Di coronavirus. C’e’ chi campa e chi (purtroppo) muore

Nel dramma che colpisce tutti, la spietatezza di tanti comportamenti

di Luigi Nanni
Sabato 28 Marzo 2020
Lecce - 28 mar 2020 (Prima Pagina News)

Nel dramma che colpisce tutti, la spietatezza di tanti comportamenti

6 aprile 2009. Quanto ricordate del terribile terremoto dell’Aquila? Basta questo: pochi minuti dopo la tremenda scossa delle 3.32 che fece crollare gran parte della città, compreso alcuni piccoli paesi del circondario, e provocò 309 morti e 1.600 feriti, furono intercettati telefonicamente due costruttori edili (meglio chiamarli, spietati faccendieri) che ridevano e scherzavano al solo pensiero di quanti affari avrebbero fatto per i lavori della ricostruzione. Piccola aggiunta chiarificatrice: ridevano e scherzavano ( e commentavano), perchè sicuri di entrare nelle varie commesse. Sapevano come fare. Una seconda considerazione: è certo che i due miserabili faccendieri avessero già goduto di altre disgrazie e utilità. D’accordo, non sempre per un terremoto che (nostra fortuna) non capita tutti i giorni, ma che dite di un disastroso cedimento di strada o del crollo di una palazzina fatiscente? Questo per il passato, ma accade anche oggi, in tempo di coronavirus. Diverse le modalità, ma stessa spietatezza. Il dramma che tutti noi stiamo vivendo non deve però impedirci di aprire gli occhi, di dire la nostra, farci colpire da un pericoloso ottundimento. Oggi e, sperabilmente domani, quando il virus si sarà placato e, come viene sempre detto, e non senza retorica, tutto sarà cambiato. S’intende in meglio. E, per aggiunta, nel frattempo, con tutti diventati più buoni. E, invece, purtroppo, non sarà così. E comunque, in caso contrario, felici di esserci sbagliati, dovendo pensare a salvezza raggiunta (senza infingimenti, di questo si tratta), che più non ci saranno malfattori e assassini, la nostra terra finalmente liberata dalle tante mafie, ridotta se non annullata la scandalosa disuguaglianza sociale. In Italia e resto del mondo. Forse non sarà così, poiché in queste stesse ore di dramma nazionale con migliaia di morti tra la popolazione e personale sanitario allo stremo delle loro forze, tanto da essersi infettati e anche morti a decine, c’è chi senza scrupoli pensa di sfruttare l’emergenza, di fare affari, col mercato nero delle bombole d’ossigeno, saturimetri, camici monouso, mascherine e tutto l’armamentario che serve a proteggerli. Pensando poi al terremoto dell’Aquila (e alle tante persone che a distanza di oltre dieci anni ancora vivono negli scalcinati “moduli” abitativi), il comportamento messo in campo da questi odierni speculatori è paragonabile a quello che rovista e ruba nelle macerie della casa crollata. Tutto ciò ha un nome: sciacallaggio. A tal proposito, orripilante ( a voi l’aggiunta di qualche altra aggettivazione) la pubblicità di qualche, isolato studio di avvocato (ripeto, qualche e isolato), che già in queste ore offre consulenza a quelle famiglie che si ritengono danneggiate dal dramma di un familiare morto a causa del coronavirus. Per quale motivo? Facile a dirsi. Quello di poter denunciare medici e ospedali, insomma tutte quelle situazioni (questo il concetto) che per colpa o negligenza avrebbero portato al decesso e, per conseguenza dibattimentale, da tutto ciò ricavare un bel gruzzolo. Di questo si tratta. Ma di esempi se ne possono contare a bizzeffe, e questo dovrebbe essere immediatamente smascherato. Anche con questo si può sconfiggere il coronavirus, al di là della (giusta) campagna martellante, e che rispettiamo, di stare chiusi in casa. Si tratta di speculatori senza scrupoli, di ditte che fanno incetta di mascherine, autorespiratori e dispositivi vari che rivendono a prezzi decuplicati, se non più. Ed è di queste ore la contestazione ad alcune aziende in Puglia da parte della Guardia di Finanza per la vendita di mascherine a 18(!) euro l’una. Si accerterà se si è in presenza di violazioni. Ma è la pubblicità televisiva a dare il peggio di sé. Una pubblicità falsa e tendenziosa, in alcuni casi smaccatamente incentrata sull’emergenza- coronavirus, sulla paura che travolge tutti e stupisce che il Garante non se ne accorga e intervenga con decisione. Come per lo spot reiterato che riguarda un prodotto-medicina (voilà, rispolverato per l’occasione!).Evito di citarlo per… non dargli una mano) che con voce stentorea dice di proteggere, di accrescere… le difese immunitarie, che garantisce tanta Vitamina D ed è di grande aiuto alle… vie respiratorie? Poco manca che dica di essere adatto a sconfiggere oggi stesso il coronavirus. Basta comprarlo dalla farmacia più vicina o, meglio, evitando l’uscita e compilare l’ennesima autocertificazione, farselo recapitare direttamente a casa. Avete capito? Ma anche – concedendo - possibile casualità? Da escludere. Basta vederlo. Vogliono campare col l’epidemia, utilizzando ogni mezzo, con una pubblicità mendace e subdola sulle varie TV, ben sapendo di stare sfruttando la situazione. Ricordo che in passato il Garante, per molto meno, sempre a proposito di pubblicità mendace e fasulla, bloccò quella di un dentifricio, illustrata da un medico nel suo camice bianco che, imbracciato lo spazzolino, declinava le virtù miracolose e ineludibili del prodotto. Altri tempi. E non è certo casuale, l’esempio dato da tante altre pubblicità, di “allarmante” contenuto scatenatesi in questi giorni. Con la gente chiusa in casa e noi spettatori di un esterno irriconoscibile, un po’ di televisione siamo costretti a vederla. Malati nella psiche e nel corpo. Le pubblicità riguardano tutta una serie di reagenti chimici, gel, soluzioni alcoliche per combattere microbi e batteri, polveri sottili e muffe in ogni angolo della casa, occhiali e maschere, filtri per l’aria e per l’acqua, sanificazione di qua e sanificazione di là. E, per le sempre introvabili mascherine, le diverse specie, e invogliarci alla lettura, l’informazione da mandare a memoria durante il nostro ozio quotidiano: Chirurgica per, FFP2 per, FFP3 per, Montrasio per, (quelle che sono state definite né più né meno una sorta di carta igienica). Quella che ci serve e quella che non ci serve. Un giorno no e poi dietrofront, tutti con la mascherina. Ma sino a qualche giorno fa veniva pure detto che non serviva quasi a nulla. Infine – fateci caso – in questo periodo, la pubblicità per un alto numero di prodotti soprattutto“da banco”, per tutti i malati del mondo. Per artrite,bronchite, influenza, dolori articolari, gastrointestinali, integratori vitaminici, naso chiuso, gola secca, abbassamento di voce, catarro, irritazione della pelle, prurito, sibilo all’orecchio, abbassamento di vista, tutta la vitamina C del pianeta, acqua della salute, yougurt a quattro, sei, dieci miliardi di fermenti lattici, soluzioni per ogni malanno che ci passa per la testa. Che, (s’intende anche questo), si farebbe bene ad assumere. Chiaro il sospetto paventato che, alla fine, in giro non ci sia bisogno di tutto questo e si stia esagerando. Un peccato veniale o meno grave di quello precedentemente descritto, ma forse sino a un certo punto, se si tratta di carpire la buonafede di una clientela sufficientemente preoccupata e demoralizzata.


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