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Ceccon in rimonta si prende il podio iridato nei suoi 100 dorso olimpici.
Ceccon in rimonta si prende il podio iridato nei suoi 100 dorso olimpici.
Quest'Italia ha l'argento vivo. Come Simona Quadarella che nuota i 1500 con un clamoroso record europeo e Thomas Ceccon che in rimonta si prende il podio iridato nei suoi 100 dorso olimpici. Brillano i giovani azzurri con Carlos D'Ambrosio e Anita Bottazzo sesti rispettivamente nei 200 stile libero e nei 100 rana. Si qualificano per le finali di mercoledì, inoltre, Simone Cerasuolo nei 50 rana, Alberto Razzetti e Federico Burdisso nei 200 farfalla. Sono tanti gli azzurri in acqua e altrettante le emozioni che ci stanno regalando in queste prime tre giornate dei 22esimi mondiali a Singapore. E chissà quante altre seguiranno fino a domenica 3 agosto.
Solare, determinata, semplicemente felice. Simona Quadarella tira fuori tutto il "veleno" che covava, lo trasforma in energia e si prende un pazzesco argento nei 1500 con un tempo incredibile: 15'31"79 che polverizza il record europeo di 15'38"88 stabilito ai mondiali di Barcellona 2013 dalla danese Lotte Friis (che sparigliava con il mito della piccola Quadarella, Alessia Filippi), battuta in quella occasione da Katie Ledecky per il primo oro sulla distanza della carriera con record del mondo in 15'36"53.
La 28enne statunitense vince il 22esimo oro iridato in 15'26"44; per la regina del mezzofondo continentale è la conferma sul podio iridato dopo l'oro di Doha 2024 e l'argento di Fukuoka 2023, che seguono l'altro successo del 2019 (in entrambe le occasioni senza Ledecky) e il bronzo del 2017. Una medaglia dal peso specifico notevole poiché arriva all'inizio di un nuovo progetto tecnico che l'ha vista cambiare allenatore in autunno, passando da Christian Minotti - colui che l'ha plasmata da giovane promettente e resa campionessa affermata - a Gianluca Belfiore, mentore della compagna di squadra Margherita Panziera, per anni protagonista continentale del dorso.
La 26enne romana conduce una finale perfetta - trenta vasche a 31"3-31"4 - e chiude in 15'31"79, demolendo ovviamente anche il record italiano di 15'40"89 che siglò a Gwangju per il titolo iridato. Terza è l'australiana Lani Pallister, che a metà gara subisce il sorpasso dell'azzurra, in 15'41"18.
"Sapevo di essere andata forte, ma non così tanto. Inseguivo questo record europeo da tanto tempo. Ledecky è imprendibile come sempre, ma dopo le batterie non credevo di battere la Pallister - afferma un'emozionata Quadarella - Ho avuto nuovi stimoli con il cambio di allenatore: ho avuto le risposte che attendevo. Credevo tantissimo al lavoro che stiamo svolgendo con Gianluca (Belfiore ndr): ci sto mettendo tutta me stessa per migliorare ulteriormente. La finale è stata emozionante: non ho mai visto così vicina in vita mia Ledecky. Dopo i due quarti posti alle Olimpiadi questa è proprio una bella rivincita".
Il risultato odierno consente alla nuotatrice azzurra di salire sul podio per la sesta rassegna iridata consecutiva in vasca lunga, statistica che in ambito nazionale vanta il solo precedente di Federica Pellegrini con otto edizioni tra il 2005 e il 2019 e Gregorio Paltrinieri tra il 2013 e il 2025.
Il ricco bottino di medaglie iridate, distribuite tra 1500 (5) 800 (3), ammonta ora a quota 8, cifra che nella storia del nuoto in vasca lunga italiano è stata superata dai soli Pellegrini (11) e Paltrinieri (9).
Un argento conquistato in rimonta, complice un passaggio leggermente lento e un arrivo imperfetto. Comunque, è un’altra perla di un talento senza confini e che a ventiquattro anni sta già scrivendo pagine indelebili di storia. Thomas Ceccon non riesce a riprendersi il titolo iridato nei 100 dorso, perso da Fukuoka 2023 quando vinse lo statunitense Ryan Murphy; questa volta davanti a lui tocca il sudafricano Pieter Coetze che si prende l'oro con il record africano in 51"85. Il fuoriclasse di Schio nuota in 51"90, passa ottavo in 25"39 e poi inizia una formidabile scalata con un rientro in 26"51 ma che non basta per tornare Re della gara in cui è campione olimpico e primatista del mondo (51"60).
