Stefania Pennacchio, “Le radici profonde dell'arte”, al Parco Archeologico Giardini Naxos

Evento internazionale per il mondo dell’arte. Il Parco Archeologico di Giardini Naxos/Taormina presenta la personale della scultrice Stefania Pennacchio, dal titolo “Ecate: La via del desiderio”.

di Pino Nano
Domenica 28 Aprile 2024
Roma - 28 apr 2024 (Prima Pagina News)

Evento internazionale per il mondo dell’arte. Il Parco Archeologico di Giardini Naxos/Taormina presenta la personale della scultrice Stefania Pennacchio, dal titolo “Ecate: La via del desiderio”.

Un evento di respiro internazionale per Stefania Pennacchio, questa donna votata all’arte, e che all’arte e alla scultura ha dedicato sè stessa e la sua vita. Storia anche la sua di una eccellenza tutta italiana.

 

Stefania Pennacchio è arrivata in Sicilia per una di quelle ragioni che nella vita spingono verso scelte ardite anche, o forse soprattutto, gli artisti. È nata in Lombardia, figlia di un industriale, ha vissuto a Roma e a Caracas prima di ritornare nella sua vera terra di origine, la Calabria ionica, dalla quale dieci anni fa ha attraversato lo Stretto di Messina per approdare a Siracusa- precisano i suoi biografi- città per la quale ha oggi un amore quasi viscerale, dove si sente a casa, trova un humus straordinario per le sue produzioni perché – dice lei stessa – “a Siracusa le pietre parlano”.

 

"La ceramica non è contemporanea, è eterna, ha a che fare con un per sempre...A tutto questo – sottolinea la grande artista - ho sacrificato la mia vita personale, sentimentale, le mie sicurezze e infatti solo da qualche anno mi sono sentita pronta a trasmettere ai giovani attraverso l’insegnamento. Sono molto legata alla tecnica, che è performativa e non fine a sé stessa come vuole far credere certa arte contemporanea. La ceramica non è contemporanea, è eterna, ha a che fare con un per sempre”.

 

E dai suoi lavori, dalle sue parole capisci subito che lei ascolta, cerca e scopre elementi naturali che poi ritrovi nei suoi lavori in ceramica e raku, nelle sue sculture.

“Il racconto estetico e concettuale che faccio – spiega con una cadenza che mostra tutte le sue appartenenze geografiche – è rivolto a ciò che di eterno c’è nel bacino del Mediterraneo, con l’ottica privilegiata del femminile. Da donna del Sud, attraverso gli archetipi, racconto quel che c’è di non risolto nella natura fisiologica e psicologica della donna”.

 

“La mostra di Taormina, partendo dall’archetipo di Ecate, interpreta attraverso la sensibilità e l’estetica della scultrice uno dei suoi epiteti più affascinanti legato alla capacità di far sorgere i desideri e infondere poi la forza necessaria per realizzarli”.

 

Sei sculture diverse, di grandi dimensioni campeggeranno in punti strategici del Parco Archeologico di Giardini Naxos di Taormina, interagendo con esso. Gli allestimenti saranno curati da Francesco Rovella, operatore culturale, gallerista e curatore di mostre, e l’organizzazione logistica e coordinamento dell’intera mostra vede il coinvolgimento di Claudia Sveva Calabrò. Nomi importanti per chi da sempre si occupa di critica artistica.

 

La critica internazionale la racconta come una donna che ha “forti radici del Sud”, radici che affondano ancora nella sua Calabria, vicino alla valle di San Pasquale, dove Stefania Pennacchio racconta che ci sono “settanta siti del Neolitico, la seconda sinagoga più antica d’Europa e una villa romana”.

 

Lì da ragazza andava a prendere le sue prime argille e lì ha passato dieci anni della sua vita a intervistare i vecchi maestri che sono morti in povertà.

 

“Da loro, che in Giappone sarebbero patrimonio dell’umanità - dice Stefania, con un velo di tristezza – ho acquisito un patrimonio di saperi straordinario e quasi del tutto scomparso”. Su quelle colline, in solitudine, ha sviluppato la sua ricerca personale, ha preso i primi campioni di terra, ha costruito i suoi primi forni e capito come funzionavano le curve di calore quando non c’era l’elettricità, ha imparato a lavorare al tornio.

 

Inoltre, l’artista ha pensato ad un’istallazione in grado di far “leggere “al visitatore una delle strade principali dell’insediamento urbano della prima colonia greca in Sicilia (Nasso) dove, “al trivio protetto dalla dea, -spiega Stefania Pennacchio- risiedevano le sue postazioni sacre. Il visitatore attraverso un’esperienza di Arte relazionale interagirà con l’istallazione; sul percorso saranno presenti, sui totem del parco, otto domande attraverso scansione dei QRcode, che aiuteranno a mettersi in contatto con la fonte personale dei propri desideri”.

 

L’esperienza si concluderà vicino alla scultura “grande trottola di Ecate” che raccoglierà i desideri di tutti coloro che vorranno lasciarne traccia vaticinando la loro realizzazione. Questo percorso, elaborato dall’ artista e revisionato dal Dott. Andrea Rapisarda, Psichiatra e Psicanalista, partendo da un pretesto ludico, darà ad ogni fruitore la possibilità di elaborare i propri desideri.

 

Il 10 agosto, sarà poi presentata ‘La Notte di Ecate ‘”dove si fruirà -spiega la stessa Stefania Pennacchio- di una visita notturna del Parco in compagnia di musica con strumenti dell’antica Grecia della musicologa e lirista Rosa Fragorapti ed eclamazioni di versi dedicati alla dea”.

 

In quest’occasione verrà presentato il catalogo della mostra, alla presenza del curatore Angelo Lorenzo Crespi, le cui fotografie saranno opera di Giuseppe La Spada grande maestro della fotografia, regista che si ispira alla natura, alla poesia e al suono. Come super guest, Giuseppe La Spada avrà un suo spazio attraverso una proiezione di foto o video sul tema della serata all’ interno del circuito del Parco Archeologico. La mostra rimarrà visibile fino al 30 ottobre successivo. Come dire? Un evento internazionale da non perdere e di cui torneremo a parlare nel corso dei prossimi mesi.


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