Stefania Battistini (TG1): da Rai Utile a Reporter di guerra, “Donna e Giornalista dell’Anno”.
La fine dell’Anno è sempre un’occasione forse anche scontata di bilanci e di analisi. Abbiamo chiesto a Pino Nano di tracciare per noi il profilo ideale di un cronista che nel corso del 2022 ha espresso il meglio di sé stesso, e la scelta è caduta sulla giornalista di guerra del TG1 Stefania Battistini, nata dall'esperimento del canale di pubblica utilità Rai Utile allora diretto da Angiolino Lonardi.
di Pino Nano
Sabato 31 Dicembre 2022
Roma - 31 dic 2022 (Prima Pagina News)
La fine dell’Anno è sempre un’occasione forse anche scontata di bilanci e di analisi. Abbiamo chiesto a Pino Nano di tracciare per noi il profilo ideale di un cronista che nel corso del 2022 ha espresso il meglio di sé stesso, e la scelta è caduta sulla giornalista di guerra del TG1 Stefania Battistini, nata dall'esperimento del canale di pubblica utilità Rai Utile allora diretto da Angiolino Lonardi.

Impeccabile, precisa, documentatissima, senza fronzoli, senza eccessi, un linguaggio asciutto, modernissimo, veloce, di forte impatto mediatico, ma soprattutto il dono della sintesi e il rigore delle notizie che dà.

È questa l’immagine, solenne austera e rassicurante insieme, che Stefania Battistini ci dà di sé stessa in televisione, storica inviata di guerra del TG1.

Ogni giorno, ogni sera, ogni notte l’inviata del TG1 racconta la tragedia immane del popolo ucraino, ma racconta soprattutto le devastazioni plurime della guerra, i dolori di intere città, le ferite profonde che il conflitto russo ucraino ha inferto a quel Paese. E lo fa con assoluta discrezione, con un rispetto quasi sacro per le persone che incontra per strada e che intervista, e per le tante storie di disperazione che ogni giorno da mesi ci propone.

Nata a Milano il 16 aprile 1977, segno zodiacale Ariete, Stefania Battistini si laurea in Scienze della comunicazione con 110 e lode e dal 2007 diventa giornalista professionista. La sua carriera in Rai iniziata come reporter per il TG1 e per Speciale Tg1. Le affidano subito i primi servizi da zone di guerra come il Kurdistan e la Siria, e la sua esperienza sul campo la porta varie volte faccia a faccia col pericolo.

Nel 2017 viene minacciata da un uomo armato, nel bel mezzo di un servizio, poi il 3 marzo di quest’anno in Ucraina, subisce un assalto vero e proprio mentre è in diretta con “Uno Mattina”, e che lei racconterà subito dopo con un self control fuori dal comune.

“Hanno spalancato la porta urlando coi fucili spianati. Hanno buttato a terra i due operatori di ripresa Simone Traini e Mauro Folio, con il ginocchio premuto sulla loro schiena e il kalashnikov puntato a 2 cm dalla loro testa. Erano evidentemente molto nervosi, quindi poteva accadere qualunque cosa. Dopo circa un quarto d’ora è arrivato il capo della Polizia e siamo riusciti a spiegare chi eravamo e cosa stavamo facendo. Quello che è successo stamattina racconta il livello di tensione che sta vivendo il popolo ucraino, per cui qualsiasi attività considerata fuori dall’ordinario viene considerata un’attività nemica, una possibile minaccia. Quindi qualunque giornalista straniero, soprattutto chi si ferma diversi giorni, è considerato un possibile pericolo, un possibile sabotatore, una possibile spia”.

Stefania Battistini e la guerra, dunque. Stefania Battistini e l’Ucraina, Stefania e il giornalismo, Stefania e il suo essere donna, sembrano la stessa cosa. Le due facce della stessa medaglia. Addirittura, Stefania -dicono i sondaggi- è diventata così popolare nelle case degli italiani che non servirebbe neanche presentarla quando compare in televisione, la gente la conosce così bene, la vede ogni giorno, e ha imparato a seguirla e soprattutto ad amarla.