Sul gradino più basso del podio sale il francese Yohann Ndoye-Brouard in 51"92. Lo sconfitto di serata è il russo sotto bandiera neutrale Kliment Kolesnikov solo sesto in 52"38.
"Sono soddisfatto perché non nuotavo sotto i 52" credo da tre anni - spiega Ceccon, già secondo con la staffetta veloce e bronzo nei 50 farfalla - Questa è una gara che sta cambiando e sta diventando molto veloce. Siamo in tanti e tutti vicini: voglio fare i complimenti a Coetze perché ha meritato la vittoria. Certo io ho il rimpianto per il passaggio troppo lento e per un arrivo non perfetto ma sono contento lo stesso".
Thomas Ceccon, dopo Federica Pellegrini (11) e Gregorio Paltrinieri, è diventato il terzo nuotatore italiano a collezionare almeno 9 medaglie iridate in vasca lunga, tre delle quali del metallo più pregiato.
Fuori dall'acqua sembra Clark Kent: faccia da bravo ragazzo, tranquillo e occhiali da intellettuale. Poi sale sui blocchi, si toglie occhiali e vestiti, indossa il costume e diventa Superman. Eroico Carlos D'Ambrosio che continua a crescere ed è sesto nei 200 stile libero; l'enfant prodige veneto, mezzo sangue napoletano e mezzo cubano, nuota ancora una volta sotto al vecchio record italiano di 1'45"67 siglato da Filippo Meglio a Gwangju 2019 e portato a 1'45"23 in semifinale. In crescendo la finale del 18enne di Valdagno - tesserato per Fiamme Gialle e Fondazione Bentegodi, argento con la staffetta veloce - che tocca in 1'45"27, con un passaggio non troppo strappato in 51"31 a metà gara per poi accelerare con gli ultimi due cinquanta in 26"76 e 27"20.
"E' la prima finale individuale della carriera in un parterre eccezionale, contro avversari fortissimi - racconta Carlos, allenato da Luca De Monte - Certo ho sofferto un po' ma ci sta. Ho cercato di adottare una tattica in progressione e sono molto soddisfatto: stanco ma soddisfatto. Adesso ho i cento e un'altra cartuccia da sparare. Per me fin qui un mondiale memorabile".
Il podio, di una gara stellare, è a cinque stelle: vince il romeno e campione olimpico David Popovici in 1'43"53, seguito dallo statunitense Luke Hobson - bronzo a Parigi - in 1'43"84; completa il podio, ma con un crono sopra all'1'44, il nipponico Tatsuya Murasa in 1'44"54.
Carlos D'Ambrosio, figlio di Giuseppe, napoletano, facente funzioni all'università di Verona; e di Maria, cubana. I genitori si sono incontrati a Vicenza dove è nato perché il papà lavorava in Veneto. Figlio unico. E' rimasto a Napoli fino ai 13 anni. Tifoso del Napoli. Si allenava a San Sebastiano al Vesuvio per il CN Posillipo. Poi insieme alla famiglia si è trasferito Verona e ha cominciato a nuotare al Centro Federale. Appasionato di serie, sta guardando la Casa di Carta: la sua preferita è Prison Break. D' Ambrosio parla lo spagnolo, che gli ha insegnato la mamma da piccolo. E' stato due volte a Cuba, quando aveva appena 3 anni e nel 2019 per conoscere la famiglia.
Esce dall'acqua con il sorriso, con la consapevolezza di aver dato tutto e soprattutto di essere entrata nella dimensione che il suo talento merita. Una bravissima Anita Bottazzo, sogna il podio per tre quarti di gara, ed è sesta nei 100 rana.
Eccellente la finale della 22enne trevigiana di Oderzo - tesserata per Fiamme Gialle e Imolanuoto - che chiude in 1'06"06, con un passaggio super in 30"50 e un ritorno un po' appesantito in 35"56.
"Ho vissuto male la vigilia di questa finale, con un po' di tensione ma credo sia normale - spiega Bottazzo, quinta a Fukuoka 2023 ma nei 50 - Sono però soddisfatta del mio percorso, della mia crescita e di essere tornata a disputare una finale mondiale a distanza di due anni. Il lavoro che sto svolgendo in Florida mi sta ripagando. Ho grandi obiettivi e grandi sogni che ovviamente voglio raggiungere. Questo sesto posto è un punto di partenza". Vince la tedesca Anna Elendt in 1'05"19 che precede la statunitense e campionessa olimpica della doppia distanza Kate Douglass in 1'05"27 e la cinese Tang Qianting bronzo in 1'05"64.
