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Luigi Tivelli è il Presidente dell’Academy Spadolini, è lui il vero gran cerimoniere di questo incontro così solenne, voluto non a caso al Circolo Montecitorio, che è uno dei circoli più esclusivi della capitale.
Dell’Academy lui è il grande teorico e al tempo stesso il grande filosofo, perché la storia dell’Academy Spadolini coincide nei fatti con la sua vita privata e professionale di Grand Commis della storia della Repubblica.
Carattere complesso, a volte difficile, a volte istrionico, altre volte diffidente, ma lui è nei fatti l’immagine riflessa della vecchia cultura politica, che aveva dentro un senso esasperato dello stato ed un senso esaltante della democrazia e del pluralismo.
Come tale, dunque, un uomo attento, uno studioso di grande fascino, un manager rispettoso, intelligente e forbito. Direi anche quasi aristocratico, e vi confesso che vederlo accanto al Presidente Lamberto Dini, che per la storia dell’eleganza internazionale è quasi una icona storica, non so francamente chi dei due sia più aristocratico o più elegante dell’altro. Ma questi due signori d’altri tempi discutono questa sera di politica alta, la politica con la A maiuscola, di confronti internazionali da tenere, di libri da recensire e da lanciare, di manifestazioni culturali con i massimi esperti di economia internazionale, e lo fanno nel nome di un concetto che Luigi Tivelli ha fatto suo : la meritocrazia prima di tutto. L’eccezionalità della meritocrazia.
“Credo che L'Academy Spadolini – ricorda ai suoi tanti amici presenti Luigi Tivelli- sia in un momento topico, specie dopo la Summer School svoltasi a Sabaudia con 13 serate e 13 libri. Infatti, quasi tutti gli eventi dell'Academy saranno accompagnati da presentazioni libri perché la nostra è una Academy di idee, e soltanto i libri possono fare volare le idee, e soltanto le idee possono fare volare nuovi libri”.
Poi aggiunge: “Per me questi mesi di attività sono stati di grande full immersion. Ma è solo l’inizio. Io credo che lo slogan organizzativo dell'Academy è quello che secondo me è il vero primo principio dell'economia: minimo sforzo, massimo rendimento. Il piccolo sacrificio che ognuno di voi dovrà dedicare all'Academy sarà cosa ovviamente minima rispetto ai vostri altri importanti impegni e alle vostre attività. L'importante è che sia di qualità e che sia alimentato da quella sana passione civile che serve per stare in una associazione di questo tipo. Non c'è bisogno che vi citi Tocqueville per dirvi quanto le vere associazioni siano il sale di ogni vera democrazia. Il nuovo slogan lanciato dall'appello dell'Academy ("L'Academy della Repubblica. Contro la divisività") vuole invogliare le classi politiche e dirigenti italiane, troppo divisive e settarie, a cercare le ragioni che dividono rispetto a quelle che uniscono, combattendo il male della divisività che infesta nel Paese. Siamo in questa fase in un pieno rigurgito populista, spesso ad impronta dilettantesca e provinciale, che oscura i veri problemi del Paese. E a questo dobbiamo reagire”.
Parafrasando Giuseppe Mazzini il Presidente Tivelli non fa che ripetere il suo mantra: “L’educazione è il pane dell’anima. Il vero strumento del progresso è riposto nel fattore morale”, senza però dimenticare-aggiunge sorridendo- quello che ripeteva continuamente Alessandro Manzoni quando diceva che “Ma cos’è la storia senza la politica? Una guida che cammina, cammina, con nessuno dietro che impari la strada”.
La sala lo segue con attenzione quasi religiosa, ma solo alla fine di una lunga analisi politica sullo stato delle cose nel nostro Paese, Luigi Tivelli annuncia che sta per partire per Torino dove sta per nascere, anche lì, “una sezione della nostra Academy”.
-Presidente, ma perché ha scelto per l’Academy il nome di Giovanni Spadolini?
“Vede, rilanciare la memoria di Giovanni Spadolini serve anche a rilanciare il ruolo della memoria storica indispensabile per guidare a qualsiasi titolo le sorti di un Paese, così come aiuta a rilanciare il valore della meritocrazia. Ma c’è un altro male a questo un po’ collegato: una sorta di vero e proprio divorzio fra politica e cultura che dura da molto tempo e nell’ultimo decennio è sfociato nel dilettantismo, una malattia non meno grave del presentismo. Noi tutti riteniamo di poter dire che Giovanni Spadolini, invece, ha incarnato in sé, in tutta la storia repubblicana, il più felice matrimonio fra politica e cultura. Ebbene, i più significativi “piccoli” obiettivi della Academy Giovanni Spadolini di politica e cultura sono per un verso contribuire al recupero della memoria storica, per altro verso contribuire progressivamente a sanare il divorzio fra politica e cultura e a rilanciare il valore della meritocrazia. Riteniamo infatti che se non si perseguono questi obiettivi, sarà anche molto più difficile sanare i mali dell’Italia”.
-Sbaglio o sta per nascere un partito politico nuovo?
“Ma per carità, nessun partito. Il nostro è solo un movimento di opinione. Noi abbiamo sotto gli occhi l’immagine di una Italia strapiena di personalità e di persone che credono nell’esigenza della riaffermazione di questi valori, e nel perseguimento di questi obiettivi, e di non pochi giovani che volentieri in essi si riconoscono o si riconoscerebbero. È questo il senso e il progetto di fondo dell’impegno culturale e di cultura politica, nel senso più nobile del termine, della Academy Giovanni Spadolini di politica e cultura. Questo siamo noi e questo vogliamo essere fino in fondo, e questo racconterò giorno 5 ottobre ai nostri nuovi amici a Torino”.
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