La Flotilla si avvicina a Gaza. Meloni: "Forse le sofferenze dei palestinesi non erano la priorità"

Appello di Italia e Grecia a Israele: "Astenersi da iniziative che potrebbero essere strumentalizzate da coloro che ancora rifiutano la pace". Scotto: "Davanti a un alt della marina israeliana ci fermeremo".

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Mercoledì 01 Ottobre 2025
Roma - 01 ott 2025 (Prima Pagina News)

Appello di Italia e Grecia a Israele: "Astenersi da iniziative che potrebbero essere strumentalizzate da coloro che ancora rifiutano la pace". Scotto: "Davanti a un alt della marina israeliana ci fermeremo".

Le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla che hanno continuato a navigare sono arrivate a circa 130 miglia nautiche dalla Striscia di Gaza.

“Mentre ci avviciniamo a Gaza, restiamo vigili mentre entriamo nell’area dove le precedenti flottiglie sono state intercettate e/o attaccate”, ha fatto sapere la Flotilla sui suoi profili social. “Continuiamo a navigare senza lasciarci scoraggiare dalle minacce e dalle tattiche intimidatorie di Israele”, ha proseguito.

“Penso che in questa fase di un equilibrio che è estremamente delicato e di fronte a una possibilità che sarebbe storica, insistere in un’iniziativa che ha dei margini di pericolosità e di irresponsabilità io continuo a non capirlo“. E' quanto ha dichiarato la premier, Giorgia Meloni, nel corso di un punto stampa prima del Consiglio europeo, in merito al caso della Flotilla.

“Penso che dopo gli appelli fatti dal presidente Matarella in poi, quanto detto da altri leader europei e quanto stanno facendo paesi come la Spagna, che è esattamente quello che sta facendo l’Italia, il rischio di un’iniziativa che diceva di nascere per una questione umanitaria, poi si è scoperto che era per forzare un blocco navale, quindi mi pare che il tema sia tutt’altro, assume dei contorni che sono incredibili. Nella fase di queste ore in cui tutti quanti dovrebbero capire che esercitare la responsabilità e attendere mentre c’è un negoziato di pace, è forse la cosa più utile che si può fare per alleviare le sofferenze del popolo palestinese, ma forse queste non erano la priorità“, ha continuato Meloni.

"L’Italia e la Grecia seguono attentamente gli sviluppi della Global Sumud Flotilla e si appellano alle autorità israeliane per garantire la sicurezza e l’incolumità dei partecipanti e consentire ogni azione di tutela consolare.

Noi, Ministri degli Affari Esteri della Repubblica Italiana e della Repubblica Ellenica, facciamo appello alle donne e agli uomini della Flottiglia affinché accettino la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme a consegnare in sicurezza gli aiuti destinati in solidarietà ai bambini, alle donne e agli uomini di Gaza.

Grazie all’iniziativa diplomatica del presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump, per la prima volta sussiste una concreta possibilità di porre fine a questo brutale conflitto e alle sofferenze della popolazione palestinese, anche attraverso un pieno accesso umanitario. Italia e Grecia ribadiscono la necessità di garantire l’accesso umanitario a Gaza e di raggiungere al più presto un cessate il fuoco. In questo frangente così delicato, occorre astenersi da iniziative che potrebbero essere strumentalizzate da coloro che ancora rifiutano la pace". E' l'appello dei Ministri degli Affari Esteri di Italia e Grecia, diffuso dalla Farnesina.

“In questo momento siamo a circa 125 miglia, in attesa di capire come evolverà la situazione – sono le parole di Arturo Scotto ai microfoni di Radio Cusano Campus -. Ci muoviamo con cautela, in una fase di attesa, consapevoli che potrebbe verificarsi un’intercettazione da parte delle forze israeliane. Alcuni mezzi agili si sono già avvicinati alle imbarcazioni principali, osservando da vicino: un segnale di monitoraggio e presa di misure in vista di possibili controlli. L’aspetto positivo è che, qualora ciò avvenisse, accadrebbe in pieno giorno, riducendo così i rischi di incidenti o spiacevoli inconvenienti”.

“È vero che davanti a un alt della marina israeliana ci fermeremo – spiega -. Ci sono due motivi chiari: primo, perché una barca a vela contro una fregata militare sarebbe come Davide contro Golia; secondo, perché i nostri protocolli, in linea con la Convenzione di Montego Bay, prevedono di rallentare e accettare il controllo in caso di intercettazione militare. Si tratta di procedure stabilite per imbarcazioni sospettate di traffici illeciti, che non è assolutamente il nostro caso: trasportiamo soltanto riso, farina e acqua”. “Andiamo avanti uniti con la flottiglia, con disciplina e cautela, forti dei training svolti insieme e della nostra determinazione a portare aiuti”, evidenzia Scotto.


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