I RICORDI DI PPN: il "Grande Torino" simbolo di Unità d'Italia

Oggi anniversario della tragedia di Superga.

(Prima Pagina News)
Martedì 04 Maggio 2021
Roma - 04 mag 2021 (Prima Pagina News)

Oggi anniversario della tragedia di Superga.

I RICORDI DI PPN: il "Grande Torino" simbolo di Unità d'Italia
Guarda la fotogallery

La più grande tragedia che abbia colpito il calcio italiano avviene poco dopo le 17 del 4 maggio 1949 quando l'aereo che trasporta i giocatori del grande Torino di ritorno da una partita a Lisbona si schianta contro la collina di Superga. Scompare l'intera squadra con campioni del calibro di Mazzola, Loik, Gabetto, Ossola.

L'aereo stava riportando a casa la squadra da Lisbona, dove aveva disputato una partita amichevole contro il Benfica, organizzata per aiutare il capitano della squadra lusitana Francisco Ferreira, in difficoltà economiche. Nell'incidente perse la vita l'intera squadra del Torino, vincitrice di cinque scudetti consecutivi dalla stagione 1942-1943 alla stagione 1948-1949 e che costituiva la quasi totalità della Nazionale italiana.

Nell'incidente morirono anche i dirigenti della squadra e gli accompagnatori, l'equipaggio e tre noti giornalisti sportivi italiani: Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport); Renato Tosatti (della Gazzetta del Popolo, padre di Giorgio Tosatti) e Luigi Cavallero (La Nuova Stampa).

Il compito di identificare le salme fu affidato all'ex commissario tecnico della Nazionale Vittorio Pozzo, che aveva trapiantato quasi tutto il Torino in Nazionale. Lo spezzino Sauro Tomà, infortunato al menisco, non prese parte alla trasferta portoghese; non presero quel volo neanche il portiere di riserva Renato Gandolfi (gli fu preferito il terzo portiere Dino Ballarin, fratello del terzino Aldo, che intercedette per lui), il radiocronista Nicolò Carosio (bloccato dalla cresima del figlio), Luigi Giuliano (capitano della Primavera del Toro e da poco tempo in pianta stabile in prima squadra, fu bloccato da un'influenza) e l'ex C.T. della Nazionale nonché giornalista Vittorio Pozzo (il Torino preferì assegnare il posto a Cavallero). Tommaso Maestrelli, invitato ad aggregarsi alla squadra per l'amichevole da Valentino Mazzola pur giocando nella Roma, non prese il volo poiché non riuscì a rinnovare in tempo il passaporto.

Anche il presidente del Torino Ferruccio Novo non prese parte al viaggio perché influenzato. Il Torino fu proclamato vincitore del campionato a tavolino e gli avversari di turno, così come lo stesso Torino, schierarono le formazioni giovanili nelle restanti quattro partite. Il giorno dei funerali più di mezzo milione di persone scese in piazza a Torino per dare l'ultimo saluto ai giocatori. Lo shock fu tale che l'anno seguente la nazionale si recò ai Mondiali in Brasile viaggiando in nave.

I resti dell'aereo, tra cui un'elica, uno pneumatico e pezzi sparsi della fusoliera, ma anche le valigie di Mazzola, Maroso ed Erbstein, sono conservati nel Museo del Grande Torino e della leggenda granata, ospitato nella prestigiosa Villa Claretta Assandri di Grugliasco, inaugurato il 4 maggio 2008 nel 59º anniversario della tragedia.

Sette dei 18 calciatori sono sepolti presso il Cimitero Monumentale di Torino; altri 10 giocatori sono stati invece sepolti presso i propri comuni d'appartenenza, dopo aver ricevuto delle seconde esequie in forma privata.

Infine la salma di un ultimo calciatore è stata traslata negli anni novanta dal Cimitero Monumentale di Torino a un altro cimitero.

Calciatori a parte, tutti coloro che si trovavano nell'aereo sono stati sepolti nel cimitero del capoluogo piemontese, con le uniche eccezioni dell'allenatore inglese e dei membri dell'equipaggio, per un ammontare complessivo a oggi di 15 salme: 11 di esse, fra le quali quelle di 6 calciatori, riposano insieme nello stesso loculario ubicato nella Quinta Ampliazione.


RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

#grandetorino
#superga
#tragediasuperga
PPN
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU