese in cui vivo. Da Melbourne ero appena partito per andare a trovare mio figlio Sean e i nipotini che vivono a Brisbane. Mi rammarica il fatto che mio padre non abbia potuto conoscere i suoi due ultimi nipoti”, ha aggiunto.

“Ci vedevamo poco ma io gli ho sempre voluto bene. Proprio in questi giorni di grande tristezza ho rivisto tante volte un video amatoriale che ci ritrae tutti insieme in Sicilia, papà abbraccia con affetto mio figlio Sean, ancora piccolo, mentre gli insegna alcune parole in italiano”, ha concluso.

“Pippo Baudo parlava del Sud non con il cappello in mano ma con la schiena dritta e a testa alta”, ha dichiarato il Sindaco di Militello Val di Catania, Giovanni Burtone, parlando con i giornalisti. Burtone ha sottolineato la “sobrietà e riservatezza” del conduttore, che “non inseguiva il divismo”.


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