Premio Internazionale “Escriduende”. Madrid consacra Corrado Calabrò “poeta italiano”
Premi Letterari. Sabato 11 giugno a Madrid, sarà conferito a Corrado Calabrò, il “Premio Internazionale Escriduende”, uno dei Premi letterari e di poesia più prestigiosi di Spagna. Tutto questo avverrà alla presenza di scrittori europei, americani e africani, per il suo ultimo libro, “Quinta Dimensione”, tradotto anche in spagnolo. 
di Pino Nano
Martedì 07 Giugno 2022
Reggio Calabria - 07 giu 2022 (Prima Pagina News)
Premi Letterari. Sabato 11 giugno a Madrid, sarà conferito a Corrado Calabrò, il “Premio Internazionale Escriduende”, uno dei Premi letterari e di poesia più prestigiosi di Spagna. Tutto questo avverrà alla presenza di scrittori europei, americani e africani, per il suo ultimo libro, “Quinta Dimensione”, tradotto anche in spagnolo. 

Luis Alberto de Cuenca commenta così il Premio a Corrado Calabrò: “Corrado Calabrò es autor de los versos más memorables que se han escrito en italiano durante los últimos sesenta años”, “Corrado Calabrò è l'autore dei versi più memorabili che siano stati scritti in italiano negli ultimi sessant'anni”.

Per il poeta Corrado Calabrò, lui di origini calabresi, arriva dunque dalla Spagna l’ennesima consacrazione ufficiale della sua arte poetica, e più in generale per la sua straordinaria capacità letteraria. In Spagna questa volta lo premiano per il suo ultimo libro “Quinta dimensione”, edito dalla Mondadori, una racconta di poesie scelte che vanno dal 1958 al 2021, “poesie di un grande poeta contemporaneo quale è Corrado Calabrò” si legge nella motivazione del Premio, e in cui il grande giurista, per anni anche Grand Commis di Stato, si riconferma poeta di grande respiro culturale. Un libro -sottolineano gli intellettuali spagnoli che hanno scelto la sua opera- che è quasi un testamento ideologico e spirituale della sua opera.

Questa volta,dunque, anziché partire dal libro, partiamo dall’autore. Un uomo di Stato al servizio della poesia. O meglio, un poeta cresciuto nel mondo ovattato della diplomazia e dell’alta burocrazia istituzionale. È forse questa l’immagine più veritiera che si può dare oggi di Corrado Calabrò, per lunghissimi anni Grand Commis di Stato, magistrato attentissimo e innovatore oltre ogni previsione, giurista come pochi in Italia, consulente privilegiato e corteggiato di decine di Governi diversi, intellettuale di altissimo profilo prestato alla politica ma mai schiavo del potere, anzi consigliere controllore e giudice severissimo e al di sopra di ogni sospetto degli inquilini che si sono succeduti nel tempo a Palazzo Chigi. Come tale, amato adulato rispettato invidiato ma anche inviso e mal sopportato. È il gioco della vita. Ma lui lo sa meglio di chiunque altro, e allora per dimostrare forse a sé stesso di essere ancora capace di grandi cose, di giorno seguiva gli affari di Governo e di notte si rituffava nel suo scrigno più intimo, che era il mondo segretissimo della poesia d’autore. Il suo fascino non conosce confini né di tempo né di spazio geografico, neanche ora che di anni il vecchio magistrato ne ha 85 anni, e quando si parla di lui persino i suoi avversari più dichiarati usano lo stesso tatto e la stessa amabilità con cui Corrado Calabrò ha sempre vissuto la sua vita. Di origini calabresi, come tale cocciuto determinato coriaceo, figlio del mare nel senso più bello del termine, perché cresciuto in una casa che dava direttamente sul mare di Bocale, cullato e coccolato dalla magia delle sirene dello Stretto di Messina, figlio illustre di una città come Reggio Calabria che gli ha regalato un’infanzia bellissima e una famiglia che ha segnato profondamente la vita di questa parte lontana della Calabria contemporanea. Ma di lui si potrebbero dire mille altre cose diverse e insieme, proprio per via dei tanti vissuti attraversati e percorsi. Uomo di grande charme e di grande fascino. Come tale, forse, anche immortale.

Oggi Corrado Calabrò torna in edicola con la nuova edizione di un saggio famosissimo che ha già riscosso successi e consensi di critica oltre ogni misura, “Quinta dimensione”, 330 pagine, Mondadori Editori, un'opera antologica preziosa e aggiornata alla sua produzione più recente, mantenendo inalterata la struttura in sezioni che illumina i temi fondamentali della sua sessantennale attività di scrittura, un vero e proprio autoritratto poetico da cui emerge la forte consapevolezza raggiunta con la piena maturità espressiva, capace di stabilire rapporti profondi fra testi nati in momenti diversi della vita.

