Biodiversità, Enpa: 1 mln specie a rischio, serve strategia organica
"Basta persecuzioni contro gli animali. Sono una ricchezza non una minaccia".
(Prima Pagina News) | Lunedì 22 Maggio 2023
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Lunedì 22 Maggio 2023
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22 mag 2023 (Prima Pagina News)
"Basta persecuzioni contro gli animali. Sono una ricchezza non una minaccia".
Un milione di specie animali e vegetali sono attualmente a rischio estinzione.
Il dato, fornito dall’Onu, fotografa in tutta la sua gravità il rapido e drammatico declino della biodiversità in tutto il Pianeta. Incremento delle temperature, eventi climatici estremi, distruzione degli habitat, cementificazione, ma anche inquinamento e una crescente pressione antropica sono – come noto - le cause principali di questo declino. Per contrastare il quale le autorità nazionali e la comunità internazionale fanno ancora troppo poco: secondo un recente rapporto dell’Ocse per cercare quanto meno di invertire la tendenza sarebbero necessari circa 100 miliardi di dollari l’anno.
"La crisi è globale e richiede dunque strategie di intervento globali con una efficace strategia di protezione della biodiversità, che invece continua ad essere sacrificata in nome del profitto. Questo – spiega Enpa – è evidente soprattutto a livello nazionale, poiché gli Stati promuovono spesso indirizzi politici antitetici rispetto a quello che dovrebbe essere il prioritario obiettivo di tutela degli animali e dell’ambiente. A pagarne le conseguenze sono soprattutto gli animali selvatici minacciati non solo dall’impatto antropico sugli ecosistemi e sul clima, ma anche dall’attività venatoria e da campagne persecutorie, veri pogrom, promossi in diversi Paesi".
"Ma la crisi della biodiversità – osserva Enpa – va gestita e affrontata anche con mezzi culturali. Gli animali, soprattutto le specie selvatiche, non devono più essere considerati come una minaccia, un pericolo ma come una ricchezza; un elemento che contribuisce alla salute degli ecosistemi e da cui dipende la nostra stessa sopravvivenza. Se davvero vogliamo invertire la rotta rispetto alla situazione attuale, dobbiamo necessariamente cambiare prospettiva, considerando gli animali come tali, ovvero diversi da noi, e non attribuire loro categorie etiche e morali valide solo per la specie umana".
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