Sei sicuro di voler sbloccare questo articolo?
Il perito chiederà al medico legale che effettuò l'autopsia chiarimenti su come abbia eseguito il prelievo salivare.
Il perito chiederà al medico legale che effettuò l'autopsia chiarimenti su come abbia eseguito il prelievo salivare.
Sono stati resi noti i risultati sul tampone orofaringeo di Chiara Poggi, analizzati durante l'incidente probatorio nella nuova inchiesta sul caso della ragazza uccisa a Garlasco (Pv) il 13 agosto del 2007.
Gli esami hanno dato conferma del fatto che, tra i cinque campioni analizzati, uno è dell'assistente del medico legale che nel 2007 effettuò l'autopsia sulla ragazza, mentre un altro è di uno sconosciuto, classificato come "Ignoto 3". Gli altri tre, invece, risultano illeggibili.
La genetista Denise Albani, nominata come perito dal gip di Pavia nell'incidente probatorio nell'ambito della nuova indagine, chiederà medico legale che effettuò l'autopsia, il dottor Dario Ballardini, chiarimenti su come abbia effettuato il prelievo salivare, sul perché abbia usato una garza non sterile piuttosto che un tampone, e se ci fosse stato qualcun altro in sala, oltre a lui e al suo assistente.
Questo servirà anche per capire se la traccia di Dna maschile senza identità, confermata dalla replica degli esami sul tampone orofaringeo, sia dovuta ad una contaminazione o meno.
Quella garza, ha spiegato un consulente di parte, "non era un tampone orale", ma doveva servire a raccogliere il materiale biologico di Chiara, per poi confrontarlo con i risultati degli esami di tutte le tracce ematiche repertate sulla scena del crimine.
Sulla garza, che serviva soltanto come materiale di confronto, sono stati eseguiti cinque prelievi, uno dei quali è risultato compatibile con l'assistente di Ballardini, mentre sull'altro, i consulenti che prendono parte all'incidente probatorio sono discordanti tra loro. Secondo alcuni, il profilo è "netto, completo e con 22 marcatori", mentre altri sostengono che mostrerebbe il profilo dello stesso assistente mischiato con quello di qualcun altro, che avrebbe "inquinato" la garza, che potrebbe essere stata maneggiata senza gli accorgimenti necessari, come l'uso di pinze.
Dunque, secondo questa ipotesi è possibile che ci sia stata una "contaminazione", non che ci fosse una seconda persona presente nel luogo in cui la ragazza venne uccisa.
Per questo motivo, Denise Albani ha chiesto chiarimenti al medico legale di allora: in base a quello che emergerà, si farà, ai fini di un confronto, il tampone a una persona presente nella sala autoptica, di cui, fino ad oggi, non si era mai saputo niente: potrebbe essere di uno studente universitario, oppure di qualcuno che non avrebbe indossato la mascherina e avrebbe starnutito. Sono previsti tamponi anche alle pompe funebri e ai soccorritori intervenuti alla villetta dei Poggi il giorno dell'omicidio.