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Il Presidente della Lega Serie A: "Il prossimo anno si giocherà la Coppa d'Asia a Riad e i sauditi, pur avendo ancora un'edizione contrattualizzata, hanno già detto che rinunceranno".
Il Presidente della Lega Serie A: "Il prossimo anno si giocherà la Coppa d'Asia a Riad e i sauditi, pur avendo ancora un'edizione contrattualizzata, hanno già detto che rinunceranno".
L'anno prossimo, la finale della Supercoppa non sarà giocata a Riad, e potrebbe esserci il ritorno alla finale unica: è l'idea del Presidente della Lega Serie A, Ezio Maria Simonelli, che, però, precisa che a prendere una decisione in merito dovrà essere il Consiglio della Lega.
"Non abbiamo più il vincolo della doppia semifinale - sono le parole di Simonelli a Radio Anch'io Sport -. Il prossimo anno si giocherà la Coppa d'Asia a Riad e i sauditi, pur avendo ancora un'edizione contrattualizzata, hanno già detto che rinunceranno. Saremo liberi di scegliere luogo e formato.
La mia idea è quella di tornare alla formula classica: finale unica tra vincitrice del campionato e vincitrice Coppa Italia. Se si andrà verso la finale unica, la data potrebbe anche essere all'inizio del campionato, come in passato. Ma sono scelte che riguardano il Consiglio di Lega, come del resto anche il luogo della finale".
Per quanto riguarda le polemiche scoppiate dopo l'annullamento della partita Milan-Como a Perth, dice: "Non voglio entrare in polemica con il ministro dello sport Abodi. Parlare di superficialità quando da mesi i nostri uffici erano in continuo dialogo con i vertici del calcio europeo e mondiale mi sembra ingeneroso, è un po' strumentalizzare l'accaduto per dire al pubblico quel che vuole sentirsi dire".
"Da tifoso - prosegue Simonelli - posso capire che giocare una partita a 13mila km da noi sarebbe stato anomalo, penalizzante per i tifosi, ma era una scelta non della Lega ma dei club interessati. La Lega ha solo portato sul tavolo una serie di proposte e quella dell'Australia era di gran lunga la più vantaggiosa. Ma le condizioni poi si sono dimostrate impraticabili. Secondo me, era volontà fin dall'inizio da parte dell'AFC quella di non voler far giocare questa gara. Non si voleva che l'Italia fosse la prima a rompere questo tabù ed è stata sbarrata la porta. Dal punto di vista commerciale, questa è un'occasione persa".
A una domanda se non si potevano invertire le due partite tra Milan e Como e giocare quella di San Siro il 15 gennaio, risponde: "Non è facile trovare questi incastri anche con le tv. Se non si è fatto quel cambio, è perché era oggettivamente difficile farlo. A questo punto la partita si farà a San Siro nella prima data utile. Dovremo aspettare il 31 gennaio, data in cui si decideranno i playoff di Champions League per stabilire quando San Siro sarà libero anche dall'Inter e uno di quei mercoledì sarà piazzata la gara, il prima possibile".
E sui playoff della Nazionale per i Mondiali: "Da parte di tutti i club, c'è la massima volontà di aiutare Gattuso. Spostare una giornata di campionato è molto difficile, il calendario è molto serrato. Sullo stage le società hanno dato la loro disponibilità. Da parte nostra cercheremo di fare il possibile per aiutare il ct, se lo merita".
Per l'anno prossimo, dunque, ci auguriamo "che la Nazionale ci porti finalmente a rigiocare il Mondiale e che poi si possa fare un Mondiale degno della nostra tradizione".
Il Presidente della Lega Serie A, poi, è tornato a ribadire la sua idea di anticipare le partite serali alle 20, "ma sul fatto che possa concretizzarsi presto ho qualche dubbio, ci sono delle forti resistenze. Sono le tv che devono convincersi".
Il pallone arancione? "Una scelta non felice: abbiamo ricevuto tante giuste proteste su questo, ci sono persone che non riescono a vederlo per il daltonismo. Abbiamo chiesto al nostro fornitore di anticipare la fornitura di nuovi palloni ci vorrà qualche tempo".
E sulla richiesta di riportare il format della Serie A a 18 squadre: "Non riguarda solo la Serie A, ma tutto il movimento calcistico professionistico. Il 15 gennaio la federazione ha convocato a Roma un tavolo di lavoro con le leghe sulle riforme dei campionati".
A Riad, la foto di Aurelio De Laurentiis seduto sui gradini dello stadio e non in tribuna autorità accanto a lui ha fatto parlare molto: è stato un errore diplomatico? "No, assolutamente. Era nel royal box, aveva lasciato il suo posto alla figlia Valentina. Ha preso un posto normale in tribuna: essendo scaramantico, in quel momento si è seduto sulla gradinata e visto che la semifinale era andata bene per il Napoli ha preferito sedersi sempre lì. Nessuno sgarbo", conclude Simonelli.