"Non riduciamo la croce a un oggetto di devozione, tanto meno a un simbolo politico, a un segno di rilevanza religiosa e sociale".
A dirlo è Papa Francesco, nel corso dell'omelia della messa bizantina svoltasi a Presov, in Slovacchia - dove il Santo Padre si trova per un viaggio apostolico iniziato a Budapest, in Ungheria - per la celebrazione eucaristica di San Giovanni Crisostomo, in occasione dell'Esaltazione della Santa Croce.
"Come possiamo imparare a vedere la gloria nella croce?", si chiede il Papa. "Alcuni santi - prosegue - hanno insegnato che la croce è come un libro che, per conoscerlo, bisogna aprire e leggere. Non basta acquistare un libro, dargli un’occhiata e metterlo in bella mostra in casa. Lo stesso vale per la croce: è dipinta o scolpita in ogni angolo delle nostre chiese. Non si contano i crocifissi: al collo, in casa, in macchina, in tasca. Ma non serve se non ci fermiamo a guardare il Crocifisso e non gli apriamo il cuore, se non ci lasciamo stupire dalle sue piaghe aperte per noi, se il cuore non si gonfia di commozione e non piangiamo davanti al Dio ferito d’amore per noi".
"Se non facciamo così, la croce rimane un libro non letto, di cui si conoscono bene il titolo e l’autore, ma che non incide nella vita. Non riduciamo la croce. a un oggetto di devozione, tanto meno a un simbolo politico, a un segno di rilevanza religiosa e sociale".
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