Gerusalemme: proteste contro l'operazione israeliana a Gaza, scontri tra manifestanti e polizia

Bloccate alcune strade di fronte al complesso governativo di Kiryat HaMemshala.

(Prima Pagina News)
Lunedì 05 Maggio 2025
Roma - 05 mag 2025 (Prima Pagina News)

Bloccate alcune strade di fronte al complesso governativo di Kiryat HaMemshala.

Alcuni manifestanti hanno bloccato le strade antistanti il complesso governativo di Kiryat HaMemshala a Gerusalemme, per protestare contro l'approvazione dell'estensione dell'operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza.

Stando a quanto riferiscono i media di Tel Aviv, ci sono stati scontri tra i manifestanti e i poliziotti arrivati sul posto.

E' arrivato questa notte il via libera unanime del gabinetto di guerra israeliano all'espansione delle azioni militari nella Striscia di Gaza. Lo hanno riferito Haaretz e Times of Israel, riprendendo alcune fonti.

Il gabinetto ha approvato anche un piano per l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza e la loro distribuzione attraverso aziende private, con il Ministro della Sicurezza Itamar Ben-Gvir che ha espresso voto contrario.

Stando a quanto riferisce il Times of Israel, il piano sarà messo in atto soltanto dopo la visita di Donald Trump nella regione, in programma la settimana prossima. Fino ad allora, si tenterà di raggiungere un accordo con Hamas sul cessate il fuoco e sul rilascio degli ostaggi.

Secondo quanto ha detto una fonte israeliana, ripresa dal sito Ynet, il piano approvato prevede, tra l'altro, l'occupazione della Striscia e il mantenimento dei territori, lo spostamento della popolazione a Sud, la negazione della possibilità, per Hamas, di distribuire aiuti umanitari e attacchi violenti contro i fondamentalisti palestinesi: questo dovrebbe contribuire ad una vittoria.

"Il piano includerà, tra le altre cose, la conquista della Striscia di Gaza e il possesso dei territori, spostando la popolazione di Gaza a sud per proteggerla", ha detto una fonte di Tel Aviv all'Afp, aggiungendo che il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, "continua a promuovere" il piano del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che prevede il trasferimento volontario dei cittadini gazawi.

Stando alla fonte, il gabinetto di sicurezza israeliano ha dato il via libera alla "possibilità di distribuzione umanitaria" a Gaza, bloccata da più di due mesi, insistendo, però, sul fatto che, stando alle autorità ebraiche, "attualmente c'è cibo a sufficienza" nell'area.

La nuova operazione a Gaza potrebbe mettere a rischio gli ostaggi ancora vivi: è l'avvertimento al governo Netanyahu lanciato dal Capo di Stato Maggiore dell'Esercito israeliano, Eyal Zamir. "Israele potrebbe perdere gli ostaggi se lancia un'operazione su larga scala nella Striscia", ha detto Zamir, citato da Channel 13.

Dall'altra parte, Hamas ha accusato Israele di usare gli aiuti umanitari come un "ricatto politico" e ha attribuito a Tel Aviv la colpa della "catastrofe umanitaria" del territorio martoriato dalla guerra. "Rifiutiamo l'uso degli aiuti come strumento di ricatto politico e sosteniamo la posizione delle Nazioni Unite contro qualsiasi accordo che violi i principi umanitari", dichiara Hamas, aggiungendo che "il continuo ostacolo all'ingresso degli aiuti" da parte di Israele dal 2 marzo lo ha reso "pienamente responsabile" della "catastrofe umanitaria" in zona.

Gli aiuti umanitari per la popolazione della Striscia di Gaza potrebbero esaurirsi entro due settimane. Lo hanno detto fonti della sicurezza israeliana. "La portata di una simile crisi è drammatica, per Hamas, questa sarebbe l'occasione per lanciare una campagna della carestia e chiedere al mondo aiuti e interventi urgenti", hanno aggiunto le fonti.

Nel corso di questi ultimi giorni ci sono stati diversi episodi di saccheggi di magazzini, denunciati anche dal Presidente dell'Anp, Mahmoud Abbas (Abu Mazen, ndr). Hamas ha detto che i ladri saranno uccisi, ma, stando a fonti palestinesi e dell'intelligence israeliana, i saccheggiatori sono miliziani che, approfittando del caos, eliminano gli oppositori, come riportano i social dalla Striscia e l'emittente televisiva Channel 12.

Nella serata di ieri, Hamas ha emanato nuove istruzioni per la popolazione gazawi: dalle 21 è vietato camminare per strada, per lasciare spazio alla sicurezza e "catturare i ladri".

L'agenzia delle Nazioni Unite che coordina l'ingresso degli aiuti umanitari a Gaza ha respinto, in una dichiarazione ripresa dai media locali, il piano israeliano, che prevede di cambiare radicalmente le modalità di ingresso e distribuzione degli aiuti umanitari. Il piano, rivelato dai media israeliani venerdì, prevede l'abbandono della distribuzione all'ingrosso e l'immagazzinamento degli aiuti, e che, piuttosto, organizzazioni internazionali e appaltatori di sicurezza privati distribuiscano il cibo a ogni singola famiglia, ognuna delle quali deve essere rappresentata soltanto da una persona, che verrà controllata dalle Idf e raggiungerà i luoghi di distribuzione, dopo che la popolazione del Nord e del Centro verrà fatta evacuare nella zona tra i corridoi Morag e Filadelfia.

Le Idf non verranno coinvolte direttamente nella distribuzione degli aiuti, ma dovranno fornire un livello di sicurezza esterno per gli appaltatori privati e le organizzazioni internazionali che svolgeranno questo compito. Secondo Tel Aviv, questo renderà più difficile, per Hamas, il dirottamento degli aiuti verso i suoi miliziani. Israele ha bloccato i valichi dal 2 marzo, impedendo ai camion di entrare nella Striscia per portare gli aiuti.

L'agenzia di protezione civile di Gaza, gestita dai miliziani di Hamas, ha fatto sapere che almeno 19 persone nel Nord della Striscia sono morte a seguito di due attacchi aerei israeliani. "Le nostre squadre hanno trovato 15 martiri e 10 feriti, per lo più bambini e donne, dopo un attacco israeliano su tre appartamenti" a nord-ovest di Gaza City, ha dichiarato il portavoce, Mahmud Bassal, aggiungendo che altre quattro persone sono morte e altrettante sono rimaste ferite in un attacco su un'abitazione a Beit Lahiya, nel nordovest.

Le accuse secondo cui l'Iran sarebbe dietro l'azione militare intrapresa dagli Houthi yemeniti, che ieri sera avevano attaccato l'aeroporto di Tel Aviv, sono "infondate". Lo ha dichiarato il Ministero iraniano degli Esteri. L'appogio dello Yemen ai palestinesi è "una decisione indipendente, radicata nella solidarietà umana e islamica del popolo yemenita" e collegarlo a Teheran è una "affermazione ingannevole", ha fatto sapere il Ministero, in una nota ripresa da Mehr, in cui accusa le forze armate statunitensi di "essere entrate in guerra contro il popolo dello Yemen per sostenere il genocidio commesso dal regime sionista e ad aver commesso crimini di guerra" nel territorio yemenita.


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