Serie A, brutta partita e sconfitta meritata. Il Cagliari delude e chiude nel peggiore dei modi il campionato

Davanti ai suoi tifosi infreddoliti e sotto un diluvio.

(Prima Pagina News)
Domenica 26 Maggio 2019
Cagliari - 26 mag 2019 (Prima Pagina News)

Davanti ai suoi tifosi infreddoliti e sotto un diluvio.

di Maurizio Bistrusso

Al Sardegna Arena l’Udinese vince 2-1 contro una squadra che ha giocato in pratica solo un tempo: il primo. La pioggia non ha lasciato scampo ai tifosi che hanno affollato gli spalti convinti di festeggiare con una vittoria la salvezza raggiunta contro il Genoa. Ma questo non è accaduto e i rossoblù hanno deluso e dimostrato i soliti limiti tecnici e caratteriali. È mancata la prestazione. Molti giocatori hanno mollato e senza le giuste motivazioni e con la testa ormai in vacanza è difficile fare risultato con qualsiasi avversario. In alcuni dei protagonisti è mancata anche la dignità. E non sono servite le avvisaglie e i pericoli registrati nel primo tempo dopo il sedicesimo gol realizzato di testa ancora dal solito Pavoletti. “L’uomo Cragno” con alcuni interventi decisivi ha evitato di capitolare in tre occasioni. La squadra è sembrata quasi svuotata mentalmente e senza energie. Era evidente che qualcosa non stava funzionando. In fase di non possesso si aprivano vere e proprie praterie e la troppa sufficienza nella scelta delle giocate ha rischiato di compromettere tutto. Poca intensità, reparti lunghi e pressione individuale senza una strategia organizzata e un pressing di squadra. Atteggiamento che ha permesso all’Udinese di prendere coraggio Poi lo zero assoluto. Una squadra molle e priva di orgoglio ha fallito la prestazione e lasciato una grande amarezza ad un pubblico che avrebbe meritato ben altro viste le condizioni ambientali. Maran ha scelto di giocare con un numero di trequartisti che di fatto ha indebolito il centrocampo. L’inserimento di Castro, ancora in condizioni approssimative e tra l’altro in un campo pesante e sotto la pioggia, ha lasciato qualche perplessità e ha fatto la differenza in termini negativi. La squadra ha sofferto nella zona centrale e spesso il reparto si è trovato sotto numero con alcuni giocatori fuori dal gioco. È mancato il contributo di molti dei protagonisti a partire da Joao Pedro, ancora in ombra è mai decisivo. Il brasiliano è riuscito a fallire anche il gol del 2-2 negli ultimi minuti di recupero. Ma non è l’unico ad aver mancato l’appuntamento. I vari Klavan, Pisacane. Bradaric, Srna e Lykogiannis hanno messo a dura prova la pazienza dei tifosi in una serata da dimenticare. Nel primo tempo si sono salvati dal naufragio i soliti noti. Cragno, Barella , Ionita e il magico Pavoletti. Ma nel secondo tempo anche loro hanno staccato la spina ed è stato il buio totale. I reparti venivano spesso infilati dagli avversari che stavano comunque giocando la loro onesta partita senza fare cose straordinarie e tra l’altro anche sotto ritmo. A fare la differenza sono stati gli episodi e l’atteggiamento in campo nell’affrontare gli avversari nelle situazioni di gioco. Il gol del pareggio è arrivato con un cross sbagliato di Hallfredsson. Lo svedese ha calciato verso la porta e con la sorpresa di tutti il pallone ha finito la sua corsa in rete sul palo più lontano. Il portiere rossoblù è rimasto fulminato da un tiro sbagliato e totalmente sorpreso e fuori posizione. Ma non è bastato. Dopo pochi minuti e eempre dalla corsia destra difensiva del Cagliari, l’Udinese ha creato le condizioni per il gol della vittoria. Un calcio di punizione di Pussetto ha trovato tutto solo De Maio che indisturbato e senza marcatura ha realizzato con un colpo di testa all’altezza dell’area piccola. Anche nell’occasione Cragno ha letto male la situazione ed è rimasto in porta. Per quello che il portiere ha fatto quest’anno si può perdonare ma certo i compagni non gli sono stati di aiuto. Quanto si è visto stasera non è certo una novità. Il Cagliari dopo aver raggiunto i 40 punti ha tirato i remi in barca e sono emersi in tutta la loro evidenza i limiti di una squadra che alterna alti e bassi e dimostra una certa fragilità in termini di mentalità, carattere, personalità e ambizioni. Manca un leader vero e non si può certo pensare che questo ruolo venga affidato ad un giovane emergente come Barella. Sarebbe un peso difficile da sostenere e molto condizionante. Ora è tempo di bilanci. Il campionato è finito la sconfitta è stata indolore perché la salvezza era già in cassaforte. Ma che delusione. Anche se l’obiettivo è stato raggiunto si poteva e doveva fare di più . Oggi c’è poco da festeggiare. Assistere a spettacoli così deludenti e a partite di questo tipo lascia una grande amarezza. Ci sono giocatori in organico che da anni vivono di rendita e non sono mai stati decisivi. Proviamo ad immaginare come sarebbe finita questa stagione se non ci fosse stato Pavoletti. Il cannoniere ha superato ogni record personale con una media di mezzo gol a partita. Ma senza una seconda punta di ruolo e da almeno dieci gol a stagione il rischio sarà sempre alto. Nel prossimo campionato ai tifosi piacerebbe sostenere una squadra più ambiziosa e ricca di contenuti tecnici e morali. Si festeggerà il centenario. Nel 1920 venne fondata la società Cagliari ed è auspicabile che si possa progettare una stagione diversa e con obiettivi più ambiziosi. Le basi ci sono e solo se si manterranno i valori tecnici acquisiti e se la squadra non verrà smantellata si potrà competere con squadre di seconda fascia. Servirà costruire una rosa competitiva attraverso un nuovo progetto tecnico e pianificare l’inserimento in organico di giocatori validi tecnicamente, giovani e motivati. Basta con i giocatori a fine carriera e a chi crede di venire a svernare al Poetto. Il Cagliari non deve vivere alla giornata. Ma è necessario confermare i migliori e costruire una squadra competitiva senza cedere quegli elementi che in qualche modo fanno la differenza. E l’esempio di una società come l’Atalanta insegna. Cerchiamo di dimenticare presto questa ennesima brutta figura e auguriamoci che alle parole seguano i fatti. Nessuno ci potrà impedire di riprendere a sognare.


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