Il grande scandalo della Magistratura Italiana, Alessandro Sallusti e Luca Palamara raccontano lo strapotere dei giudici
'Il sistema. Potere, politica, affari: storia segreta della magistratura italiana' (Rizzoli, pp 288). Il Direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti intervista Luca Palamara, in un libro che esce in edicola questa mattina e che vi consigliamo di leggere se non altro per via delle tante storie “riservate” e anche “incredibili” legate al mondo della magistratura italiana, un dossier inedito ed esclusivo sulla giustizia italiana, ma soprattutto un libro denuncia su cui ogni giudice in Italia dovrebbe riflettere profondamente.
di Pino Nano
Martedì 26 Gennaio 2021
Roma - 26 gen 2021 (Prima Pagina News)
'Il sistema. Potere, politica, affari: storia segreta della magistratura italiana' (Rizzoli, pp 288). Il Direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti intervista Luca Palamara, in un libro che esce in edicola questa mattina e che vi consigliamo di leggere se non altro per via delle tante storie “riservate” e anche “incredibili” legate al mondo della magistratura italiana, un dossier inedito ed esclusivo sulla giustizia italiana, ma soprattutto un libro denuncia su cui ogni giudice in Italia dovrebbe riflettere profondamente.
In prima pagina su Il Giornale di questa mattina il direttore del quotidiano milanese Alessandro Sallusti racconta come è nato questo saggio.

“È una lunga intervista che Palamara mi ha concesso, io e lui appartati soli per settimane, circondati da faldoni di documenti, appunti e migliaia di messaggini telefonici ed e-mail estratti dal suo telefonino e dal suo computer. Non sta ovviamente a me giudicare il risultato. Quello che certo emerge è che la magistratura italiana - egemonizzata dalla sua corrente di sinistra della quale Palamara è stato a lungo alleato - è intervenuta direttamente e indirettamente, ma soprattutto coscientemente, sulla vita politica italiana, a volte di sua sponte, altre in accordo con le massime istituzioni del Paese, Quirinale non escluso. Attraverso un complicato sistema (...)”.


Il "Sistema", che viene analizzato e vivisezionato nel libro da Alessandro Sallusti, è il potere enorme della magistratura italiana, che non può essere scalfito da nessuno- spiega Luca Palamara nella sua lunga intervista-testamento al direttore de Il Giornale. “Tutti coloro che ci hanno provato vengono abbattuti a colpi di sentenze, o magari attraverso un abile cecchino che, alla vigilia di una nomina, fa uscire notizie o intercettazioni sulla vita privata o i legami pericolosi di un magistrato”.

Quante sono state le vittime del Sistema? Tante, troppe. Vergognosamente troppe vittime, e tra queste ci fu anche uno dei magistrati più coraggiosi che allora lavoravano in Calabria, Luigi De Magistris, attuale sindaco di Napoli e probabilmente, in caso di vittoria, prossimo presidente della Regione Calabria.

Quando il Csm apre un fascicolo che di lì a pochi mesi porterà all’allontanamento di Luigi De Magistris dalle sue inchieste, e al suo trasferimento dalla Procura di Catanzaro a quella di Napoli - spiega ancora Palamara- “io mi consulto sia con i miei sia con il Quirinale. E succede che, per la prima volta nella sua storia, almeno recente, l’Anm prende le distanze dall’operato di un pubblico ministero. Il comunicato lo feci io insieme a Giuseppe Cascini, fu un atto sofferto ma di coraggio, rompeva il dogma secondo cui un pm va difeso sempre e comunque. E su questo ebbi la spinta di Cascini, cioè dell’ala sinistra della magistratura, una spinta che mi lasciò molto stupito”.

Inimmaginabile. Luca Palamara racconta oggi ad Alessandro Sallusti cosa sia appunto il "Sistema" che ha pesantemente influenzato la politica italiana di questi anni. “Tutti quelli - colleghi magistrati, importanti leader politici e uomini delle istituzioni molti dei quali tuttora al loro posto - che hanno partecipato con me a tessere questa tela erano pienamente consapevoli di ciò che stava accadendo”.

