Luigi Tivelli: “L’ Academy Giovanni Spadolini al servizio del Paese”
Lo slogan che Luigi Tivelli a nome dell’Academy Giovanni Spadolini affida alle pagine del Corriere come “appello alla politica che più conta” dice “Fermiamo quello spirito «divisivo». Con l’impegno di cittadini e classe politica si possono riequilibrare i rapporti fra elettori ed eletti”. Il ritorno dunque alla politica “alta”.
di Pino Nano
Martedì 26 Settembre 2023
Roma - 26 set 2023 (Prima Pagina News)
Lo slogan che Luigi Tivelli a nome dell’Academy Giovanni Spadolini affida alle pagine del Corriere come “appello alla politica che più conta” dice “Fermiamo quello spirito «divisivo». Con l’impegno di cittadini e classe politica si possono riequilibrare i rapporti fra elettori ed eletti”. Il ritorno dunque alla politica “alta”.

L’appello che l’Academy Spadolini lancia al Paese, e soprattutto al mondo della politica italiana è una sorta di manifesto della nuova democrazia, una esaltazione del pluralismo, un voler riaffermare il concetto della politica pura come strumento di crescita dei cittadini e di difesa dei ceti più deboli, una rilettura del modo di fare politica in un Paese appesantito da mille problemi. Nessuna polemica- anticipa Luigi Tivelli che di Academy Spadolini è presidente- ma solo un rilancio ideologico del confronto politico e del dibattito che in Italia sembra aver preso direttrici che non condividiamo.

Non un appello qualunque, ma un richiamo collettivo alla responsabilità dei vari soggetti politici, che insieme alla storia personale di Luigi Tivelli, grand commis di Stato, ma soprattutto storico, saggista e analista di politica interna, che ne è presidente, l’appello porta in calce altre firme eccellenti del panorama politico italiano, quella di Giuseppe De Rita e di Lamberto Dini (presidenti del Comitato dei Garanti e del Comitato tecnico scientifico), di Carlo Malinconico, di Andrea Monorchio e di  Maria Rita Parsi (vicepresidenti).

L’analisi da cui partono questi moderni “Robespierre della politica nazionale”, vede un'Italia che soffre da decenni di troppi mali: mal di crescita, mal di produttività, mal di merito, mal di concorrenza, e l’elenco potrebbe purtroppo proseguire.

“È questa la vera, difficile eredità che grava sull’attuale governo. Senza affrontare alla radice questi mali- sottolinea Luigi Tivelli con il carisma che gli proviene dalla sua lunga esperienza nel cuore dei poteri istituzionali- il Paese non riparte. Ma ce n’è uno ancora peggiore, del quale le forze politiche e parlamentari non mostrano adeguata consapevolezza: la mancanza di memoria storica (evidenziata anche nell’ottimo editoriale di Ernesto Galli della Loggia dell’altro giorno), il cui sintomo più evidente, il «presentismo», è ora degenerato nell’«oggicrazia».

A questa si è aggiunta recentemente una sorta di «iericrazia», cioè l’andare a rovistare malamente nel passato (inventando sempre più «casi» e commissioni parlamentari d’inchiesta) distogliendo l’attenzione dai problemi del presente. L’Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini intende reagire a questa situazione attraverso la riscoperta e la valorizzazione di una sana cultura politica.

Siamo molti preoccupati dallo spirito «divisivo» che caratterizza i rapporti in troppi ambiti della vita civile, a cominciare dalla politica, al centro e in periferia. Si esaltano i motivi che dividono piuttosto delle ragioni che uniscono”.

Sorride sornione il vecchio saggio dell’Academy, ma con la consapevolezza di avere costruito oggi una vera e propria macchina da guerra al servizio dei bisogni reali del Paese.

“Dopo almeno un trentennio di divorzio tra politica e cultura, poi sfociato nel dilettantismo -ripete Luigi Tivelli rileggendo ad alta voce l’appello firmato con il suo team operativo- è fondamentale cercare di risanarlo ed immettere nel circuito educativo e produttivo sempre maggiori dosi di meritocrazia e concorrenza, «sorelle gemelle» che non possono esistere l’una senza l’altra. Tanto più in un periodo come questo in cui emerge con forza la problematica della «povertà educativa» nel nostro Paese oltre a quella della scarsa qualità dell’offerta scolastica”.

La nota di Tivelli De Rita, Dini, Monorchio, Malinconino e Maria Rita Parsi non lascia spazio ad interpretazioni di comodo o a suggestioni di varia natura.

“È questo -precisano i vertici di Academy- un appello a tutte le forze sane del Paese, perché prendano coscienza dei mali descritti, per affrontarli e risolverli.

Senza incisive e appropriate terapie, a cominciare da un vero «patto sociale» sia per rispondere alle gravi questioni economico-sociali (come quelle del salario minimo e del «lavoro povero») sia per favorire meno «divisività», il Paese non può tornare a crescere e ad avere un giusto livello di vita civile”.

Luigi Tivelli non si stanca mai di ripetere quella che ormai è diventata la sua “fissazione ideologica”.

“La figura di Giovanni Spadolini- sottolinea-  di cui nel 2024 cadrà il 30° anniversario della scomparsa e nel 2025 il centenario della nascita, già direttore di questo giornale, presidente per 18 anni dell’Università Bocconi, senatore repubblicano, nel 1981 primo presidente del Consiglio non democristiano nella storia della Repubblica, poi ottimo presidente del Senato, può aiutare le migliori classi dirigenti e politiche a recuperare il significato della memoria storica e a sconfiggere i mali appena ricordati”.

Secondo il Presidente di Academy “Pochi ricordano che il presidente Sandro Pertini nominò Spadolini presidente del Consiglio per rispondere a tre emergenze: l’emergenza morale, che in un certo senso perdura ancora (ad esempio per la grave evasione fiscale), esplosa con l’emersione dello scandalo della P2; quella economica; quella istituzionale (i vignettisti e la stampa definivano allora Spadolini «Sua Emergenza»...)”.

Arriviamo ai giorni nostri.

Purtroppo -osservano i vertici dell’ Academy Spadolini- ancor più l’emergenza economica e quella istituzionale sono tuttora irrisolte. Il nostro appello è che si riparta dai cittadini, in particolare dagli elettori, che in misura del 50-60% hanno disertato le ultime consultazioni.

Gli elettori sono «il principe» al quale le classi politiche devono restituire «lo scettro», la scelta dei loro rappresentanti in Parlamento, sottratta dalle quattro leggi elettorali che si sono succedute in trent’anni.

Perché i cittadini possono esprimere le preferenze nelle elezioni comunali e in quelle europee, mentre per le elezioni politiche sono messi di fronte a pure nomine fatte da capi e cape partito, e dai loro cerchi magici? Troppi sono i clan, le gilde, le corporazioni che paralizzano il Paese, ai quali si aggiunge un certo ritorno forte del vento populista specie nell’ultimo scorcio dell’estate”.

Ma allora, come se ne esce da questo gap che non è solo economico ma è soprattutto istituzionale?

“Facciamo appello ai cittadini e alla classe politica perché tutti contribuiscano a riequilibrare i rapporti fra cittadini ed eletti, ad affrontare le emergenze e a recuperare il senso della memoria storica. Senza memoria storica non si opera dignitosamente nel presente, né si progetta il futuro”.

Parola di Luigi Tivelli, Giuseppe De Rita, Lamberto Dini, Carlo Malinconico, Andrea Monorchio, e Maria Rita Parsi.


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