Stefania è la sobrietà assoluta. Appena un filo di trucco, quanto basta per nascondere le brutture di certe alzate improvvise, o per evitare i segni della paura e dello smarrimento, perché quando suona l’allarme che preannuncia nuovi attacchi aerei anche i giornalisti vivono le stesse emozioni e lo stesso terrore della gente che subisce la guerra. Tutti insieme, dentro lo stesso contenitore. Tutti insieme sotto la stessa cappa di paura e di rombi mortali.

Donna elegante, preparatissima, mai banale, mai superficiale, sempre pronta a spiegare i tanti misteri del conflitto. È come la guerra fosse anche la sua guerra, eternamente vestita di nera con questo giubbotto antiproiettile che le regole aziendali giustamente spesso le impongono anche al chiuso. Ma una guerra è sempre una guerra, con i suoi morti e le sue rovine, e Stefania Battistini questa guerra in Ucraina l’ha raccontata dall’inizio fino alla fine con l’equilibrio dei grandi inviati speciali di un tempo.

Niente emozioni private, niente riflessioni soggettive, niente analisi azzardate, ma la serietà e il rigore assoluto del racconto e dei fatti da proporre al suo pubblico.

Non se la prenda Stefania Battistini, ma ogni qualvolta lei compare al TG1 la prima cosa che ci torna in mente è l’immagine, altrettanto austera e soprattutto fiera, di Monica Maggioni che nel 2003 è stata l’unica giornalista italiana “embedded in Iraq”, cioè aggregata all’esercito statunitense durante la seconda Guerra (di conquista) del Golfo. Per tre mesi ricordo ha vissuto con i militari americani durante l’avanzata di terra dal Kuwait verso la capitale irachena, e dal maggio 2003 è arrivata a Baghdad e ha iniziato una copertura regolare dell’occupazione americana e delle disgrazie irachene (che tale occupazione ha cagionato) fino al gennaio 2005, con una esperienza anche in Afghanistan dove è arrivata, sempre con i marines, nel luglio 2009.

Donne giornaliste di grande valore, donne inviate di guerra, donne brave, soprattutto professioniste molto brave, e la cosa più interessante è che ora entrambe lavorano per la stessa testata e per lo stesso giornale, il TG1. Monica Maggioni, direttore responsabile. Stefania Battistini, inviata di guerra in Ucraina.

Deduco che le due “pasionarie” del TG1 vadano molto d’accordo tra di loro, se non altro per lo spazio che il TG1 riserva alle cronache di Stefania Battistini, e che noi oggi di proposito vogliamo proporvi in una foto completamente diversa da come lei ogni giorno compare in televisione.

Abbiamo scelto una foto istituzionale, lei che racconta la sua esperienza professionale al Parlamento Europeo, perché mai come in questo caso abbiamo a che fare con una “donna di Stato”, a cui il giornale più seguito dagli italiani ha affidato il compito, assolutamente non facile, di raccontare una delle guerre più complicate di questo secolo, certamente uno dei conflitti più difficili da analizzare, soprattutto per le mille implicazioni possibili che il racconto della guerra potrebbe produrre sul piano internazionale. Un compito delicatissimo, che Stefania Battistini a nostro giudizio ha già svolto con il massimo risultato possibile. Ecco perché per noi oggi Stefania Battistini è a pieno titolo “Donna e Giornalista dell’Anno 2022”.

E mentre scriviamo queste cose, pensiamo anche ai tanti altri inviati che la RAI ha mandato nel corso di questo 2022 in missione sui vari fronti di guerra.

Per il TGg1, insieme a Stefania Battistini, ci piace ricordare Alessandro Cassieri, Emma Farnè, Barbara Gruden, Giuseppe La Venia, Sergio Paini e Giacinto Pinto. Per iTg2 Stefano Fumagalli, Marc Innaro, Giammarco Sicuro e Leonardo Zellino. Per il Tg3  Maria Grazia Fiorani e Nico Piro. Ma bravissimo anche Fausto Biloslavo, cronista inviato in Ucraina per conto delle reti Mediaset.

A tutti loro, ma anche a coloro i quali li sostituiranno nei prossimi e nei prossimi mesi, la nostra ammirazione e il nostro auguro più caro per un 2023 finalmente “fuori dalla guerra”.


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