Cosenza entra nella storia, la RAI la rende ancora più suggestiva della realtà quotidiana

Splendido servizio storico di RAI STORIA su Cosenza messo in onda lunedì sera, e che ha dato ai cosentini la consapevolezza di far parte di una città ricca di eventi, figure e beni culturali ed artistici di grande prestigio e ricchezza di valori.

di Franco Bartucci
Domenica 18 Ottobre 2020
Roma - 18 ott 2020 (Prima Pagina News)

Splendido servizio storico di RAI STORIA su Cosenza messo in onda lunedì sera, e che ha dato ai cosentini la consapevolezza di far parte di una città ricca di eventi, figure e beni culturali ed artistici di grande prestigio e ricchezza di valori.

Ci ha fatto ancor di più innamorare e prendere consapevolezza di essere al centro di una bellissima storia di umanità circoscritta in un’area che ancora oggi può crescere e dire la sua in un Mezzogiorno e in un Paese chiamato a dare prova di saggezza e buon governo nel contesto di un continente europeo aperto anch’esso a ritrovare una unità politica e sociale attraverso la scrittura di una propria costituzione che valorizzi gli stati a tutela della dignità delle persone. Un documentario ch’è valso come una lezione efficace a fornire conoscenza e crescita culturale alle attuali generazioni distratte da altri interessi e vicende umane, il quale dovrebbe essere portato, per cominciare da subito un nuovo percorso di studio, nelle scuole e farne oggetto di apprendimento e discussione di analisi, per attecchire e porsi di fronte alle proprie responsabilità per come meglio prospettare e costruire la nuova Cosenza del futuro. Già, la Cosenza del futuro è stata individuata nel finale del documentario nella tutela del patrimonio culturale che ha in sé, partendo dall’antica Cosenza per finire con i musei, a cominciare dal Mab, che si apre a nuove contaminazioni. Peccato che parlando del futuro, pur riconoscendo l’alto significato dell’Accademia Cosentina, nulla è stato detto, che da quasi cinquant’anni, nel confinante territorio di Rende, a due passi appena dal cuore della nuova Cosenza, esiste e vive un medio-grande Ateneo italiano, noto come Università della Calabria. Una Università che ha trovato nel capoluogo provinciale le sue radici di partenza e il diritto a farne parte per una prospettiva di futuro più estesa guardando al disegno di una città metropolitana collocata tra i monti e la valle del Crati, per come lo stesso documentario ne ha mostrato la bellezza e gli spazi grazie alle immagini dell’area riprese dall’alto. Il finale del documentario trasmette queste sensazioni e sentimenti che gli attuali amministratori dell’area urbana ed extra urbana dovrebbero impugnarne la fiaccola per essere nella storia e dare continuità alla grandezza di questa nostra amata città, che come nel passato è stata apprezzata e stimata avendo svolto dei ruoli importanti nella vita sociale e politica del Mezzogiorno italiano, altrettanto lo può essere per il futuro se si guarda all’Università come collante e cuore pulsante di una nuova grande città, come suggerito dagli stessi padri fondatori. Un disegno che deve avere nel centro storico di Cosenza ristrutturato una memoria storica di riferimento per le nuove generazioni e le masse turistiche che ne faranno parte integrante di successo e sviluppo, come la stessa Università, centro di studio e ricerca innovativa, di formazione e laboratorio civico per effetto della componente residenziale, luogo di socializzazione e nascita di idee progettuali, legate alla crescita economica e culturale della società. Tutto questo dovrà portare al completamento delle strutture mancanti del progetto dell’Università, compresa la metropolitana leggera Settimo di Montalto Uffugo, con relativa stazione ferroviaria, collegata al Centro storico di Cosenza. Ci sono poi di corollario da costruire sul territorio dell’Università il villaggio dello sport, il parco tecnologico, il villaggio fieristico ed alcune strutture residenziali. In attesa di realizzazione, in quanto già finanziata l’uscita autostradale di Settimo, senza trascurare la costruzione del nuovo ospedale ed il centro di accoglienza per gli anziani e relativi ricoveri assistenziali. Questo è il presente ed il futuro che ci attende noi tutti, come tutte le componenti politiche e sociali del nostro territorio, per dare una prospettiva di continuità al tema posto dal documentario dedicato a Cosenza. Il tempo che stiamo vivendo del coronavirus Covid-19 può aiutare a realizzare questo sogno attingendo ai fondi europei del Mes e del Recovery fund. Basta crederci ed incontrarsi.


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