Covid-19, Scudo penale per la politica? La rete contro Andrea Marcucci (PD), Mattarella eviti la rivolta sociale

Irritazione sociale, polemiche feroci, la protesta generalizzata sui social, il popolo della rete è in rivolta contro il testo dell’emendamento presentato dal Pd, primo firmatario Andrea Marcucci, e che immagina uno scudo penale non solo per i medici ma anche per chi amministra la sanità, quindi per la politica.

di Maurizio Pizzuto
Domenica 05 Aprile 2020
Roma - 05 apr 2020 (Prima Pagina News)

Irritazione sociale, polemiche feroci, la protesta generalizzata sui social, il popolo della rete è in rivolta contro il testo dell’emendamento presentato dal Pd, primo firmatario Andrea Marcucci, e che immagina uno scudo penale non solo per i medici ma anche per chi amministra la sanità, quindi per la politica.

La Conversione in legge del “decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, recante misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19”, da domani va in discussione al Senato, ma sui social si è già scatenata la guerra contro l’emendamento presentato dal PD e avvallato dal Governo Conte in tema di scudo penale. L’emendamento, primo firmatario, Andrea Marcucci prevede lo scudo penale non solo per i medici nell’esercizio delle loro funzioni, ma anche per gli amministratori pubblici della sanità in Italia, quindi direttori generali, direttori amministrativi, presidenti di regione e assessori regionali, quindi assessori provinciali e a scendere quelli comunali. Insomma, se qualcuno nella gestione dell’emergenza legata al Coronavirus ha commesso degli errori, ha peccato di superficialità, se delle persone sono morte per colpa loro, grazie a questo emendamento, nel momento in cui dovesse essere approvato, la farebbero assolutamente franca. Non pagherebbe nessuno di fronte alla legge, e tutto questo- ha ragione la rete- rischia di provocare la rivolta sociale in tutto il Paese. L’emendamento del senatore Andrea Marcucci (PD)che ha sollevato la protesta sui social e che rischia ora di diventare motivo fondante di una vera e propria rivolta sociale dice esattamente queste cose: «Per tutti gli eventi avversi che si siano verificati o abbiano trovato causa durante l’emergenza epidemiologica COVID-19 di cui alla delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, le strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private e gli esercenti le professioni sanitarie - professionali - tecniche amministrative del Servizio sanitario non rispondono civilmente, o per danno erariale all’infuori dei casi in cui l’evento dannoso sia riconducibile: a) a condotte intenzionalmente finalizzate alla lesione della persona; b) a condotte caratterizzate da colpa grave consistente nella macroscopica e ingiustificata violazione dei principi basilari che regolano la professione sanitaria o dei protocolli o programmi emergenziali predisposti per fronteggiare la situazione in essere; c) a condotte gestionali o amministrative poste in essere in palese violazione dei principi basilari delle professioni del Servizio sanitario nazionale in cui sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che le ha poste in essere o che vi ha dato esecuzione». Forte e immediata la reazione del senatore Gregorio De Falco (Gruppo Misto) “Qui si sta cercando – dice De Falco- di precostituire una assoluzione per le responsabilità che in realtà non hanno carattere sanitario e medico, ma manageriale, probabilmente politico. Mi è stato detto che in questo momento sarebbe opportuno proteggere quei ragazzi, quei volontari che sono buttati al fronte, senza che abbiano una esperienza adeguata, magari non specializzati, ma qui non stanno proteggendo quelle specifiche categorie, qui si sta proteggendo tutto il sistema sanitario. Perché? E da che cosa? Forse dalle responsabilità che hanno assunto per aver messo medici e infermieri nelle condizioni di lavorare con quella carta straccia che hanno indosso al posto delle mascherine? Questo è gravissimo. Penso che si sia scritta una cosa che va ben oltre le intenzioni.” Ma aggiunge ancora: “La responsabilità dei medici è già coperta da una recente legge – aggiunge – quindi non capisco quale sia la necessità di un emendamento di questo tipo. Tutti gli operatori sanitari stanno dando un contributo enorme, se però vengono mandati al fronte con quelle mascherine swifter che non servono a niente, bisogna stabilire chi ha certificato che quei dispositivi fossero ritenuti idonei. Qualcuno ne dovrà rispondere. Perché poi le persone muoiono”.


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