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La prima cosa che Luigi De Magistris smentisce è la notizia ripresa da molti organi di stampa e secondo la quale in queste ore sarebbe stato contattato e chiamato da Enrico Letta. Una vera e propria fake news, che De Magistris smentisce in maniera categoria, raccontando invece questa sua Calabria come la “terra del cuore”. Del resto, nessuno meglio di lui la conosce meglio, per essere stato in passato magistrato illuminato autorevole e rigoroso alla Procura della Repubblica di Catanzaro, ma soprattutto per aver sposato una donna calabrese che gli ha insegnato a capire e ad amare sempre meglio e sempre di più di più la gente di Calabria.
-Che cosa si aspetta Luigi De Magistris dalla Calabria, dopo questi giri di campagna elettorale nei quali ha potuto vedere anche da politico un territorio che conosceva già abbastanza bene da magistrato?
Ho avuto la conferma di ciò che già sapevo, ho trovato una terra ricchissima di risorse umane e di potenzialità e realtà concrete soprattutto nel mondo del privato, delle libere professioni, degli imprenditori e degli operatori culturali. Ho trovato una situazione molto grave sul piano della compromissione dei diritti primari, dal diritto alla salute, all'acqua, alla depurazione, alla mobilità alla raccolta dei rifiuti. Ho trovato una situazione, dal punto di vista della politica, addirittura peggiorata rispetto alla situazione drammatica che conoscevo quando facevo il magistrato. Nell’incontrare le persone ho sentito rabbia, sconforto, qualche volta depressione, ma anche una buona risposta quando si invoca il riscatto di questa terra e ci si muove come punto di riferimento per guidare l’uscita da questo momento così difficile.
-Cosa dice alle persone che hanno deciso di non andare a votare perché sono stanche del sistema Calabria,stanche soprattutto di vedere che non cambia mai nulla?
Chi non va a votare in questo momento, essendoci un’alternativa come la nostra, favorisce il sistema. Oggi, per la prima volta, in Calabria c'è un'alternativa netta e chiara e siamo noi: abbiamo una storia credibile e abbiamo dimostrato nella vita da che parte stiamo, l’ho fatto da magistrato in Calabria e da sindaco a Napoli. Noi mettiamo in campo valori e competenza di coraggio, onestà, libertà, risorse, spirito di squadra. Tutto questo non c’è mai stato nelle elezioni regionali calabresi: alternativa e capacità di governo, rottura del sistema ed affidabilità di governo. Anche chi è sfiduciato oggi può dare fiducia a chi conosce il sistema e lo ha contrastato facendo il magistrato.
-Ma quanto sta facendo paura la sua candidatura? I giornali hanno scritto che in queste ore è stato chiamato da Enrico Letta…
Questa è una falsa notizia, destituita di ogni fondamento. Letta non mi ha mai chiamato. Al sistema fa paura la mia candidatura perché sanno che nel momento in cui andiamo a governare per loro è finita: noi governeremo esclusivamente nell'interesse dei calabresi, lavoreremo sui diritti, sul riscatto di questa terra, sui servizi da garantire, sulla valorizzazione del territorio, sulla cura dei problemi. Finirà quindi quel rapporto di sudditanza con il quale in questi anni il sistema ha soggiogato una fetta importante della popolazione calabrese. Sto vedendo molto entusiasmo tra la gente e molta paura nel sistema.
-Che lettura dare alla notizia falsa sull’incontro con Letta?
Non è l’unica, è anche uscito che mi avrebbero offerto un incarico a Roma. Escono una serie di notizie false perché vogliono fare intendere il messaggio che noi potremmo convogliare sulla candidatura della Bruni, cosa che non potrà mai accadere perché noi siamo in campo da tempo e siamo un'alternativa a quel Pd, mi spiace dirlo, che presta la sua faccia per coprire il sistema.
-Anche a destra la candidatura di Occhiuto che sembrava una vittoria scontata sta traballando…
Questo è anche un effetto della mia candidatura che ha rotto comunque equilibri sia nel centro-destra che nel centro-sinistra. Se non ci fosse stata la mia candidatura avremmo avuto probabilmente Irto da una parte e Occhiuto dall’altra, invece si sta destrutturando il sistema. Quelli che volevano mostrarsi come granitici, da una parte PD e 5S e dall'altro il centro destra, si stanno invece dividendo in scontri, fratture e questo dimostra che sta accadendo qualcosa di davvero rilevante in Calabria
-Pensa che la gente libera che esercita il voto libero riesca a capire quanto pesa, per un futuro governatore di Regione, l’esperienza di dieci anni da sindaco a Napoli con tutti i partiti contro?