“Quando ho toccato il cielo, il Sistema ha deciso che dovevo andare all'inferno”.

Per la prima volta nella storia della magistratura italiana, nell'ottobre 2020, Luca Palamara, ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura, viene radiato dall'ordine giudiziario italiano.

Non è altro che la storia personale di un magistrato di origini calabresi ai vertici di una carriera brillantissima, iniziata con la presidenza dell'Associazione nazionale magistrati a soli 39 anni.

A 45 anni Luca Palamara viene eletto nel Consiglio superiore della magistratura e, alla guida della corrente di centro, “Unità per la Costituzione”, da lui stesso creata e fortemente voluta contribuisce a determinare le decisioni più rilevanti e strategiche dell'organo di autogoverno dei giudici.

A fine maggio 2019, accusato di rapporti indebiti con imprenditori e politici, ma accusato soprattutto di aver lavorato illecitamente per orientare incarichi e nomine di decine di magistrati italiani, diventa l'emblema del malcostume giudiziario.

Impietoso e terribile il racconto che Alessandro Sallusti e Luca Palamara fanno in questo saggio anche del giornalismo italiano, o meglio di un “certo giornalismo italiano al servizio della magistratura inquirente e dei pubblici ministeri”.

Tra questi due mondi- spiega Luca Palamara “C’è enorme complicità professionale. Giornalisti e magistrati si usano a vicenda”. Non mancano gli esempi eccellenti.

“Prendiamo l’informazione, che nella vicenda Berlusconi di quegli anni ha avuto un ruolo fondamentale - racconta l'ex pm - Tra di noi girava la battuta: “La vera separazione delle carriere non dovrebbe essere quella tra giudici e pm ma tra magistrati e giornalisti”.

Magistrati e giornalisti – lo dico anche per esperienza personale – si usano a vicenda, all’interno di rapporti che si costruiscono e consolidano negli anni. Il giornalista vive di notizie, ogni testata ha una sua linea politica dettata dall’editore, che ha precisi interessi da difendere.

Il pm li conosce bene, e sa che senza quella cassa di risonanza la sua inchiesta non decollerà, verrebbe a mancare il clamore mediatico che fa da sponda con la politica. È inevitabile che una frequentazione assidua porti a una complicità professionale, a volte anche a un’intimità personale più o meno clandestina che crea qualche imbarazzo tra i colleghi”.

Ma, aggiunge Palamara, “c’è anche un livello superiore: io stesso ho avuto modo di partecipare a incontri riservati tra importanti direttori e procuratori impegnati su inchieste molto delicate...”.

Il libro racconta anche, senza veli e con grande coraggio, il Paese di questi anni, e ricostruisce in maniera assolutamente inedita cosa accadeva realmente in certi palazzi del potere dove persino le massime istituzioni dello Stato trovavano utile “trattare con il partito dei Pubblici Ministeri”.

“Quando nel dicembre del 2010 si parla di un possibile patto tra la magistratura e Gianfranco Fini, ben visto dal Colle, non si va lontano dalla verità”, racconta ancora Luca Palamara.

“Con lui, in quel momento presidente della Camera, troviamo un’inaspettata sponda in campo avverso, quello del centrodestra di cui lui è il numero due dopo Silvio Berlusconi. Abbiamo più di un incontro, ci rassicura che con lui a dirigere la Camera non varerà nulla di sgradito ai magistrati. Tra noi certamente c’è un buon feeling che diventa collaborazione attiva nel fornirgli pareri e spunti per emendare leggi che, direttamente o indirettamente, riguardano il nostro mondo”.

