Decreto- sicurezza : la “caporetto” del M5s

Fagocitati da Salvini i pentastellati, in crisi d’identità, scrivono sotto dettatura

di Luigi Nanni
Martedì 04 Dicembre 2018
Roma - 04 dic 2018 (Prima Pagina News)

Fagocitati da Salvini i pentastellati, in crisi d’identità, scrivono sotto dettatura

Chissà se un giorno i M5S capiranno e si renderanno conto di quello che al momento negano! L’essersi legati mani e piedi a un’idea di società tremebonda, preda della paura, sfigurata e così fortemente voluta da Salvini con quel decreto-sicurezza che guasterà l’Italia, rendendola irriconoscibile. Il M5S non ha saputo e voluto opporsi e anzi l’ha accompagnato, chiudendo gli occhi e rendendosi complice di tanta scelleratezza, culminata nella decisione di imporre il “voto di fiducia” al provvedimento. Temevano la reazione interna e l’opposizione di decine di loro parlamentari, segno evidente che in quella formazione politica c’è ancora gente con la testa sulle spalle. Il risultato? La Lega cresce nei consensi e i M5S calano vistosamente. Ma col Paese che va in malora, non è un grande risultato. In aggiunta, con la possibilità che dopo questo matrimonio diseguale la Lega si sfili, senza nemmeno pagare gli …alimenti. E’ davvero incredibile come i M5S si siano incartati e fatti irretire dall’energumeno Salvini, che detta l’agenda politica e senza che loro siano minimamente riusciti a mettere mano al programma di governo, a caratterizzarlo. Battuti, invece, su tutta linea rispetto a provvedimenti attuati o rinnegati (Ilva, Tap, Tav), senza dire dello stop alla manovra ( ma, chiamatela retromarcia!) da parte di quell’Europa che è stata sempre vista come nemico da combattere. Finiti i bollori da guasconi, sarà il caso di fare attenzione a quanto ci viene raccomandato. Non si sono resi conto (i M5S) di contribuire a snaturare il nostro Paese, a isolarlo nel consesso internazionale, posti accanto al razzista ungherese Orban di cui Salvini si vanta di riceverne l’ amicizia. Sempre accodati a Salvini nel non voler firmare il Global compact for migration lanciato dall’ONU nel 2016, e non voler partecipare al vertice di Marrakech del 10 e 11 dicembre che darà il via operativo agli accordi decisi a New York nel settembre di due anni fa e che prova a introdurre elementi di governo, di integrazione e di solidarietà (dunque, rispetto dei diritti umani!), per garantire “una migrazione sicura, ordinata e regolare”. Avete capito? Lo hanno capito i M5S? Fuori da un patto di civiltà! Il nostro Paese si isola, corre ad abbracciare pericolose avventure e nega anche i fondamenti della stessa Carta Costituzionale (“Lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”- Art.10 Costituzione Italiana). Al via, dunque, con la caccia allo “straniero” (meglio, se africano), visto come un pericolo e causa di tutti i guai del Paese. Salvini è riuscito nel suo capolavoro, grazie all’arrendevolezza dei M5S, a falsificare la realtà della situazione in un periodo in cui da tempo gli arrivi sono ben contenuti e lontani dall’emergenza. Il salto nel buio ora è rappresentato proprio dal decreto-sicurezza che nega il permesso umanitario (ma non conoscono quello che dice la Convenzione di Ginevra!) e inferisce un colpo mortale agli SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), davvero un’importante realtà per aver accolto e integrato migliaia di migranti (anche nella stessa provincia di Lecce). A causa del taglio dei fondi, saranno negati i corsi per l’apprendimento della lingua, i corsi di formazione e tutte quelle misure rivolta all’integrazione, col rischio di lasciare migliaia di migranti per strada. Per conseguenza, una legge che scardina i pilastri di un sistema che sin qui ha ben funzionato, come ha ripetutamente dichiarato l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) e persino qualche sindaco M5S (Francesco di Pasquale di Carrara). Ma non c’è più niente da fare. Ai sindaci non si crede, perché questo è il tempo dell’ubriacatura e della propaganda e non più della ragione. Di qui il grave errore e le responsabilità dei M5S nell’aver avallato il decreto-sicurezza, vera carta d’identità e spartiacque di un Paese che certifica il suo razzismo, salvo ovviamente per quanti intendono opporsi (e lo fanno, come per le organizzazioni umanitarie, forze politiche e sociali) a questa deriva giustizialista. Ma, si insiste, il paradosso del M5S è quello di essersi accodato alla linea securitaria di Salvini, col rischio di uscirne depotenziato da questa esperienza di governo e aver annebbiato la sua immagine. Davvero, una forte sbandata. A quel punto, in un Paese così stravolto e offeso, poco importerà l’aver promesso e anche assegnato il reddito di cittadinanza.


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