Roma: ecco "Pop Peace of Art", la grande opera della pace

Esposizione Universale nella Chiesa degli Artisti.

(Prima Pagina News)
Martedì 27 Maggio 2025
Roma - 27 mag 2025 (Prima Pagina News)

Esposizione Universale nella Chiesa degli Artisti.

Roma: ecco "Pop Peace of Art", la grande opera della pace
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L’approccio alla Concuranza non può che partire dal contesto in cui oggi vive l’umanità. L’attuale dimensione universale, planetaria e quotidiana della vita dell’uomo è caratterizzata dall’incertezza per il presente e futuro causata dalle crisi strutturali dell’economia e dal proliferare di mortiferi conflitti locali, d’area, continentali, etnici, religiosi e potenzialmente mondiali.

 

Oggi per la maggior parte della popolazione del pianeta il futuro è oscuro, incerto, privo di prospettive migliorative. La noncuranza del super IO ha generato povertà, diseguaglianze profonde tra una minoranza sempre più esigua che detiene pressoché tutte le risorse materiali e immateriali del pianeta e la vastissima maggioranza che ne è privata e, in certe aree del pianeta muore letteralmente di fame, di guerra, in altre sopravvive a malapena, in altre ancora vive povertà di ogni tipo.

 

Infatti, nella nuova dimensione del rapporto tra uomini, si sviluppa la possibilità di creare quell’intelligenza collettiva e connettiva capace di analizzare i problemi ed escogitare soluzioni strutturali e innovative che abbiano come elemento centrale il benessere di tutti, proiettati in un sistema di relazioni interumane dove si costruisce insieme perché tutto sia a favore dell’umanità.

 

Il processo dinamico del sistema economico, sociale e culturale concurante è agevolato e garantito dalla condivisione di valori che, a partire dal primigenio rapporto concurante tra singoli individui, sviluppi un sistema valoriale di riferimento che leghi tra loro gli uomini senza creare disuguaglianze e sopraffazioni di singoli o di gruppi forti nei confronti dei deboli. In questo meccanismo rifondativo dell’umanesimo che è la concuranza, le arti e i mestieri creativi giocano un ruolo determinante nel promuovere e produrre la bellezza, la sublime rappresentazione del divino che connota, nel profondo euforico, ogni umano agire nell’interesse collettivo cooperante. Ovvero l’intelligenza sociale delle arti.

 

 

La diplomazia si è dimostrata inefficace a risolvere i problemi che un pianeta sempre più complesso presenta in termini di bene allargato alla collettività. ONU, G8, G20, Organismi mondiali del Clima, Unione Europea, Governi Nazionali non hanno alcuna risposta di concuranza. Un esempio per tutti è il tema della pace.

 

Il pensiero “Politically Correct” si occupa di Peace Keeping, ovvero di un paradosso in termini, il Mantenere la Pace, dove ogni giorno scoppiano focolai di guerra e conflitti locali ed estesi.

 

Una pseudo-cura che nasconde una vera incuria per quello che dovrebbe essere l’unico vero obiettivo concurante: il Peace Making, ovvero il costruire la pace, giorno per giorno in una rete condivisa di azioni a bene aggiunto. Quanto sarebbe più gratificante se ogni giorno ci alzassimo chiedendoci tutti chi possiamo aiutare e in che modo, invece di limitare il nostro cielo a perseguitare e danneggiare qualcuno, ricavandone perfino notorietà e copertura mediatica.

 

È questa audacia euforica il tipico condursi al mondo della futura possibile generazione dei leader empatici, dei perdenti vincenti.

 

È questo che ha mosso undici diversi e poliedrici artisti, d’ambo i sessi, a lavorare lungamente intorno all’Opera della Pace battezzata poi Pop Peace of Art. Un colossal pittorico di dieci metri di lunghezza per tre metri di altezza.

 

Quasi una rappresentazione caleidoscopica del genio differente della pittura contemporanea, un gioco di pennellate connesse, a rincorrere una variegata memetica della pace.

 

Un’annunciazione semantica di una nuova epoca di pace possibile. La celebrazione della sacralità divina e laica del fare arte. Del farlo insieme. Come atto d’intelligenza sociale, collettiva e cooperante. Di concuranza per la pace.  

 

Un’opera che sarà inaugurata ed esposta nella iconica e famosissima Chiesa degli Artisti, in Piazza del Popolo a Roma, Giovedì 29 Maggio alle ore 12.00, poi esposta ed aperta alle visite fino al 21 Giugno, con il Patrocinio della Pontificia Accademia di Teologia della Santa Sede, alla presenza del suo Presidente S.E.R. Antonio Staglianò. Un evento a cura dell’Art Advisor Simona Brusa e la mia personale supervisione di accademico pontificio e interlocutore referente della Pontificia Accademia Teologica.

 

Fra tutti gli antesignani e precursori illustri inconsapevoli del nuovo paradigma della Concuranza, ma che sulla Concura hanno basato il loro impegno di vita, si può ascrivere a pieno titolo Papa Francesco, il Papa venuto da lontano. Un esempio mirabile di Concuranza apostolica, pensata e agita.

 

Ora più che mai destinata a rivolgere il suo sguardo di pace in un mondo in conflitto esteso. E non a caso la pace sia con tutti voi, il saluto del Cristo risorto, sono state le prime parole del nuovo Pontefice Leone XIV, Papa Prevost, nel suo primo affaccio da San Pietro. “Tutti noi sentiamo il desiderio di esprimere qualcosa sulla precarietà, agiamo nella direzione comune di sensazioni di incertezza e di instabilità su ciò che riguarda il mondo, l’ambiente, il progresso, la ricerca della pace” (FFV).

 

Con queste parole, Fabio Ferrone Viola motiva la genesi di “Pop Peace of Art”, grandiosa opera collettiva realizzata insieme a dieci artisti appartenenti al Silver Studio Art Factory, laboratorio creativo ideato dallo stesso Ferrone – mente propulsiva del gruppo e già inserito nella corrente della “Junk Art” – con l’obiettivo di sperimentare e promuovere nuovi progetti attraverso la mescolanza di stili e materiali diversi, anche di riuso, ma sempre nell’ottica di un’arte legata alla sostenibilità e al rispetto per l’ambiente.

 

Maturata dopo lo sconvolgimento interiore vissuto dall’artista in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, “Pop Peace of Art” vede coinvolti, nella realizzazione, oltre a Ferrone, la pittrice e scultrice Cristiana Pedersoli, figlia del grande Carlo, per tutti Bud Spencer, tre nomi rappresentativi della corrente Neo-Pop quali il siciliano Biagio Castilletti e i romani Luigi Folliero e Daniele Meli Salvadori (in arte Book), Irem Incedayi, di origini turche, figlia del celebrato Timur K. Incedayi, firmatario della corrente artistica “Il Metropolismo”, il pop/street artist Pennyboy (all’anagrafe Emanuele Pennazza), il pittore e scultore (nomen omen…) Michelangelo Valenti, l’artista in “viaggio” Valentina Mori, la pittrice figurativa Valeria Magini e l’alchimista della materia Micaela Legnaioli. Mossi dal desiderio di farsi promotori di un cambiamento radicale delle coscienze e profondamente convinti che solo dal confronto e dalla sinergia possa innalzarsi un grido adeguato e potente nel frastuono della guerra, si riuniscono a luglio 2022, iniziando a dipingere la monumentale tela (10 metri di lunghezza per 3 metri di altezza), montata su due telai di legno da cinque metri ciascuno, realizzati con pannelli in compensato e travi unite a croce.


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