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"L’Europa non può inseguire solo mere strategie di commercio delle potenze economiche, ma è chiamata a riscoprire sé stessa".
"L’Europa non può inseguire solo mere strategie di commercio delle potenze economiche, ma è chiamata a riscoprire sé stessa".
"Carissimi fratelli e sorelle, anche quest’anno ci ritroviamo insieme per celebrare l’Eucarestia nel giorno in cui si ricorda la nascita al Cielo del Servo di Dio Alcide De Gasperi. Desidero anzitutto ringraziare la Fondazione De Gasperi per avermi invitato a presiedere questa liturgia e rivolgo un cordiale saluto alle gentili autorità presenti e a quanti si adoperano con dedizione per approfondire e diffondere il pensiero e la testimonianza cristiana di questo grande statista, la cui visione politica risulta estremamente attuale e meritevole di essere recuperata nella sua forza e nella sua spinta profetica".
Così il Card. Baldassarre Reina, Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma, nell'omelia in occasione del 71esimo anniversario della morte di Alcide De Gasperi.
"Si è da poco concluso l’anno degasperiano in occasione del 70° anniversario della morte di Alcide che ha avuto nella chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione uno dei momenti più alti. Questo evento si colloca significativamente all’interno del Giubileo della Speranza nel quale siamo ancora immersi e che fa da cornice a quanto oggi stiamo per vivere, invitandoci a riflettere sul pensiero e sull’opera di De Gasperi. Le Letture proclamate ci offrono uno specchio attraverso il quale leggere il significato profondo della sua missione", ha evidenziato.
"La prima lettura racconta la vocazione e la missione del giovane Gedeone. Il popolo d’Israele, dopo l’ingresso nella terra di Canaan, si era velocemente allontanato da Dio cadendo nell’idolatria e nell’infedeltà; l’alleanza con divinità straniere aveva causato, di fatto, uno sfaldamento del popolo con la conseguente invasione di eserciti più forti.
In questo contesto di totale fallimento, Dio chiama il giovane Gedeone a risollevare le sorti d’Israele e a sconfiggere l’esercito dei Madianiti. “L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: Il Signore è con te, uomo forte e valoroso… va con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?... Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo”. Gedeone obbedisce al comando di Dio e realizza pienamente la missione che gli era stata affidata.
La vicenda di questo giovane israelita è lo specchio di ogni esperienza credente; Gedeone è il nome di ognuno di noi, perché a ciascuno il Signore affida il compito di affrontare il buon combattimento della fede e di essere strumento di liberazione dal potere del male. Questa pagina della Scrittura si rivela provvidenziale mentre ricordiamo Alcide De Gasperi.
Anche lui, nella sua vita ha percorso le tappe di Gedeone. Come lui ha sperimentato più volte la forza del potere nemico, l’immane tragedia della guerra, la diffusione del regime nazista e lo sfaldamento della monarchia. Tutto attorno a lui sapeva di sconfitta e di morte. L’Italia che prende in mano subito dopo il referendum è un Paese annientato e senza alcuna credibilità internazionale. E lui stesso aveva già pagato un prezzo altissimo per aver difeso gli ideali della libertà e della democrazia: aveva conosciuto la prigionia, la povertà, l’umiliazione, il tradimento e persino delle trame oscure che ne avevano decretato la fine.
Eppure, come Gedeone, egli accoglie la missione, non confidando nella forza delle proprie risorse umane, bensì abbandonandosi alla volontà di Dio, nel silenzio della preghiera e nella luce della fede. Chissà se nel segreto della sua stanza avrà meditato le parole rivolte dal Signore a Gedeone a ampiamente ripetute nella Bibbia: “Il Signore è con te, uomo forte e valoroso”. Sicuramente, ha sperimentato che la forza del credente e del politico non è opera umana ma viene dal Signore; non solo quindi strategie di potere e doti diplomatiche, pur indubbiamente presenti, ma una profonda spiritualità", ha sottolineato ancora Reina.
"Alcide come tutti i grandi testimoni della fede non è forte perché migliore di altri ma perché ha sperimentato che la forza viene dal Signore, dalla sua grazia, dall’incontro con Lui nella preghiera e nella meditazione personale, dall’Eucarestia.
Negli anni bui e interiormente faticosi del lavoro presso la Biblioteca Apostolica, De Gasperi matura lentamente gli ideali che animeranno il suo agire politico. Quel periodo di deserto esistenziale e spirituale gli permette di interiorizzare la convinzione che il cristianesimo non può essere relegato solo alla sfera privata, ma può e deve innervare la scelta collettiva di un popolo che ancora si riconosce nei valori del Vangelo. Il vero segreto di Alcide non è stato soltanto la sua abilità politica per districarsi nello scacchiere internazionale, ma la sua visione di Paese e di mondo, di civiltà e di ricostruzione.
