Alessandra Ghisleri a Cosenza e Renzi che dorme con un occhio aperto

Alessandra Ghisleri, oceanografa per titolo di studio, ma sondaggista di grande livello, è stata chiara e netta.

(Prima Pagina News)
Mercoledì 12 Giugno 2019
Roma - 12 giu 2019 (Prima Pagina News)

Alessandra Ghisleri, oceanografa per titolo di studio, ma sondaggista di grande livello, è stata chiara e netta.

di Gregorio Corigliano

Il Pd oggi non ha un leader. Zingaretti è bravo, ma più di quel che fa, non può fare. Invitata da Pietro e Giacomo Mancini per un dibattito sull’attualità politica, assieme a Maria Giovanna Maglie e a Marco Gervasoni, non ha avuto alcuna esitazione a rispondere alla mia domanda,altrettanto perentoria: Renzi ha avuto un grande passato, avrà un piccolo futuro?”.

Una domanda dettata dalle riflessioni fatte dalla brava sondaggista, ma anche analista politica di tutto rispetto, sulla situazione politica italiana del momento.

“Che Renzi abbia avuto un grande passato, non v’ha dubbio – mi ha detto- ma se potrà avere un futuro (piccolo o grande) non può ancora dirsi.” Oggi, in sostanza, a parere di Alessandra Ghisleri a Renzi conviene stare fermo lì, in attesa degli eventi. E sempre all’interno del Pd, aggiunge, condividendo sostanzialmente quanto l’ex presidente del consiglio ha sostenuto a Bologna, nel corso della kermesse di Repubblica.

Non si sottrae, la Ghisleri, dal dirmi che nel corso delle ultime elezioni europee, Renzi sia stato espressamente chiamato dagli attuali leader del Nazareno a partecipare attivamente a fare campagna elettorale.

Sì, il ruolo di Renzi alle ultime consultazioni, è stato di grande rilievo per contribuire alla “non sconfitta” del Pd. Perché, mi ha ancora detto la sondaggista, il Pd ha perso voti alle europee, non rispetto al 40 per cento di REnzi, ma anche alle ultime politiche. Lo aveva d’altro canto evidenziato lo stesso leader toscano, a commento dei risultati europei.

C’è stato un aumento in percentuale rispetto a votanti, ma i voti sono diminuiti. “E meno male che Renzi, la settimana prima del voto, si è mosso come una trottola, coinvolgendo i suoi sostenitori a votare sempre e comunque il Pd”. Altrimenti… Perché, tra il detto e il non detto, al dibattito della fondazione Mancini è emerso che l’ultimo vero leader del Pd sia stato proprio Renzi. Dopo? No comment.

E’ vero, nonostante gli sforzi di quanti sono venuti dopo il giovane segretario-presidente, un leader ancora non c’è. Zingaretti si muove, ma non è facile diventare leader. O lo sei, o difficilmente lo diventi in poco tempo.

Alle europee, il Pd ha avuto quello che Calenda ha chiamato il minimo sindacale, il 22,7 per cento.

Calenda, chi? Quello che vuole fare un nuovo partito, accanto al Pd? Ma no! Calenda non farà partiti. D’altro canto, lo stesso Renzi, a Repidee, è stato tranchant. “Non mi metto a rifare una nuova Margherita”,ha risposto a Stefano Cappellini. Lo spazio ci sarebbe stato, dopo la sconfitta delle primarie del 2012 e dopo la vittoria alle Europee del 2014.

“Oggi le condizioni non ci sono più: ho lottato per fare il Pd ed ora rimango accanto ai veri leader che sono gli amministratori” ha risposto Renzi, non senza una stoccata a Zingaretti. Quando l’attuale leader ha parlato di “fine della egocrazia”,con riferimento allo stesso REnzi, è stata una forte punzecchiatura al leader “che dorme con un occhio aperto”, pronto ad aprire anche l’altro.

Non è escluso che possa essere chiamato a furor di popolo, e non per invito dei presunti leaderini, peraltro in sonno, se non scomparsi. “Ogni partito politico ha bisogno di leadership vere, ha chiosato Renzi, come accade oggi in America, in Francia, in Cina, nel Regno Unito e nella stessa Germania, che pure dovrà rimpiazzare prestissimo la leadership potente della Merkel.

E con Zingaretti? Deciderà lui cosa fare, è il parere di Renzi che, però, concorda con il leader(tale solo perché senza concorrenti-avversari) di oggi sulla necessità di andare al voto in caso di crisi del governo. Ci sarà la crisi? Non si può dire, ancora, anche se la situazione economico-finanziaria è difficile ed i rapporti con l’Europa sono pessimi.”Di Maio e Salvini dovranno dire di aver raccontato agli italiani tante balle, hanno promesso la luna e, giocoforza salteranno.” Dopo aver definito una “megaidiozia” i minibot, Renzi a Cappellini non si è sottratto dal dire che “i populisti in Ue sono al 10 per cento e Salvini non conta nulla ed è un fanfarone”.

La colpa è del pd stesso, perché a furia di dire che il nostro partito faceva schifo, hanno regalato il Paese a Salvini ed alla peggiore delle destre: anche la Ghisleri si è detta convinta, parlando proprio in Calabria, dove, ha detto, la situazione politico-elettorale prossima è difficile assai, soprattutto per chi ha già preannunciato candidature, a destra e a sinistra.

“Coraggio, il meglio è passato”, diceva Ennio Flaiano.


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