Quirinale. Mattarella incontra la Niaf e il suo Presidente John Calvelli. Un inno all’emigrazione italiana in Usa

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato mercoledì pomeriggio al Quirinale una delegazione della Niaf – la National Italian American Foundation– in occasione del 50° anniversario della Fondazione. Onore al Capo dello Stato e Onore alla Calabria.

di Pino Nano
Giovedì 05 Giugno 2025
Roma - 05 giu 2025 (Prima Pagina News)

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato mercoledì pomeriggio al Quirinale una delegazione della Niaf – la National Italian American Foundation– in occasione del 50° anniversario della Fondazione. Onore al Capo dello Stato e Onore alla Calabria.

Dopo l'intervento del Presidente, John Calvelli, che anche in questa occasione ha rimarcato con orgoglio le sue origini calabresi -lui originario di Vico di Aprigliano in provincia di Cosenza- il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rivolto un saluto ai presenti.

“Ringrazio molto il Presidente Calvelli – dice il Presidente- per le sue parole. Ho visto in tv le immagini dell’incontro con il Santo Padre che è americano, un po’ peruviano, un po’italiano, un po’ francese, un po’ spagnolo, veramente universale. Devo dirle, Presidente, che neppure mio nonno avrebbe immaginato di avere un nipote Presidente della Repubblica. Ma questa è la democrazia”.

Un incontro per niente formale, anzi, il Presidente ha salutato tutti uno per uno, la delegazione della NIAF era abbastanza nutrita, ma Mattarella ha trovato il tempo per salutare ognuno di loro.

“Un saluto cordialissimo a tutti voi- dice il Presidente- È con piacere che vi accolgo al Quirinale, in occasione del cinquantesimo anniversario della vostra Fondazione. La National Italian American Foundation - come lei ha ricordato, Presidente Calvelli- da cinquant’anni fornisce costante contributo al dialogo tra la comunità degli italiani d’America e la Repubblica italiana”.

La delegazione italoamericana gli concede un applauso a scena aperta, cosa per niente consueta qui al Quirinale, ma per il Capo dello Stato è l’occasione ideale per rimarcare il forte legame che lega l’Italia all’America per via di un processo migratorio che sembrava non dover finire mai.

“Il rapporto tra Stati Uniti e Italia – ricorda il Presidente- ha attraversato tante generazioni. L’apporto degli emigranti che sono stati accolti negli Stati Uniti, al pari di quelli provenienti da altri Paesi europei, è stato determinante per delineare i caratteri della cultura statunitense e i suoi valori. Quello che si è sviluppato tra Stati Uniti ed Europa è un rapporto di reciproco e rispettoso arricchimento, di restituzione. Un rapporto profondo e che va reso sempre più saldo, fondato com’è su un patrimonio condiviso di valori e di principi, che sono parte della nostra identità comune e della vita delle nostre comunità: libertà, uguaglianza, diritti della persona, democrazia, cooperazione economica, libertà di mercato. Valori e principi – sottolinea e ripete il Capo dello Stato- che il rapporto transatlantico tra Stati Uniti ed Europa ha reso obiettivo di speranza per tanti popoli del mondo”.

Ma al centro del mondo per il Presidente Mattarella resta la pace e la concordia tra questi due paesi così vicini:” La pace e la sicurezza internazionale sono debitrici al rapporto transatlantico che auspico costituisca sempre una cornice fondamentale per la costruzione delle risposte alle grandi sfide del nostro tempo.

 

Si tratta di un rapporto, quello tra Stati Uniti e Italia, che fonda la sua solidità, soprattutto su vincoli culturali e sociali molto forti, sulle radici comuni ai nostri popoli”.

Poi, rivolgendosi al Presidente John Calvelli, Mattarella ricorda il suo passato di studente a Palermo: “Quando ero molto giovane, tanto tempo fa, da studente universitario, sono stato attratto dalla storia degli Stati Uniti e ho letto molti libri di storia degli Stati Uniti. La storia di Trevelyan, Maurois, Churchill, e altri libri sulla democrazia americana. A vent’anni ero in grado di ripetere nell’ordine i nomi dei Presidenti degli Stati Uniti - da Washington a John Kennedy, che allora era Presidente. Adesso avrei qualche difficoltà. È anche per questo che accetto con grande piacere, ringraziando molto dell’onore fattomi, la Dea Roma che mi è stata cortesemente conferita e che interpreto anche come omaggio soprattutto alla Repubblica italiana, attraverso il suo Presidente”.

Mai come oggi, Mattarella spiega quanto profondo sia questo nostro legame tra l’Italia che è partita e l’Italia che è rimasta: “A questa amicizia tra Stati Uniti e Italia, alimentata da così intensi legami - ripeto - politici, sociali, culturali, contribuisce da sempre la numerosa comunità di italiani e di italo-americani negli Stati Uniti, che, con la loro presenza, rappresentano un tassello prezioso del ricco mosaico sociale di quel grande Paese.In ogni ambito politico, economico, culturale, artistico, gli italiani hanno saputo raggiungere posizioni di rilievo, fornendo un grande contributo, ampiamente riconosciuto, al progresso e alla prosperità americani”.

Mattarella si compiace con tutti loro per quello che la NIAF rappresenta oggi nel mondo e lo fa usando parole piene di ammirazione per tutti loro: “Le tante storie di successo degli italiani d’America si caratterizzano per essere testimonianze di ingegno e di dedizione al lavoro e in cui grande valore riveste la nostra tradizione culturale e scientifica, con la lingua, la cultura, le arti italiane, come momenti centrali”.

Rivolgendosi al Presidente Calvelli aggiunge: “La vostra Fondazione è fortemente impegnata su questi ambiti. E sono certo che continuerà a svolgere questo prezioso ruolo di ponte, di raccordo negli Stati Uniti, anche a vantaggio - come lei ha ricordato, Presidente - delle nuove generazioni, quella dei nuovi italo-americani e dei giovani italiani che scelgono di sviluppare in America il loro futuro”.

Mattarella non usa mai le parole a caso, e anche in questa occasione così solenne riscopre la sua vecchia classe di uomo del Sud: “Quello che stiamo ricordando, quindi, è un anniversario, un cinquantesimo “compleanno”, di grande valore. Aperto al futuro. Grazie per quello che fate”. Per la NIAF è una giornata storica, ma è lo è ancora di più per John Calvelli che partito dalla Calabria poverissimo è oggi uno dei grandi protagonisti della vita politica economica e sociale americana. Bellissima immagine della Calabria sul Colle del Quirinale.


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