Questo dovrebbe tranquillizzare i calabresi e chi si chiede come si fa a vincere senza i grandi partiti. Sono il sindaco più longevo di Napoli del 1806 e governo con all’opposizione tutto l'arco costituzionale delle forze politiche che sono in Parlamento. Questo dimostra la forza che ho messo in campo a Napoli e che stiamo mettendo in campo adesso con una coalizione civica ampia, una squadra che cresce sempre di più: non un uomo solo al comando ma una squadra di governo che può prescindere tranquillamente dal sistema. La prova che si può fare è la città di Napoli: non stiamo parlando di una piccolo Comune ma della capitale del Mezzogiorno, la terza città d'Italia, l'area urbana più densa d'Europa per rapporto tra abitanti e chilometri quadrati. Significa che abbiamo quelle caratteristiche, in questo momento uniche, per poter abbattere il sistema, da una parte, e dall'altra, dare garanzia di governabilità.
-In questo momento storico dove dovrebbero arrivare fiori di soldi nel sud dall'Europa, quanto è importante avere al comando un uomo di legge e di legalità?
E’ fondamentale. La vera sfida sarà nelle mani di chi gestirà il denaro pubblico. Se sono mani coraggiose, competenti, oneste e libere quel denaro sarà usato per garantire i diritti e i servizi essenziali che sono mortificati in questa terra. Se invece il denaro verrà gestito dal sistema che la Calabria ha già conosciuto quel denaro servirà per rafforzare i pochi, per incrementare i privilegi e per creare anche rapporti di opacità, di convivenza e di criminalità sulla gestione del denaro pubblico. Del resto, tantissime inchieste che hanno attraversato anche la Calabria nel corso degli anni, dimostrano che il cemento dei rapporti tra mafia e politica è proprio la gestione del denaro pubblico
-Per quanto riguarda la sanità, come risollevarla?
Dobbiamo ricostruire l'intera filiera della sanità pubblica che è completamente distrutta: dalla medicina territoriale agli ambulatori, dai consultori ai centri in cui si ascolta il disagio psicologico e mentali, dagli ospedali alle ambulanze con i medici, dall'assistenza domiciliare ai reparti… Bisogna interrompere il commissariamento alla sanità e la consegna di quantità enorme di denaro pubblico, oltre 300 milioni, che se ne vanno in migrazione sanitaria.
-Come fare?
Dobbiamo mettere al posto giusto persone che non sono compromesse con una gestione che ha visto commissariamenti senza fine, ha visto una miriade di comportamenti opachi, ha visto infiltrazioni della criminalità, fatture che vengono pagate più volte all'interno delle ASP. Serve una operazione di bonifica enorme in uno dei settori più delicati. Questa sarà una delle priorità: con la pandemia si è visto cosa significa lo smantellamento della sanità pubblica nella regione Calabria. Una delle prime cose che farò è assumere la responsabilità delle condotte, degli atti e dei comportamenti e chiederò la fine del commissariamento che diventato un alibi per tutti: non migliora i risultati della sanità ma produce la più alta tassazione avendo i servizi meno adeguati
-Essendo la sua l'unica candidatura fuori dai partiti, come si sta comportando la stampa nei suoi confronti?
Io non giudico la stampa, mi auguro che racconti i fatti senza nasconderli, con correttezza e con pluralismo. Io ho sempre difeso la stampa libera, autonoma ed indipendente. Far uscire storie che non esistono, come è accaduto con il falso incontro con Letta, non è un buon servizio.
-A chi dice: Chi glielo fa fare? Cosa risponderebbe?
Che sono contentissimo di averlo fatto. E’ una sfida di grande passione, molto importante dal punto di vista politico, ci stiamo mettendo tanto amore. Sono assolutamente convinto, mai avuto dubbi
-Un’ultima domanda: è possibile per la Calabria, oggi ultima regione d’Europa in tantissime statistiche, aspirare ad una collocazione diversa nello scenario europeo?
Lo dico con molta sincerità e con assoluta umiltà: solo se vinciamo noi queste elezioni. La Calabria ha bisogno di una comunicazione diversa, di una rappresentatività fatta da persone che hanno dignità e autorevolezza. La Calabria è stata mortificata anche da chi l'ha rappresentata dal punto di vista politico, ha bisogno di ritrovare autorevolezza e centralità e questo lo si può fare anche attraverso persone che hanno dimostrato in Calabria di avere una storia.
-Autorevolezza e centralità per la Calabria, quindi…
Quando diventai, dopo che mi cacciarono dalla Calabria, parlamentare europeo e presidente della Commissione Controllo e Bilancio del Parlamento Europeo, i miei colleghi dell’Unione europea mi riconoscevano come il simbolo dell'anticorruzione in Calabria. Questo significa dare forza alla Calabria. Quando si dovrà andare a chiedere sui tavoli europei di approvare progetti, l’autorevolezza che posso mettere in campo è sicuramente diversa da quella che possono avere le persone che hanno distrutto l’immagine della Calabria e che sono state anche coinvolte in brutte vicende. Per mettere al centro la Calabria c’è bisogno di autorevolezza, sì. Sono convinto che la Calabria possa lasciare il suo posto nella periferia dell’Europa per vivere una centralità che non ha mai avuto. E il messaggio che girerà in Europa sarà che la Calabria è passata dal ricatto al riscatto.