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Nuova batosta per l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: il Tar del Lazio blocca altre dieci concessioni per il gioco del Bingo, considerando illegittima la proroga tecnica e l'aumento spropositato del canone. Quattordici società ottengono ragione davanti ai giudici amministrativi.
Nuova batosta per l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: il Tar del Lazio blocca altre dieci concessioni per il gioco del Bingo, considerando illegittima la proroga tecnica e l'aumento spropositato del canone. Quattordici società ottengono ragione davanti ai giudici amministrativi.
Il settore del gioco del Bingo subisce un terremoto giudiziario che rischia di stravolgere completamente gli equilibri del comparto. Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha pubblicato dieci nuove sentenze che si aggiungono alle quindici già emesse nelle scorse settimane, tutte con lo stesso verdetto: illegittima la proroga delle concessioni disposta dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli lo scorso gennaio.
La decisione riguarda quattordici società operanti nel settore che avevano impugnato il provvedimento con cui l'amministrazione aveva esteso l'efficacia delle licenze fino al 31 dicembre 2026, imponendo contestualmente un pesante rialzo del canone annuale. I concessionari si sono trovati di fronte a una richiesta di oltre 108.000 euro all'anno per ogni singola concessione, da versare in due rate semestrali, una cifra considerata dai ricorrenti eccessivamente onerosa e soprattutto arbitraria nella sua determinazione.
I giudici hanno accolto le tesi dei concessionari, rilevando un duplice profilo di illegittimità. Da un lato, il meccanismo della proroga tecnica senza l'indizione di nuove gare pubbliche stride con i principi del diritto europeo sulla concorrenza e sull'aggiudicazione dei contratti di concessione. Dall'altro, l'importo del canone risulta viziato da un approccio forfettario che non tiene conto delle reali capacità economiche dei singoli operatori.
La questione è stata oggetto di approfondite valutazioni anche da parte della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, alla quale il Consiglio di Stato aveva sottoposto specifici quesiti pregiudiziali. Le conclusioni raggiunte a livello europeo hanno confermato l'incompatibilità delle normative italiane con i principi comunitari, spingendo il TAR a dichiarare l'annullamento dei provvedimenti impugnati.
Tuttavia, i giudici amministrativi non hanno voluto lasciare un vuoto normativo: nelle loro decisioni hanno salvaguardato la possibilità per l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di rideterminare correttamente l'indennità dovuta dai concessionari per il periodo compreso tra il primo gennaio 2025 e il 31 dicembre 2026. Il calcolo dovrà necessariamente basarsi sui fatturati effettivi di ciascuna sala da gioco, abbandonando il sistema rigido e uguale per tutti precedentemente adottato.
La nuova ondata di sentenze crea un precedente destinato ad avere ripercussioni su tutto il comparto delle concessioni di gioco pubblico in Italia. Gli operatori del settore Bingo potranno beneficiare di un sistema di determinazione dei canoni più equo e proporzionato alle loro reali capacità di generare ricavi, mentre l'amministrazione si trova di fronte all'obbligo di rivedere completamente l'impianto normativo e procedurale che regola le concessioni.