Covid: Terapia domiciliare, i ritardi di Zingaretti - ALLEGATO
Prima Pagina News è venuta in possesso della lista Uscar con ottocento medici e infermieri che nel Lazio avevano dato la loro disponibilità, già ad aprile, per visitare i malati a casa. Per sette mesi, invece, centinaia di pazienti, senza cure a domicilio, sono stati costretti a ricorrere ai pronto soccorso, intasandoli.
di Antonio Panei | Martedì 01 Dicembre 2020
di Antonio Panei
Martedì 01 Dicembre 2020
Roma
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01 dic 2020 (Prima Pagina News)
Prima Pagina News è venuta in possesso della lista Uscar con ottocento medici e infermieri che nel Lazio avevano dato la loro disponibilità, già ad aprile, per visitare i malati a casa. Per sette mesi, invece, centinaia di pazienti, senza cure a domicilio, sono stati costretti a ricorrere ai pronto soccorso, intasandoli.
Lo scorso 20 aprile, nel pieno della prima ondata della pandemia, la Regione Lazio aveva già una lista di circa ottocento tra medici e infermieri che avevano dato la loro disponibilità per entrare a far parte dell'Uscar, l'Unità speciale di continuità assistenziale regionale che avrebbe dovuto visitare a casa i pazienti covid-19 con sintomi respiratori e a rischio polmonite.
Gli elenchi di manifestazione di interesse del personale sanitario vennero approvati dalla direzione salute e integrazione sociosanitaria su proposta dell'area risorse umane di via Rosa Raimondi Garibaldi con un documento ufficiale di ventitrè pagine avente come oggetto: "Procedura speciale legata all'emergenza covid. Programma di potenziamento cure primarie".
478 medici e 318 infermieri erano pronti ad entrare in azione coordinati dall'Inmi Spallanzani di Roma. Lo stesso 20 aprile venne annunciata alla stampa l'entrata in funzione delle Uscar: "svolgeranno un’attività di sorveglianza attiva sulle case di riposo, case alloggio per anziani e pazienti a domicilio".
Ma poi le squadre furono impiegate per tutto, tranne che per andare a visitare i malati covid a casa. Nel Lazio la funzione della domiciliarità è stata completamente accantonata fino a pochi giorni fa. Un grave errore da parte della giunta Zingaretti perché quei medici e quegli infermieri sarebbero potuti servire per evitare l'intasamento dei pronto soccorso.
C'è voluto un nuovo bando pubblicato il tre settembre per reclutare i team di intervento. Ma si è perso tanto tempo prezioso perché poi le procedure burocratiche sono state sbloccate solo ad inizio novembre.
Sette mesi buttati al vento durante i quali centinaia di pazienti con febbre alta e valori di ossigenazione nel sangue sotto quota 95 non avendo risposte dalla medicina del territorio sono stati costretti a correre in ospedale contribuendo così a mandare in tilt i servizi di emergenza. Il motivo? Per Zingaretti il servizio di terapia domiciliare dei pazienti covid non doveva essere svolto dalle Uscar ma dai medici di famiglia.
I camici bianchi Mmg, però, hanno fatto ricorso al Tribunale amministrativo e il Tar il 16 novembre ha obbligato il governatore del Lazio a cambiare rotta. E da quel momento qualcosa si è mosso. Forse il dramma, ad ottobre, delle ambulanze in fila davanti ai nosocomi della capitale si poteva evitare.
Nicola Zingaretti visto da Luigi Vigevano
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