Swamy Rotolo, a Gioia Tauro per la vincitrice del David di Donatello un tripudio popolare

Tutto ruota, come dice il titolo del suo film, intorno a Chiara, interpretata da una eccezionale magnetica esordiente Swamy Rotolo la cui 'verita' ' di ragazza di quel territorio è la vera forza mediatica del film.

di Pino Nano
Venerdì 06 Maggio 2022
Roma - 06 mag 2022 (Prima Pagina News)

Tutto ruota, come dice il titolo del suo film, intorno a Chiara, interpretata da una eccezionale magnetica esordiente Swamy Rotolo la cui 'verita' ' di ragazza di quel territorio è la vera forza mediatica del film.

“Ho festeggiato bevendo una bottiglia di champagne a serata conclusa in hotel con la mia famiglia”. È lei la ragazza calabrese Swamy Rotolo vincitrice assoluta del David di Donatello, assegnato quest’anno alla "miglior attrice protagonista" per la sua interpretazione nel film "A Chiara" di Jonas Carpignano, regista e sceneggiatore che da anni vive e lavora a Gioia Tauro.

Swamy Rotolo che ha appena 17 anni, è nata e vive ancora in Calabria a Gioia Tauro, ha ottenuto il riconoscimento al suo esordio cinematografico e alla sua prima candidatura ai premi assegnati dall'Accademia del Cinema Italiano, che possono essere considerati gli "Oscar" italiani.

Swamy frequenta oggi l’Istituto Tecnico di Biotecnologie Sanitarie “Severi” di Gioia Tauro Cinema, e a giudizio degli esperti potrebbe diventare una delle attrici più intense e più brave del cinema italiano del prossimo decennio, una vera e propria promessa del mondo della celluloide che è già ora, forse anche per via della sua età, una icona.

Jonas Carpignano- racconta Swamy- è nostro vicino di casa a Gioia Tauro e per me è un fratello. Ci aveva detto senza fare provini, di interpretare noi stessi, come siamo nella vita, a parte mio papà Claudio che nella vita è saldatore come nel film, ma non ha nulla a che vedere con la ‘ndrangheta. Poi c’è mia madre, Carmela, casalinga, le mie sorelle Grecia, la maggiore, così riflessiva, e la piccola, Giorgia, identica a me. Dopo aver sentito fare il mio nome quella sera mi sono seduta e mi sono detta, ora goditi la serata. Quando hanno fatto il mio nome le emozioni mi hanno travolta. Nei giorni dei David hanno rifatto vedere Sophia Loren, Monica Vitti…e lì c’ero anch’io quella sera”

La curiosità assoluta di questa avventura cinematografica è proprio questa, è che in realtà c’è tutta la famiglia Rotolo ad aver partecipato al film e tutto il cast del film è stato “preso dalla strada”, un 'neorealismo' accentuato dal fatto che "non ho mai dato loro la sceneggiatura volevo sorprenderli, dando loro la possibilità di viverlo più che interpretarlo", aggiunge Jonas Carpignano. "Faccio film che riflettono il mondo che raccontano, lontani dai cliché' , più vicini possibile alla realtà ", spiega il regista che con A Chiara conclude la trilogia di Gioia Tauro iniziata con "Mediterranea" (2015) e proseguita con "A Ciambra" (2017).Girato a Gioia Tauro, dove Jonas Carpignano fa anche un festival di cinema, nel quartiere storico di Piano delle Fosse con abitanti ormai habitue' del suo cinema come la famiglia Rotolo, con la comunità rom di Ciambra, la pellicola porta sul grande schermo una Calabria non arcaica ma moderna, con tutte le sue contraddizioni e sfilacciamenti sociali.

Per Jonas Carpignano, autentico geniale e talentuoso regista trentasettenne, nato a New York di origine italiana, con cittadinanza americana, accento tutto calabrese e un padrino cinematografico d'eccezione come Martin Scorsese è il terzo film che gira a Gioia Tauro dove – dice “Non ho mai visto una sparatoria. Non si può negare che ci sia un tessuto sociale difficile e complesso ma vivere qui non è come ci hanno abituati le fiction, è molto più normale, è un microcosmo, un laboratorio di globalismo, con giovani non diversi da tutti gli altri. La differenza - prosegue - è che tuo padre si può trovare a fare un lavoro malavitoso e non sempre è una scelta ma l'unica cosa possibile e al tempo stesso amare la tua famiglia".

Un destino segnato si può sempre cambiare ma a volte il costo è altissimo, vale per tutti ma per alcuni di più se, come accade in A Chiara di Jonas Carpignano tuo padre traffica con la droga ed è costretto alla latitanza. Il film di cui Swamy Rotolo è ora la vera regina protagonista, ha tinte e connotazioni drammatiche e forti e racconta a suo modo una storia tutta calabrese, che sa di violenza di tradimenti di silenzi e di paure negate. “Chi l’avrebbe mai immaginato- dice ancora Swamy-Io attrice. Ora voglio metterci tutta me stessa ma restando con i piedi per terra. Ma prima devo fare un corso di dizione a Roma. Sono felice e orgogliosa Mi hanno scritto tutti i miri compagni, e la mia professoressa. Un mese stavo seguendo in streaming di nascosto in aula l’annuncio della mia candidatura e per istinto mi misi a gridare. La professoressa pensò che mi fosse successo qualcosa di brutto. Ora mi scrivono che sono l’orgoglio del paese”

Il film racconta la storia di Chiara che scopre improvvisamente che il padre tanto amato non è proprio un impiegato del catasto. Una sera lo vede fuggire in piena notte dalla finestra, con la madre ad aiutarlo e intuisce che la realtà forse è diversa da quella che aveva vissuto fino a quella sera. Scopre da sola il bunker segreto in casa, e scopre dettagli amari finora assolutamente segreti su quello che in realtà suo padre faceva nella vita quotidiana. Ecco allora che con grande coraggio Chiara si mette in discussione, mette in discussione il padre, i familiari conniventi, e quando il tribunale dei minori viene a prenderla per 'salvarla' dall’inferno della sua casa lei non ci sta e scappa.

Il film racconta una realtà che non molti conoscono. C'è un protocollo legislativo, 'Liberi di scegliere' ideato dal presidente del tribunale dei minori Roberto di Bella per togliere i minori in serio pericolo psichico ed anche fisico all'interno delle famiglie di mafia e farli crescere altrove con famiglie pronte ad accogliere. Questo secondo moltissimi è uno dei pochi fari di speranza in terre condizionate dalla malavita organizzata, dalle 'ndrine. Per spezzare un cerchio: alla base c’è l'idea che essere figli di non è una colpa ma è una condizione difficile dalla quale si può uscire se si ha fiducia nello Stato. Ma consumare lo strappo dalla famiglia è davvero arduo come si vede nel film.

Il film, applaudito a Cannes 2021 ha vinto la Europa Cinemas Cannes Label alla Quinzaine des Realizaterus, è stato poi selezionato per gli Efa, gli oscar del cinema europei a dicembre, e ora ricomincia il suo viaggio in sala, distribuito già dal 7 ottobre da Lucky Red, sull'onda di critiche cinematografiche davvero positive, designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI.


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