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La truffa dei 250 euro si nasconde dietro finti siti di trading e falsi articoli di giornale creati con l’intelligenza artificiale. Ecco come riconoscerla e cosa fare per proteggersi.
La truffa dei 250 euro si nasconde dietro finti siti di trading e falsi articoli di giornale creati con l’intelligenza artificiale. Ecco come riconoscerla e cosa fare per proteggersi.
Il web è diventato il terreno fertile per nuove forme di raggiro finanziario. Una delle più diffuse è la cosiddetta “truffa dei 250 euro”, che colpisce soprattutto chi cerca di guadagnare con il trading online senza avere esperienza.
Lo schema è sempre lo stesso: una pubblicità su social, siti di notizie o motori di ricerca promette guadagni facili con un piccolo investimento iniziale di 250 euro. L’offerta appare credibile perché presentata come un’opportunità esclusiva, spesso collegata a finti testimonial famosi o a presunte tecnologie innovative “capaci di prevedere i mercati”.
Per rendere il tutto ancora più convincente, i truffatori usano siti che imitano le testate giornalistiche, con loghi e impaginazioni molto simili a quelle reali. In apparenza sembrano articoli di giornale, in realtà sono pagine costruite con l’intelligenza artificiale, prive di firme o fonti verificabili, il cui unico obiettivo è spingere l’utente a cliccare su un link e registrarsi su una piattaforma di finto trading.
Cosa succede dopo l’investimento iniziale
Una volta depositati i 250 euro, la vittima viene contattata da sedicenti “consulenti finanziari” che promettono supporto costante e guadagni rapidi. In realtà si tratta di operatori di call center gestiti da reti criminali transnazionali. Queste persone insistono nel convincere a versare sempre più soldi, parlando di “strategie vincenti” e “occasioni da non perdere”.
Nel frattempo, viene spesso richiesto di inviare un documento d’identità per la presunta apertura del conto. Questa pratica, spacciata come obbligatoria, è in realtà un modo per rubare dati personali e sensibili, che possono poi essere utilizzati per ulteriori frodi o per aprire conti a nome della vittima.
Alla fine, i soldi versati non vengono mai realmente investiti: il denaro sparisce immediatamente e i tentativi di recuperarlo risultano vani. Le piattaforme si rendono irreperibili, i siti scompaiono e i finti broker smettono di rispondere.
Come difendersi da questo raggiro
A chi rivolgersi in caso di truffa
Se si sospetta di essere stati raggirati o si è già caduti nella trappola della truffa dei 250 euro, è fondamentale non restare in silenzio. Segnalare immediatamente il fatto alla Polizia Postale è l’unico modo per cercare di limitare i danni e contribuire alle indagini contro queste organizzazioni criminali.