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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda la Strage di Ustica e non si sottrae ad una analisi impietosa di cosa è stata questa triste e tragica pagina di storia della Prima Repubblica.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricorda la Strage di Ustica e non si sottrae ad una analisi impietosa di cosa è stata questa triste e tragica pagina di storia della Prima Repubblica.
Non ha nessun dubbio il Capo dello Stato: “La strage avvenuta nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno 1980 – ricorda il Presidente Mattarella- è impressa nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare”.
Nella ricorrenza dei quarant’anni- sottolinea il Capo dello Stato- sentiamo ancora più forte il legame di solidarietà con i familiari delle ottantuno vittime e ci uniamo nel ricordo di chi allora perse la vita, con una ferita profonda nella nostra comunità nazionale.
La condivisione di tanto dolore -per Mattarella- è stata ed è anche motivo di testimonianza e di impegno civile.
Il Presidente lo dice senza peli sulla lingua, alla sua maniera, diretta e assolutamente trasparente: “Il quadro delle responsabilità e le circostanze che provocarono l’immane tragedia tuttora non risulta ancora ricomposto in modo pieno e unitario. Tuttavia molta strada è stata percorsa dopo che reticenze e opacità erano state frapposte al bisogno di verità, incomprimibile per una democrazia e uno Stato di diritto”.
Per il Capo dello Stato la Repubblica e la “tenacia e professionalità di uomini dello Stato hanno consentito di diradare nebbie; e ciò è stato possibile grazie anche alla determinazione e alla passione civile delle famiglie delle vittime e di quanti le hanno sostenute nelle istituzioni e nella società”. Naturalmente dice ancora Mattarella “Non può e non deve cessare l’impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica”.
Per il Capo dello Stato “Trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena e univoca richiede l’impegno delle istituzioni e l’aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori”.
Ma nel passaggio conclusivo del suo ricordo c’è tutto l’amore possibile per il Paese che guida: “Il dovere della ricerca della verità – dice Sergio Mattarella. è fondamentale per la Repubblica”.