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Antonello Altamura firma un'opera visionaria ambientata a Torino con Vincenzo Bocciarelli Marina Suma e Sydne Rome, un viaggio cinematografico tra spiritualità, crisi esistenziali e il mito della Dark Lady.
Antonello Altamura firma un'opera visionaria ambientata a Torino con Vincenzo Bocciarelli Marina Suma e Sydne Rome, un viaggio cinematografico tra spiritualità, crisi esistenziali e il mito della Dark Lady.
Il cinema italiano del brivido trova nuova linfa in "The Big Mother", thriller psicologico diretto da Antonello Altamura che si propone come ponte tra la tradizione noir degli anni '50 e una narrazione contemporanea intrisa di simbolismo religioso e interrogativi esistenziali.
La pellicola, della durata di 74 minuti, racconta la storia di un anziano maestro del cinema horror alla fine della sua carriera, un uomo tormentato da dubbi sulla fede e ossessionato dalla ricerca del mistero umano. Il protagonista abbandona Roma per rifugiarsi a Torino, città che il regista Altamura definisce "assolutamente noir e affascinante", capace di racchiudere l'atmosfera della vecchia Europa fusa con suggestioni arabe e multiculturali.
Marina Suma e Vincenzo Bocciarelli guidano un cast che include anche la partecipazione straordinaria dell'iconica Sydne Rome, attrice che ha segnato il cinema internazionale degli anni '70. Il film si distingue per una fotografia curata da Nicolò Fumero, premio a Venezia per gli effetti speciali, che alterna interni claustrofobici a grandiosi esterni barocchi, inquadrature zenitali e stacchi ellittici che trasformano ogni frame in un quadro esistenziale.
Altamura, sceneggiatore oltre che regista (insignito del Premio Pasolini e Premio Manzoni), ha dichiarato che l'opera nasce da anni di studio sulle nevrosi hitchcockiane e sull'impostazione scenica di Mario Bava e Riccardo Freda. Il risultato è un thriller che esplora il conflitto tra materialità e spiritualità, dove i personaggi sono costantemente perseguitati dal fantasma delle loro madri – una "Grande Madre" crudele che domina le loro esistenze.
La città di Torino diventa così un personaggio a sé stante, un teatro visionario dove il barocchismo sabaudo si intreccia con realtà antropologiche inquietanti. Quartieri come il Baloon, celebre mercato multiculturale, offrono al film un esotismo culturale che arricchisce la narrazione di tocchi action e suggestioni inedite.
Presentato con successo al Terra di Siena International Film Festival, al Capri Hollywood Film Festival e alla Biennale di Lecce, "The Big Mother" approda a novembre all'ANICA di Roma e a metà dicembre arriverà nelle sale torinesi. Un'opera che interroga lo spettatore: può la spiritualità emergere anche nel baratro più profondo dell'animo umano?
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