Papà Adriano agronomo, scomparso nel 2014 a causa di una malattia genetica, e mamma Nicoletta arredatrice di interni. Quella di Anita Bottazzo è da sempre una famiglia di sportivi con nonno, zii e cugini tutti rugbisti, sport che ha provato a praticare anche lei, così come il calcio, però senza che si accendesse la passione.
Il nuoto, invece, è sempre stato il suo fuoco; ha iniziato a praticarlo a 8 anni e a 12, per caso perché nella sua squadra vi era un buco, da stileliberista è diventata ranista. Nel 2023 si è fatta scoprire dal mondo del nuoto con il quinto posto a Fukuoka nei 50 rana. Poi un piccolo passaggio a vuoto e la decisione di trasferirsi nell’estate del 2024 a Gainesville per studiare genetica, proprio in ricordo della malattia di suo papà, e allenarsi con i Florida Gators seguita da Annie Lazor, affianco ad atleti del calibro Caeleb Dressel e Katie Ledecky.
Promettono scintille e spettacolo i 50 rana che avranno in finale un azzurro che sarà attore protagoniste. E' Simone Cerasuolo che, in una condizione fisica e tecnica mai vista, strappa il pass con il secondo crono, superato solamente dal cinese e campione iridato nella doppia distanza Qin Haiyang in 26"52.
Il 22enne romagnolo - tesserato per Fiamme Oro ed Imolanuoto e allenato da Cesare Casella - tocca in 26"64, dopo aver portato in batteria il primato personale da 26"53 a 26"43, dimostrando di avere margine in vista dell'atto conclusivo.
Eliminato il vice campione del mondo uscente Nicolò Martinenghi che paga una condizione fisica non ottimale a causa dei problemi gastrointestinali accusati negli ultimi giorni. Il 25enne di Varese e campione olimpici nella doppia distanza - tesserato per CC Aniene, allenato da Matteo Giunta al Centro Federale di Verona - è tredicesimo in 27"03, lontano dieci centesimi dall'austriaco Luka Mladenovic e Antoine Viquerat che dovranno affrontare lo spareggio per l'ottavo posto.
Animi opposti per i due azzurri a fine gara. "Io non penso mai ai miei avversari ma andare il più veloce possibile - racconta Cerasuolo, argento europeo a Roma 2022 - Io so che domani posso giocarmela e ottenere qualcosa di importante. Devo pensare a recuperare, a riposare bene e poi in finale ad andare a tutta. Non voglio avere rimpianti".
Non nasconde qualche rimpianto Tete: "Quest'anno i 50 sono la gara che ho preparato meno ma questa non vuol essere una giustificazione, perché la finale era alla mia portata. Certo sono deluso ma consapevole di aver dato tutto quello che avevo, perché in questi giorni non sono stato bene".
Alberto Razzetti con il primato personale e un ritrovato Federico Burdisso si confermano garisti d'autore, entrambi crescono di condizione con il passare delle sessioni, e accedono alla finale dei 200 farfalla con il sesto e il settimo riscontro cronometrico. Il 25enne di Genova e vice campione del mondo in carica - tesserato per Fiamme Gialle e Genova Nuoto My Sport, allenato dal 2020 a Livorno da Stefano Franceschi e bronzo europeo a Roma 2022 - nuota in 1'54"47 (prec. 1'54"51); il primatista italiano (1'54"27) e ventiquattrenne di Pavia - tesserato per Esercito - in 1'54"87. Guida, come in batteria e prenota l'oro, lo statunitense Luca Urlando in 1'52"84. "Sta andando tutto bene e mi sento molto bene in acqua - racconta Razzo, ottavo alle Olimpiadi di Parigi - Mi sono leggermente migliorato rispetto al mattino ed è un bel segnale".
Gli fa eco Burdisso he, dopo un paio di stagioni difficili, da settembre si allena a Gubbio agli ordini di Simone Palombi, il tecnico che lo ha condotto ai bronzi olimpici a Tokyo 2020: "Ho sbagliato qualcosa nella virata dei 150 e all'arrivo ma sono in finale nella mia gara preferita. Sto lavorando con tanta motivazione ed essere qui dopo un anno difficile è molto bello".