Un Corrado Calabrò mai scontato, mai ripetitivo, mai stanco, anzi continuamente in movimento e alla ricerca di nuove rotte. Non a caso forse, il mare, “l’astrofisica e l'amore risultano gli elementi cardine intorno ai quali ruota il pensiero emozionale del poeta, tenuti insieme dall'energia che dà forma alla salda pronuncia del dettato, tra classico e sperimentazione, nella variabilità di forme che spaziano dal poemetto all'epigramma”. La vera originalità di Corrado Calabrò- scriveva di lui Carlo Bo nel 1992, individuando uno dei motivi centrali dell'intera sua opera “Sta nell'essersi staccato dai modelli comuni per inseguire una diversa sperimentazione poetica. Ha cantato non il suo mare, ma piuttosto 'idea di un mare eterno e insondabile”. Ad accompagnare le poesie, due significative riflessioni d'autore. Una densa postfazione, intitolata “C’è ancora spazio, c’è ancora senso per la poesia”, oggi costituisce un bilancio dei multiformi interessi e della passione profusa da Calabrò nel fare poesia. L'altra nota e invece dedicata al poemetto “Roaming” — apparso per la prima volta nel volume “La stella promessa” del 2009 e ora posto in apertura di questo libro — che rappresenta forse l'opera più suggestiva di Corrado Calabrò-poeta dell’anima. Dopo duemila anni dal “De rerum natura” di Lucrezio, infatti, I’ astrofisica torna ad essere, in forma onirica, materia di poesia.

Ma quale è il vero Corrado Calabrò che conosciamo? Ce lo dice lui stesso e come sempre senza nessuna reticenza proprio nelle prime pagine di questo suo bellissimo volume quando a pagina 29 sotto il titolo provocatorio “Autoritratto? Certo, ma è il mio?” il poeta cita Oscar Wilde, “Man is least himself when he talks in his own person. Give him a mask, and he will tell you the truth”, “Un uomo non è del tutto sé stesso quando parla in prima persona. Dategli una maschera, e vi dirà la verità”.

Il primo volume di poesie di Corrado Calabrò, scritto tra i diciotto e i vent’anni, venne pubblicato nel 1960 dall’editore Guanda di Parma col titolo Prima attesa. Sono venuti poi numerosi altri volumi, tra cui: Agavi in fiore (1976), ed. SEN; Vuoto d’aria (1979 e 1980, tre edizioni), ed. Guanda; Presente anteriore (1981), ed. Vanni Scheiwiller; Mittente sconosciuta (1984), ed. Franco Maria Ricci; Rosso d’Alicudi, pubblicato nel 1992 (tre edizioni) da Mondadori, raccolta completa (all’epoca) delle poesie di Calabrò; Lo stesso rischio (Le même risque) (2000), ed. Crocetti; Le ancore infeconde (2001), ed. Pagine. Nel 2002 ancora Mondadori pubblica una vasta raccolta dell’ultraquarantennale produzione poetica di Calabrò, in un Oscar dal titolo Una vita per il suo verso (due edizioni). Del 2004 è invece la raccolta Poesie d’amore, edita da Newton & Compton. Nel 2009 escono ancora due importanti raccolte: La stella promessa, nella collezione “Lo Specchio” di Mondadori; T’amo di due amori, raccolta tematica delle sue poesie d’amore (con un CD che contiene 19 poesie lette da Giancarlo Giannini), Vallardi. Ma assolutamente particolari, perché propongono la poesia in una forma saettante di estrema brevità, sono le due ultime raccolte italiane, Dimmelo per SMS (Vallardi, 2011) e Rispondimi per SMS (Vallardi, 2013).

“Sì, bastano tre versi o anche meno, come “La penuria di te mi affolla l’anima” - sorride il vecchio Presidente del Consiglio di Stato, perché lui è stato anche questo- per fare una poesia. E per ritrovare sé stessi in un verso che inconsciamente attendevamo”.

M non diremmo tutto se non ricordassimo che sono almeno una trentina le traduzioni delle sue poesie, tra cui cinque in spagnolo; quattro in svedese, tre in inglese; due in francese, russo, ungherese, ucraino; una in tedesco, rumeno, serbo, greco, polacco, danese, ceco, cinese, portoghese. È la conferma assoluta, dunque, del grande valore internazionale della poetica di Corrado Calabrò che da giovane magistrato spesso usava degli pseudonimi per firmare le sue cose più belle, “ma un magistrato in carriera trent’anni anni fa in questo Paese così chiuso a riccio forse non avrebbe mai potuto accettare che un magistrato scrivesse di amore e di dolcezza eterna”. E allora, lui si nascondeva dietro altre sigle.

Per fortuna, ora che ha chiuso definitivamente con la sua carriera di successi istituzionali, Corrado Calabrò, l’uomo che da giovanissimo era stato scelto dal Presidente Aldo Moro come suo consulente di fiducia, oggi può anche permettersi di raccontarsi per intero e fino in fondo, e di declamare in pubblico il meglio del suo genio poetico. Con nel cuore, il ricordo magico e bellissimo della spiaggia di Bocale e del mare d’inverno della sua Reggio Calabria.


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