Ad Alessandro Sallusti Palamara confessa anche: “Non rinnego ciò che ho fatto, dico solo che tutti quelli – colleghi magistrati, importanti leader politici e uomini delle istituzioni, molti dei quali tuttora al loro posto – che hanno partecipato con me a tessere questa tela erano pienamente consapevoli di ciò che stava accadendo. Io non voglio portarmi segreti nella tomba, lo devo ai tanti magistrati che con queste storie nulla c’entrano”. Ma a proposito delle registrazioni delle sue telefonate Palamara dice a Sallusti quello che molti di noi immaginavamo già dalla prima ora: “Il contenuto di quelle trascrizioni, come pure le chat e i messaggi estratti dal cellulare, è ormai noto, i giornali ne hanno pubblicati centinaia. C’è di tutto, ma non c’è tutto” e qui Luca Palamara fa un lungo elenco di nomi.

Sulle nomine dei magistrati Luca Palamara è un fiume in piena, vulcano in continua eruzione, non torna indietro neanche di un millimetro, e conferma quanto aveva già detto per la prima volta nella sua prima intervista pubblica da Giletti a “Non è l’Arena”.

“La verità è che dietro ogni nomina c’è un patteggiamento che coinvolge le correnti della magistratura, i membri laici del Csm e, direttamente o indirettamente, i loro referenti politici, e ciò è ampiamente documentabile. Normalmente funziona che se le correnti si accordano su un nome può candidarsi anche Calamandrei, padre del diritto, ma non avrà alcuna possibilità di essere preso in considerazione”.

Ma non è tutto. Raccomandazioni della casta? “Io ho soddisfatto tante richieste in tal senso e soprattutto sono stato contattato più volte da magistrati, anche autorevoli, che chiedevano raccomandazioni per gli esami orali dei figli”.

Per Palamara nel momento del suo massimo trionfo - l'elezione dei suoi candidati alle due più alte cariche della Corte di Cassazione - comincia la caduta. “Io non voglio portarmi segreti nella tomba, lo devo ai tanti magistrati che con queste storie nulla c'entrano”.

Ecco come il Sistema incomincia a crollare. Ma attenzione, questo che qui vi abbiamo anticipato è solo una piccolissima parte di quanto Luca Palamara racconta in realtà ad Alessandro Sallusti.

Di certo questo libro farà molto discutere il mondo politico italiano in tutte le sue mille sfaccettature possibili, ed è un miracolo che l’uscita del saggio di Alessandro Sallusti non coincida più con il dibattito sulla giustizia in programma domani alla Camera e in cui il ministro Bonafede avrebbe dovuto illustrare al Paese lo stato della giustizia in Italia.

“Il governo Conte 2- scrive questa mattina Alessandro Sallusti su Il Giornale- cade oggi per sua debolezza ma anche, e non è una coincidenza, perché stava andando a sbattere sull’iceberg della giustizia (domani è in agenda il voto sulla riforma Bonafede) che da sempre si muove ingombrante e minaccioso nei mari della democrazia italiana. Da oltre vent’anni i due mondi, politica e giustizia, si intrecciano e si scontrano, ma quello che ci è stato dato di vedere - e già non è poco - è solo la parte emersa del fenomeno. Per tutto questo tempo sotto il pelo dell’acqua, e quindi lontano da occhi indiscreti, è in realtà accaduto di tutto e di più”.

Il confronto tra la giustizia in cui crede il ministro Bonafede e che probabilmente- se avesse avuto la certezza di avere i numeri in Parlamento- avrebbe provato a raccontare domani alla Camera è distante anni luce dalle verità inconfessabili e clamorose che oggi Luca Palamara ha storicamente cristallizzato nel racconto di un grande maestro del giornalismo italiano come lo è Alessandro Sallusti.

Non voglio ripetermi, ma se potete, leggetelo questo libro, possibilmente dalla prima all’ultima pagina, perché dentro troverete tante storie vere della vita politica e sociale della Repubblica, un Paese il nostro dove alcuni magistrati in tutti questi anni hanno fatto davvero il bello e il cattivo tempo, senza mai dover pagare o dover rispondere a nessuno per i propri errori o le proprie distrazioni.

E’ questa forse la cosa più grave, e più imperdonabile, del Sistema.

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