Traduzioni dall’invisibile e disobbedienza fiscale

In tempi di Covid-19

(Prima Pagina News)
Martedì 31 Marzo 2020
Roma - 31 mar 2020 (Prima Pagina News)

In tempi di Covid-19

di Vittorio Emanuele Falsitta

Chi ha il governo delle cose ha il dovere di prevederle, vederle prima della loro manifestazione; di anticiparle, nel senso di ante capere, pre catturarle. Ha il dovere di controllare l’ignoto che appare, che irrompe dall’invisibile. Affrontare la minaccia nascosta nel territorio che non si vede e quindi rassicurare.

Emanuele Severino a questo punto direbbe che qui il dominio ha la sua lunga radice (Legge e caso). Ma veniamo al punto: la previsione di ciò che ci attende dietro la porta, appena dopo l’emergenza sanitaria.

La prospettiva economica. Anche applicando la regola di Guglielmo di Occam (1280- 1349 circa) ossia: ‘mai presupporre più del necessario’, le cose di rilievo economico per dedurre l’utile invisibile, si mostrano già piuttosto corporee, solide e cariche di segni. E, per contro, malcerto e traballante e miope proprio chi deve dominarle. Per quanto anzidetto, una mancanza grave.

Una manifestazione di inadempimento che mette paura. Oltre le difficoltà strutturali dell’Italia, se si considerano gli osservatori internazionali che hanno conclamato la recessione dell’economia del mondo non può che ritenersi plausibile il crollo dei ricavi per un tempo lungo. Che fare, dunque? Nel collasso dei ricavi, e dei redditi, ciò che va evitato è sovrapporre debito.

I debiti nuovi contratti per restaurare la condizione che non c’è più ai debiti vecchi contratti durante la condizione che c’era prima, venuta meno, d’un tratto, con l’imboscata virale.

Tra i debiti che non devono essere accavallati vi sono quelli tributari (a nulla o quasi vale la sospensione dei prelievi: essa afferma ciò che piuttosto va negato: l’accumulo).

In secondo luogo, occorre richiamare la ricchezza liquida fuggita all’estero; anche quella che proviene dall’evasione fiscale. Pur con punizioni, incentivi e vincoli, quella ricchezza deve tornare in Italia e penetrare nel circuito della produzione. Girarci intorno è farisaico. Nella storia il fisco si è contratto per ragioni discutibili.

La raccolta di finanza liquida per finanziarie il diritto alla vita delle persone e l’economia reale in uno stato di emergenza sarebbe la prima motivazione seria fino in fondo; la prima che accetterei in permuta del sacrificio erariale.

Non comprendere tale tragica contemporaneità, tardare la reazione efficace, significa insinuare spine sotto pelle (Elias Canetti), capaci di svilupparsi nel dissesto.

Debito (di diritto pubblico e privato), carenza di liquidità negli snodi dell’economia familiare e industriale in una con la metamorfosi dei ricavi (e dei redditi), quando non fosse cagione di suicidi individuali, potrebbe dare fuoco alla miccia della disobbedienza fiscale, al rifiuto sociale di adempiere gli obblighi tributari. Plausibile traduzione dell’invisibile. 


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