#MatteoRenzi: 60.000 Assistenti civici a supporto dei Comuni, “una pura follia”. #Governo spaccato

La maggioranza di governo si spacca ancora oggi, e questa volta sul tema degli assistenti civici: Renzi, sul piede di guerra, non ha nessuna difficoltà a riconoscere “Un ministro ha annunciato la creazione di un corpo di 60.000 assistenti civici. Boh, solo a me sembra una follia finalizzata ad avere visibilità? Come spesso accade la penso come Matteo Orfini. Non sarebbe meglio valorizzare di più il terzo settore e il servizio civile?”.

(Prima Pagina News)
Lunedì 25 Maggio 2020
Roma - 25 mag 2020 (Prima Pagina News)

La maggioranza di governo si spacca ancora oggi, e questa volta sul tema degli assistenti civici: Renzi, sul piede di guerra, non ha nessuna difficoltà a riconoscere “Un ministro ha annunciato la creazione di un corpo di 60.000 assistenti civici. Boh, solo a me sembra una follia finalizzata ad avere visibilità? Come spesso accade la penso come Matteo Orfini. Non sarebbe meglio valorizzare di più il terzo settore e il servizio civile?”.

Ma di cosa parliamo? La proposta originaria su cui Matteo Renzi ha di fatto posto il veto dice che i Comuni possono avvalersi dei soggetti denominati “assistenti civici”, per supportare gli stessi nell’attuazione delle misure di contrasto all’emergenza epidemiologica da COVID-19, in considerazione del graduale rientro alle ordinarie condizioni di vita della popolazione e di ripresa delle attività economiche e produttive ovvero di altre attività di utilità sociale.

“Come spesso accade la penso come Matteo Orfini #assistenticivici”, scrive su Twitter Matteo Renzi, rilanciando il post su Facebook del deputato del Pd Matteo Orfini che critica la proposta degli assistenti civici. “Se apri i locali nei luoghi dove ci sono i locali le persone ci vanno.

Se non vuoi che ci vadano o vuoi che ci vadano in numero limitato, organizzi prima afflusso, modalità e controlli -scrive Orfini sulla sua pagina Fb-. Non servono assistenti civici.

Servono ministri che facciano i ministri e amministratori che facciano gli amministratori. Non una schiera di influencer che commentano indignati le foto del giorno”. Per raggiungere gli obiettivi di fondo di questo progetto, il Dipartimento della protezione civile individua gli aderenti all’iniziativa, sulla base di apposita procedura a cui possono partecipare, su base volontaria, tutti i soggetti maggiorenni e residenti o domiciliati in Italia.

“Gli assistenti civici, nel numero massimo di 60.000 unità -si legge ancora nella proposta originaria- prestano il loro supporto a titolo gratuito, sino ad un massimo di 16 ore settimanali, sulla base delle indicazioni fornite da ciascun Comune nel quale operano.

Durante la prestazione di tali attivtà, agli assistenti civici non sono disposte restrizioni agli spostamenti nell’ambito del territorio comunale. Gli assistenti civici possono operare per un periodo di tempo massimo che non può andare oltre il termine dello stato di emergenza dichiarato con delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020”.

Sarà poi il Dipartimento della protezione civile a trasmette all’ ANCI l’elenco di chi ha presentato domanda suddiviso per i Comuni in cui gli stessi soggetti abbiano dichiarato la loro dimora abituale. L’ANCI provvede poi, sulla base di tali elenchi, a definire eventuali criteri per l’individuazione da parte dei Comuni degli effettivi partecipanti all’iniziativa ed a restituire al Dipartimento della protezione civile il quadro numerico, Comune per Comune, dei soggetti avviati all’iniziativa.

Inoltre, ANCI garantisce supporto ai Comuni per la gestione del progetto, durante l’intero periodo di attuazione dell’iniziativa. Ai fini di queste attività i Comuni, con determina dirigenziale o altro atto amministrativo provvedono a stabilire, sulla base degli eventuali criteri individuati da ANCI, il fabbisogno degli assistenti civici ed individuano i soggetti da avviare alle attività; ad attivare, per via telematica attraverso la procedura “diamoci una mano” sul sito INAIL, in favore dei predetti assistenti civici, la copertura dei rischi per infortuni, comunicando i nominativi dei soggetti avviati a tale attività, i giorni di effettivo impiego che non potranno comunque essere superiori a tre alla settimana, nel rispetto del limite delle 16 ore settimanali di attività, ed a stipulare apposita polizza assicurativa per la responsabilità civile verso terzi.

Ai relativi oneri a presentare denuncia all’INAIL in caso di infortunio del partecipante all’iniziativa, nonché, ove necessario, ad azionare la polizza assicurativa di responsabilità civile verso terzi precedentemente stipulata in caso di eventi che lo richiedano; alla pianificazione, all’organizzazione, alla formazione, ove necessaria, e al coordinamento e monitoraggio delle attività svolte dagli assistenti civici nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente; a dotare, attraverso i propri canali di approvvigionamento, gli assistenti civici, al fine di una loro immediata individuazione, di una casacca o fratino nel quale sia riportata la scritta “assistente civico” sul retro ed il logo della Protezione civile nazionale, dell’ANCI e del Comune sul fronte secondo l’esecutivo di stampa che sarà reso disponibile dal Dipartimento della protezione civile ai Comuni, per il tramite di ANCI. Alla luce di quello che il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha dichiarato oggi c’è da temere che anche questo progetto nasce già male e potrebbe finire peggio. (b.n.)


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