La preghiera personale e lo studio della spiritualità cristiana lo hanno portato a maturare l’idea che si poteva costruire e ri-costruire una nazione a partire dal Vangelo e con la forza del Vangelo. Non per imporre a tutti la fede cristiana, ma perché attraverso di essa si possano irradiare su tutti gli uomini gli effetti della salvezza e della redenzione operata da Cristo sulla croce.
Questa sua relazione intima con Dio lo ha portato alla convinzione che era possibile organizzare una democrazia – dopo gli anni bui del fascismo e mentre la monarchia mostrava tutta la sua debolezza – animata dalla fede cristiana e orientata al bene comune, alla giustizia sociale e alla libertà.
Ritengo che questa intuizione sia di estremo interesse e di straordinaria attualità per il nostro tempo e nel contesto di quanto sta avvenendo in Europa e nel mondo intero. Siamo consapevoli che la vera sfida non è schierarsi da una parte o dall’altra, o inseguire leadership più o meno forti, ma suscitare un risveglio della coscienza cristiana, una ripresa della Trascendenza intesa come spinta costante verso l’Alto, verso tutto ciò che è vero, giusto, nobile, retto, onorato.
Se si perde il senso della Trascendenza – e a mio avviso oggi stiamo seriamente correndo questo rischio – tutto appare confuso, privo di senso, sfuggente; tutto si consuma in un attimo e con esso anche l’animo umano così come tristemente constatiamo nelle cronache del nostro tempo", ha avvertito.
"Il sogno di De Gasperi, così come quello di Schumann, Adenauer e tanti altri, era quello di un’Europa che si strutturava attorno alla fede nel Dio di Gesù Cristo. E mi sembra che proprio questa sia oggi la questione cruciale. L’Europa non può inseguire solo mere strategie di commercio delle potenze economiche, ma è chiamata a riscoprire sé stessa, le sue profonde radici, la forza della cultura ellenistica, la potenza della fede cristiana, la solidità dell’umanesimo liberale.
Sono queste le solide fondamenta che in passato l’hanno resa grande e che oggi potrebbero farle conoscere una nuova stagione — certamente difficile, ma carica di possibilità — di progresso umano e valoriale.
La vita e l’impegno di De Gasperi ci dimostrano che queste cose non solo sono auspicabili, ma sono anche realizzabili nella misura in cui si permette che Dio operi con sapienza dentro una vita umile e generosa. Il Vangelo che abbiamo ascoltato ci mette davanti questa radicalità, più volte affermata da Gesù: “In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei Cieli. È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio”. E a Pietro che chiede come sia possibile ciò Gesù risponde: “Questo è impossibile agli uomini ma a Dio tutto è possibile”. È la stessa radicalità dei santi e dei martiri; è la radicalità che riconosciamo in De Gasperi che non ha mai seguito la strada del successo mondano, ma ha creduto che l’ingresso nel Regno dei Cieli passi solo attraverso la porta stretta del sacrificio personale.
Alcide ha compreso che la costruzione della città degli uomini, se vuole essere riflesso di quella divina, richiede una oblatività assoluta, libera e liberante. Per chi crede tutto è possibile. E De Gasperi è stato innanzitutto un credente. Ha creduto che la salvezza operata da Cristo possa diventare opportunità di vita piena per gli uomini e le donne di buona volontà, può diventare buon governo nella ricerca e la promozione del bene comune, può diventare democrazia che dà spazio alla dignità umana e al progresso", ha continuato Reina.
"L’attuale congiuntura internazionale, pesantemente segnata da una recrudescenza dei conflitti, interpretata alla luce della Parola di Dio e dell’illuminato magistero di Papa Leone XIV, impone a noi tutti una decisa assunzione di responsabilità. E qui sovviene il pensiero dello statista laddove, nel suo Discorso alla Conferenza di pace di Parigi, 10 agosto 1946, prendendo la parola, disse tra l’altro ai signori delegati che gravava su di loro “la responsabilità di dare al mondo una pace che corrisponda all’indipendenza e alla fraterna collaborazione dei popoli liberi”. E aggiunse: “Guardate a quella meta ideale, fate uno sforzo tenace e generoso per raggiungerla”. Questi motivi, fratelli e sorelle, ci portano a invocare il Signore affinché conceda al nostro tempo uomini e donne come Alcide De Gasperi, desiderosi di affrontare con coraggio le difficoltà e le sfide del contesto storico nel quale siamo immersi, per gettare ancora il seme del Regno nell’attesa di frutti copiosi. Amen", ha concluso.